Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

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Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda MAXLINE » mar gen 13, 2009 11:33 pm

L'idea mi è venuta in mente leggendo i quotidiani di oggi nei quali si riporta la "notizia-scandalo" dei bus che girano per svariate città con impressa la scritta in bella mostra che leggerete sulla foto degli stessi che allego al topic.

Capisco che l'argomento è molto personale ma sarebbe interessante sapere quali posizioni spirituali hanno gli utenti di Darkroom.
Cosa ne pensiamo di questa iniziativa, legittima per carità, presa da chi si dichiara non-credente e, soprattutto, in quale livello ultraterreno ci poniamo noi del Forum?
Credenti (in qualsivoglia religione), Atei o Agnostici?
Facciamoci un esame di coscienza e...confessiamoci!

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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda dave » mer gen 14, 2009 12:30 am

Ho sempre trovato molto semplicistica la risposta netta da parte delle persone sulla questione fede e religione.

Da parte mia, escludo in maniera categorica tanto la fede cieca quanto l'ateismo: entrambe le posizioni vanno in una direzione totalmente dogmatica, in cui si manifesta la presunzione di avere una risposta oggettiva. L'esser certi che ci sia un Dio come l'esser certi che ci sia un Nulla sono due facce della stessa medaglia.

Io credo nel concetto di spirito e credo che vi sia un alcunché di trascendente che regge il mondo: non riesco a pensare che già solo la bellezza e il mistero della natura siano risolvibili esclusivamente per via scientifica. Così come il fascino, il karma, l'amore disinteressato, il perdono: sono tutti aspetti che implicano qualcosa che va oltre la finitezza.

Infine, trovo pericolosa a livello sociale una pubblicità come quella dei bus, così come l'odierna tendenza al nichilismo e al superamento di qualsivoglia regola morale. Il credere in Nulla equivale alla vecchia questione del "tutto è possibile", cosa che a livello sociale, umano e morale è solo deleterio.

Quindi, mi colloco nella categoria di chi crede nel trascedente, nello spirito, ecc. Che poi questo si chiami Dio, Allah, Buddha, ecc. m'interessa fino a un certo punto.
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda The Director » mer gen 14, 2009 12:54 am

Riguardo alle religioni organizzate ed istituzionalizzate (tutte, nessuna esclusa), la penso esattamente come Woody Allen nel capolavoro "Harry A Pezzi". E come il film-documanetario "Zeitgeist", ovviamente. Entità create ad arte per dividerci in fazioni e manipolare le masse, alla stregua dei bipolarismi politici che ci hanno imposto negli ultimi decenni.

Per il resto, la penso grosso modo come dave.
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda ForgottenTear » mer gen 14, 2009 11:53 am

Sono Ateo/agnostico (dipende da che punto di vista guardo la questione), e trovo l'iniziativa sinceramente inutile, che senso ha cercare di convertire la gente, ognuno creda a quello che vuole; piuttosto si critichi le istituzioni religiose in se, per quello che fanno, quello si che ha molto senso.
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda Chemnitz » mer gen 14, 2009 4:15 pm

Sono ateo e credo fermamente nella scienza, nell'uomo, nella natura e nell'infinito. I miei modelli sono Galileo e Leonardo :idea:
Da ex insegnante di Storia delle Religioni potrei stare qui ore e ore a disquisire su questa o quell'altra cosa, ma meglio di no perchè per me parlare di queste cose (a livello antropologico) è come parlare di EBM :-D

L'iniziativa di Genova non mi ha convinto: un'ateo non deve combattere ciò che non esiste (dio), ma ciò che esiste ed è dannoso (il clero e la chiesa come istituzione).
Sicuramente a Roma una cosa del genere non l'avrebbero permessa, dopotutto qui abbiamo bus che hanno i colori del Vaticano con tanto di immagini del papa ecc...
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda prince rupert » mer gen 14, 2009 7:54 pm

Discorso lungo che non posso fare ora che so di fretta....
magari domani trovo una mezz'ora di tempo e rispondo.
Complimenti per il topic! ::ok:
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda MAXLINE » mer gen 14, 2009 10:22 pm

Ragazzi, sono senza parole non solo per la profondità delle vostre risposte ma anche per la varietà delle posizioni.
Mi sono piaciuti davvero i vostri interessanti punti di vista.
Io personalmente sono confuso.
Una parte raziocinante di me stesso cerca di riassumere ogni risvolto visibile di questo mondo in termini assolutamente asettici.
Il passaggio dell'uomo in questo segmento temporale ha la sola funzione della continuità della specie, così come nel resto delle forme biologicamente complesse presenti sulla Terra e, con ogni probabilità, nell'Universo.
Come disse il prof. Veronesi: "Dio è il DNA"...

Dall'altra parte, meno analitica ed intima, "desidero" affidare la speranza di una prossima esistenza ultraterrena ad un'entità incommensurabilmente superiore, a Dio.
Forse addirittura al Gran Vecchio barbuto, canuto dallo sguardo bonario ed allo stesso tempo severo, che ultimamente sembra essersi ritirato in qualche meandro irraggiungibile dell'Infinito, insensibile alle suppliche di questa distorta e tanto ingrata umanità che l'ha deluso profondamente.
Magari sta meditando senza troppa riluttanza di polverizzare in un millisecondo questo sistema solare, come un triste esperimento mal riuscito entro cui tuttavia aveva deposto fior di speranze.
Decisione assolutamente condivisibile, considerate le circostanze ed i presupposti.

Se volessimo approfondire ulteriormente l'argomento in questa sede sarebbe, secondo me, un'occasione unica per conoscerci meglio.
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda MAXLINE » mer gen 14, 2009 10:23 pm

prince rupert ha scritto:
Complimenti per il topic! ::ok:


Grazie prince :D
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda dave » gio gen 15, 2009 12:46 am

Occupandomi di filosofia cristiana, trovo assai interessante l'intromissione della mistica ebraica, della cabbala e della teosofia all'interno della dottrina riconosciuta dalla Chiesa.

Per esempio, mi sembra capitale il concetto di corpo spirituale, per cui la distinzione platonico-cartesiana tra natura e spirito viene negata e sostituita da una visione che vede la natura specchiarsi nello spirito e viceversa, entrambi tenuti insieme da un legame visibile e invisibile a intermittenza, che non è altro che Dio come Amore.

In realtà, mi affascina da sempre la religione, in primis quella cristiana, nei suoi contenuti sacri. E, per come sono fatto io, trovo a volte eccessivamente superba la convinzione umana di poter spiegare tutto tramite la scienza.
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda Chemnitz » gio gen 15, 2009 1:14 am

Ma infatti la religione cristiana è sempre stata affascinante, sia per le sue radici (che sono di varia estrazione e questa è la cosa più interessante), sia per le sue evoluzioni.

Quello che oggi mi fa ridere, è che si continua a definirla un 'monoteismo', quando invece è una sorta di 'politeismo mascherato'.
Con il fatto che sia Cristo che lo Spirito Santo sono elevati al livello di Dio, i credenti hanno da sempre cercato altre figure più vicine a loro nella sfera del quotidiano, così come i vari 'politeismi' hanno una divinità associata ad ogni campo della vita o della natura.
Così si è sviluppato il culto dei Santi, delle icone e delle varie madonnine che piangono ecc...che sta letteralmente soppiantando il culto per il divino vero e proprio. La Chiesa, con questa cosa, si fa soldi a palate e tace sulla strumentalizzazione che sta avendo il concetto di 'sacro'...pensiamo alle spoglie di padre Pio esposte un anno fa, ormai Santo e protettore e al sud molto più venerato rispetto alla figura del Cristo.
Se non è politeismo questo :lol:
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda Telemaco33 » gio gen 15, 2009 9:38 am

Credente (cattolico). Riguardo la scritta sul bus: siamo in democrazia, no? è l'ennesima prova di come il cancro della pubblicità riesca a corrodere qualsiasi valore o prinicipio (giusto o sbagliato che sia) in una società che riesce ormai a adorare solo il dio denaro. L'istituzione chiesa conta ormai assai poco...
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda prince rupert » gio gen 15, 2009 10:36 am

Veniamo a noi.
Per prima cosa non sono un ateo e non riesco a capire chi lo sia.
La trovo una cosa abbastanza assurda, ma è solo un mio punto di vista.

Per quel che riguarda i precetti che CERCO di seguire nella mia vita quotidiana sono quelli che sono alla base della nostra spiritualità che, come diceva Chemnitz è un politeismo “mascherato”.
Seguo la Tradizione e studio da anni le varie manifestazioni del sacro nella storia.

L’influenza che sento più vicina e più consona al mio spirito è la Tradizione Romana.
E’ ormai da tempo che seguo con simpatia ed affetto il Movimento Tradizionalista Romano.
Quindi qualcuno in modo frettoloso potrebbe definirmi pagano ma quando si parla di religiosità bisogna distinguere due fenomeni: la religiosità popolare e le tradizioni elitarie.
Nei paesi del nord Europa rispetto ai paesi mediterranei, il paganesimo popolare è riuscito a restare più autonomo dal cristianesimo. Però in ambito mediterraneo sembrano esserci state sempre delle elite pagane, e ciò lo si deve proprio alla continuità della superiore e più strutturata cultura greca e latina.

Avvicinandomi al paganesimo nell’Italia di oggi, ho iniziato a guardare a ciò che mi appare più da vicino, e a non avere paura di praticare dei riti ANCHE senza il conforto di una secolare realtà visibile dietro alle mie spalle, che poi è la sicurezza che si ricerca nelle grandi religioni storiche.
Una vita centrata su un culto che è privato, scandito dall’antico calendario romano, con le sue ricorrenze e le sue feste.
Feste e ricorrenze che hanno ovviamente un crisma superiore ed invisibile.
Il tutto lo svolgo in modo sobrio e secondo i modi compatibili della nostra vita moderna.
Diciamo che l’andare per boschi della Sila, il restare in contatto con le forze della natura e confrontarsi con essa è un buon banco di prova per saggiare se stessi e assaporare una parvenza di contatto con un qualcosa di trasfigurante rispetto alle nostre misere esistenze.
La forza metafisica è probabilmente UNA ma essa si esplica in una meravigliosa pluralità di forme e funzioni che rendono il cosmo sacro e bello.
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda Fedemone » gio gen 15, 2009 1:30 pm

Io mi sento tutte e tre in gradi differenti. Non so se Dio esista davvero (e qui sarebbe agnosticismo), anche perché sembra che Dio non possa agire sul piano materiale (seconda la cabala esiste una frattura tra i piani più materiali e quelli più spirituali, mentre il cristianesimo introduce il libero arbitrio, che significa in altre parole una libertà d'azione totalmente priva dell'intervento divino) ben rappresentata dal Silenzio di Bergman.
Ma il vero problema non è se Dio esista o meno, ma se meriti di essere adorato. Per me no, e qui rientra l'ateismo (anche se esistono le precedenti scappatoie, che sono all'incirca un "non è vero che non esista, è che momentaneamente assente").
Però nonostante tutto credo in una erta spiritualità, ma è un concetto così bizzarro che preferisco non parlarne così. E' come se esistesse un "progetto", ma non lo credo "divino" nel senso stretto della parola.

Giusto un paio di commenti alle affermazioni dei post precedenti:
- Maxline ha detto: "come un triste esperimento mal riuscito entro cui tuttavia aveva deposto fior di speranze." questa è bella frase, ma non è possibile, eprché Dio, in quanto "Dio" e non "dio", è perfetto e non può aver fatto qualcosa a metà. Chi crede, deve credere che tutto rientri in un piano, per quanto crudele possa sembrare sul momento. Ecco, da buon ribelle "luciferino" mi oppongo a questo piano qualunque possa essere, perché non accetto che nessuna divinità (o almeno una che io voglia adorare) possa contemplare la crudeltà nei suoi progetti, se pur momentanei.
- Chemnitz invece trova presuntuoso il voler trovare una siegazione a tutto con la scienza. In realtà questa affermazione non è del tutto vera. Galileo, il padre del metodo scientifico, di fronte al tribunale dell'inquisizione - che propose lo stesso identico dubbio - rispose che Dio ci parla tramite un linguaggio chiamato matematica, e la natura è un grande libro da leggere, e che bisogna adorare chi "l'ha scritto" (ergo, il Creatore) (scusate gli errori nelle citazioni, vado a memoria). L'ottica moderna invece, che da quella puramente positivista ha subito i colpi della meccanica quantistica e del teorema di Goedel, che impedisce una qualsiasi completezza di una teoria (impedendo epr cui un universo totalmente assiomatico, come teorizzato in primis da Laplace e poi fortemente spinto dal matematico D. Hilbert) pensa alla scienza come un modello, una sovrastruttura semplificata ma proprio per questo facilmente leggibile che coincide o quasi col mondo reale. Un mondo spiegato dalla scienza è una visione molto ma molto infantile, che al giorno d'oggi non ha molto credito in realtà.

Il resto, uhmmm, me lo son dimenticato
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda Chemnitz » gio gen 15, 2009 1:41 pm

- Chemnitz invece trova presuntuoso il voler trovare una siegazione a tutto con la scienza. In realtà questa affermazione non è del tutto vera. Galileo, il padre del metodo scientifico, di fronte al tribunale dell'inquisizione - che propose lo stesso identico dubbio - rispose che Dio ci parla tramite un linguaggio chiamato matematica, e la natura è un grande libro da leggere, e che bisogna adorare chi "l'ha scritto" (ergo, il Creatore)


Eh ma Galileo, prima di tutto, si doveva parare il culo :-D
Viveva in un'epoca nella quale un'affermazione leggerissimamente 'atea' lo avrebbe subito condannato al rogo.

Oggi probabilmente ragionerebbe come Margherita Hack, che per me è una grande :wink:
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Re: Quanto siamo credenti, atei o agnostici?

Messaggioda prince rupert » gio gen 15, 2009 2:03 pm

Chemnitz ha scritto:
- Chemnitz invece trova presuntuoso il voler trovare una siegazione a tutto con la scienza. In realtà questa affermazione non è del tutto vera. Galileo, il padre del metodo scientifico, di fronte al tribunale dell'inquisizione - che propose lo stesso identico dubbio - rispose che Dio ci parla tramite un linguaggio chiamato matematica, e la natura è un grande libro da leggere, e che bisogna adorare chi "l'ha scritto" (ergo, il Creatore)


Margherita Hack, che per me è una grande :wink:


Una persona come lei, che crede SOLO in ciò che vede o in ciò che è scientificamente riproducibile, è una persona LIMITATA mentalmente....
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