Il futuro della musica

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Re: Il futuro della musica

Messaggioda MAXLINE » ven feb 20, 2009 12:13 am

Ricordo, quando ero uno sbarbato, che chi aveva almeno un paio di decenni più di me lamentava puntualmente che la musica si era fatta ostile, incomprensibile o semplicemente brutta.
Il volume era sempre troppo alto e la gran cassa spaccava i timpani senza apportare nessun significato ad un modello sonico appartenente all'epoca di quei "brontosauri" radicato in profondità nella loro mente e così diverso da quello in voga in quel momento.

Per me ciò che ascoltavo all'epoca era Vangelo, nessun compromesso: per nulla al mondo avrei cambiato rotta.
Ora, per la legge della compensazione, le sorti sono invertite.
Mi trovo quì a prendere più o meno le stesse posizioni di coloro che contestavo, naturalmente adeguate ai tempi ed alle circostanze, non criticando ma osservando come i tempi possono mutare il corso degli eventi, dei pensieri e delle abitudini.
A me stì ragazzini con gli auricolari fissi alle orecchie ascoltando chissachè e lo sguardo imperscrutabile suscitano sentimenti di gran pena e di gran tenerezza per la loro condizione globalizzata ed omologata, senza possibilità di andare oltre la propria ombra esplorando, spesso per pigrizia mentale, altri più interessanti lidi.
Ma forse anche anni fa, a suo modo, era così.

Comunque ricordo tanto tempo fa, proprio su questo forum, che intervenni su un argomento simile facendo notare che la nostra musica aveva ed ha potenzialità dirompenti se opportunamente fatta conoscere all'uomo qualunque.
Infatti ancora oggi, ove possibile, non rifiuto mai di evangelizzare e promuovere la cultura sotterranea a chi reputo in grado di percepirla con intelligenza.
I risultati talvolta sono a dir poco entusiasmanti: frasi tipo "...bella questa traccia! Chi hai detto che sono?" non sono affatto infrequenti e ti fanno rendere conto di quanto meschino sia il mainstream, false le strategie di diffusione in FM e perfino semplice proporre una corsia alternativa che stimoli sensi non convenzionali ai non addetti ai lavori.

Ci credo ancora fermamente.
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Re: Il futuro della musica

Messaggioda Telemaco33 » ven feb 20, 2009 9:49 am

MAXLINE ha scritto:Ricordo, quando ero uno sbarbato, che chi aveva almeno un paio di decenni più di me lamentava puntualmente che la musica si era fatta ostile, incomprensibile o semplicemente brutta.
Il volume era sempre troppo alto e la gran cassa spaccava i timpani senza apportare nessun significato ad un modello sonico appartenente all'epoca di quei "brontosauri" radicato in profondità nella loro mente e così diverso da quello in voga in quel momento.

Per me ciò che ascoltavo all'epoca era Vangelo, nessun compromesso: per nulla al mondo avrei cambiato rotta.
Ora, per la legge della compensazione, le sorti sono invertite.
Mi trovo quì a prendere più o meno le stesse posizioni di coloro che contestavo, naturalmente adeguate ai tempi ed alle circostanze, non criticando ma osservando come i tempi possono mutare il corso degli eventi, dei pensieri e delle abitudini.
A me stì ragazzini con gli auricolari fissi alle orecchie ascoltando chissachè e lo sguardo imperscrutabile suscitano sentimenti di gran pena e di gran tenerezza per la loro condizione globalizzata ed omologata, senza possibilità di andare oltre la propria ombra esplorando, spesso per pigrizia mentale, altri più interessanti lidi.
Ma forse anche anni fa, a suo modo, era così.

Comunque ricordo tanto tempo fa, proprio su questo forum, che intervenni su un argomento simile facendo notare che la nostra musica aveva ed ha potenzialità dirompenti se opportunamente fatta conoscere all'uomo qualunque.
Infatti ancora oggi, ove possibile, non rifiuto mai di evangelizzare e promuovere la cultura sotterranea a chi reputo in grado di percepirla con intelligenza.
I risultati talvolta sono a dir poco entusiasmanti: frasi tipo "...bella questa traccia! Chi hai detto che sono?" non sono affatto infrequenti e ti fanno rendere conto di quanto meschino sia il mainstream, false le strategie di diffusione in FM e perfino semplice proporre una corsia alternativa che stimoli sensi non convenzionali ai non addetti ai lavori.

Ci credo ancora fermamente.


Concordo con te. Il limite sta nella promozione della musica. Intendo dire che alcuni album del settore indipendente potrebbero ambire al successo che hanno i prodotti delle major, se solo avessero una promozione imponente. Spiritual Front può potenzialmente entrare nelle case di qualsiasi ascoltatore stereo-munito, un pezzo come K-pax dei kirlian camera poteva avere il successo dei singoli dei depeche mode.
L'epoca dei brontosauri (gli anni '70) è stata investita dall'avvento ell'elettronica, che alcuni non hanno mai digerito, ma che di fatto ha cambiato i suoni e il modo di fare musica. La valanga di materiale generato dalla fine dei '70 fino a quasi tutti gli anni '80 rimane adesso un punto di partenza imprescindibile, tanto che il mainstream si limita a copiare (con modalità produttive diverse) quanto realizzato in quel periodo.
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