CHANGE???

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Re: CHANGE???

Messaggioda ForgottenTear » gio ott 22, 2009 3:58 pm

aea giusto per ravvivare gli animi, Obama fa il biricchino ipocrita poco dopo aver preso il Nobel per la pace sulla fiducia:

http://www.washingtontimes.com/news/200 ... xtensions/
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Re: CHANGE???

Messaggioda The Director » gio ott 22, 2009 4:21 pm

Sempre più ALLA FACCIAZZA DEL 'CHANGE'... :wink:

Ecco la notizia ed altre considerazioni in italiano (fonte: blog 'Proscritti'):

Wow, Obama è più bello che pacifico
sabato, 10 ottobre 2009
Due guerre, missili sul Pakistan, Guantánamo. Nobel per la Pace a Barack W. Bush



Il presidente americano Barack Obama ha vinto il premio Nobel per la Pace “per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”. “Wow”, ha commentato la Casa Bianca. Doppio wow, in realtà, perché se questa è la motivazione ufficiale non si può fare a meno di aggiungerne un’altra, ancorata più ai fatti che alle intenzioni di campagna elettorale: Obama è il presidente che in soli nove mesi è riuscito a non cambiare la politica di sicurezza nazionale americana del suo predecessore George W. Bush. Ormai se ne sono accorti tutti, di qua e di là dell'oceano, tranne i giurati di Oslo.
La copertina dello storico settimanale della sinistra britannica NewStatesman, solo per citare l'ultimo esempio, è titolata "Barack W. Bush", ma sono ormai centinaia le dichiarazioni di intellettuali, editorialisti e militanti della sinistra liberal convinti che il primo mandato di Obama sia una versione politicamente corretta del terzo di Bush.
La presidenza Obama è decisamente più bella che pacifica: dall'Iraq. non è andato ancora via un soldato e quando gli americani cominceranno lentamente a ritirarsi lo faranno secondo un calendario deciso dal governo iracheno e da Bush. In Afghanistan, il neo premio Nobel per la pace ha raddoppiato il contingente militare rispetto agli anni di Bush e, in queste ore, sta valutando l'ipotesi di mandare altri 40 mila uomini che si andranno ad aggiungere ai nuovi soldati chiesti ai paesi della Nato e, forse, anche alla Cina. Di sicuro non ci sarà una riduzione di truppe né un disimpegno da quella che Obama ha definito "guerra giusta". Obama non ha soltanto aumentato la forza di fuoco americana in Afghanistan, come peraltro aveva promesso senza che a Oslo se ne accorgessero, ma ha esteso e ampliato le operazioni belliche al Pakistan. Da quando il pacifico Obama è diventato presidente degli Stati Uniti gli attacchi missilistici sui villaggi tribali del Pakistan sono stati quarantadue, con 460 morti accertati, compresi gli oltre novanta uccisi durante il bombardamento sul funerale di un leader talebano.
E anche sull'Iraq, la cosiddetta guerra "stupida"che Obama non avrebbe mai intrapreso (ma nel 2002 non era ancora senatore), il neonobel ha precedenti proprio pacifisti: nel maggio 2005 ha votato a favore del finanziamento da 82 miliardi di dollari per la guerra, così come nel giugno 2006, quando ha approvato la richiesta di Bush di 94 miliardi e mezzo di dollari. Stesso voto. "si". alla richiesta del settembre 2006 di finanziare le attività del Pentagono con 448 miliardi di dollari, compresi 70 per le operazioni militari in Iraq e Afghanistan. nell'aprire 2007 ha dato l'ok ad altri 90 miliardi, ma con la richiesta di ritirare obbligatoriamente le truppe Bush ha posto il veto). Soltanto nel maggio 2007 è arrivato il primo "no", mentre all'ulteriore richiesta del dicembre 2007 ha preferito astenersi dal voto. Nel 2008, Obama ha detto ancora "si" alla guerra e alla legge speciale del Senato che affidava ai militari altri 162 miliardi di dollari , assieme a vari altri provvedimenti sociali e d'emergenza.Obama ha votato no al "surge" in Iraq, la nuova strategia politica-militare che ha di fatto chiuso i combattimenti in Iraq, ma poi ha riconosciuto che è stata "un successo al di là delle più rosee aspettative". Il ministro della guerra di Obama è lo stesso di Bush, il repubblicano Bob Gates,. Il generale che sovraintende le operazioni militari è l'eroe di Bush, David Petraeus. Così come il capo di stato maggiore, Mike Mullen. Anche il generale che guida la guerra in Afghanistan, Stan Mc Crystal, è uno di Bush, tanto da aver guidato le operazioni speciali in Iraq.
Guantánamo è ancora aperto e la promessa di chiuderlo entro l'anno non sarà rispettata. una volta che il carcere nell'isola di cuba sarà chiuso, ammesso che capiterà mai, i detenuti verranno trasferiti in supercarceri in territorio americano meno confortevoli della "base della vergogna". Il campo di bagram, in Afghanistan, dove da anni finiscono i detenuti della guerra al terrorismo, è apertissimi e Obama non ha intenzione di chiuderlo, anzi ne ha ordinato l'ampliamento. Obama ha vietato le "tecniche d'interrogatorio avanzato" elaborate dalla Cia di Bush, ma le pratiche più controverse, come l'annegamento simulato ("waterboarding"), erano state abbandonate già nel 2003 e in totale sono state applicate soltanto su tre detenuti.
Le extraordinary rendition, ovvero i rapimenti clandestini dei terroristi di in paesi stranieri, continuano in buona lena. Il Patriot act, che aveva fatto gridare allo stato di polizia, è pronto per essere rinnovato, su esplicita richiesta di Obama. L'espansione del potere esecutivo segue la tendenza imperiale inaugurata da Bush e Cheney e per i detenuti di Al Qaida non cambia nulla rispetto all'epoca precedente:alcuni saranno trasferiti in paesi terzi, altri processati nelle corti militari speciali, create da Bush, mentre i super terroristi, come prima, saranno rinchiusi senza processo e a tempo indeterminato. L'approccio internazionale di Obama, guerre a parte, è diverso rispetto a quello del Bush del primo mandato, sia in termini di toni usati sia di disponibilità a trattare con i nemici. Il nuovo presidente ha promesso un'apertura all'Iran, un accordo con la Corea del nord, grandi sforzi diplomatici in gir, un mondo denuclearizzato, un impegno formidabile contro il surriscaldamento terrestre (anche se da senatore dello Stato dell'Illinois aveva votato contro il trattato di Kyoto). ma nonostante un uso delle parole più conciliante rispetto al predecessore, "la spina dorsale della politica americana espressa da Obama resta simile a quella dell'amministrazione Bush" (N.Y.Times, 24 settembre 2009).
Di pace, nemmeno l'ombra. Nove mesi dopo l'Iran ha represso nel sangue l'opposizione, ha condotto test missilistici e continua ad arricchire uranio, anche in strutture segrete scovate dai servizi occidentali. C'è stato un colloquio a Ginevra che segue quello dell'anno scorso alla presenza di un inviato di Bush, William Burns, che è esattamente lo stesso scelto ora da Obama. Il Pentagono, intanto, sta intensificando la produzione delle speciali bombe anti bunker, inutili in Iraq e Afghanistan, ma decisive contro i siti nucleari iraniani. La Corea del nord ha condotto un paio di test nucleari e missilistici, mentre l'America continua ad inquinare più del resto del mondo, senza che la casa Bianca riesca a far approvare un taglio delle emissioni in tempo per i prossimi trattati.
Il comitato del Nobel ha ammesso che per alcuni osservatori l'assegnazione del Premio a un presiedente neoeletto potrebbe essere "prematura". Caustico il commento dell'economist:"Non si applaude mai il tenore quando si schiarisce la voce". Qualcuno, a sinistra, suggerisce ad Obama di rifiutare il premio, "perlomeno fino a quando non finisce le sue due guerre". Lo stesso Obama, un po' imbarazzato, ha detto che non lo considera un riconoscimento per ciò che ha fatto, ma un invito ad un maggior impegno. E, a proposito di imbarazzi, per rispetto del regime cinese, un paio di giorni fa Obama ha rifiutato di incontrare il Dalai Lama, ora suo collega Nobel per la pace.
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Re: CHANGE???

Messaggioda The Director » lun ott 26, 2009 3:58 pm

Continuano le prodezze del NON-change...

Adesso Obama ha dichiarato lo stato di allarme per la famosa 'influenza A'...

Ora mia moglie, che viene dal centro-America e qualcosina in più di noi altri la sa su come funzionino laggiù le cose, avendoci vissuto quasi tutta la sua vita, mi spiega che questo significa una cosa sola (in vero facilmente intuibile): UNA PIOGGIA DI SOLDI CHE FINIRANNO NELLE TASCHE DELLE LOBBY FARMACEUTICHE!!!

Cambiano i presidenti, neri o bianchi che siano, ma sono sempre le lobby a decidere e a tirare i fili, e non è proprio il caso di continuare a farsi illusioni di 'change'... :|
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Re: CHANGE???

Messaggioda Diòscuro » mer ott 28, 2009 8:56 am

Non so se mettere questa notizia qui da Change? o dalle notizie folli, o almeno folli per me. In teoria interessa tutti noi, da qualunque punto di vista, perché il Change che si profila dalle premesse non ci piacerà..
Riguarda il Trattato di Lisbona, valido per tutta EU a breve. Non ho mai visto un Trattato che per essere votato (non essendo chiarissime le parti che lo contraggono, visto che noi cittadini non siamo stati davvero sentiti) non viene fatto votare da tutti i cittadini degli stati membri, ma è fatto votare qua e là, e rivotare finchè non si ha il risultato desiderato. Come nel caso dell’Irlanda, prima vota no; non si accetta il suo no, e la si fa ri-votare finchè strangolata dalla crisi non vota sì. Ora tutto dipenderà dal Pres. Ceco Vaclav Klaus, se firmerà o meno (già nel suo parlamento c’è una fronda contro di lui). Nessuno parla dell’Islanda che dice che di un’organizzazione siffatta non sa che farsene.

Il Trattato comprende:
- Controllo totale europeo (e non degli stati membri) sulle politiche d'immigrazione,
- PENA DI MORTE europea (anche se le Costituzioni degli stati membri vi si oppongono) per rivoluzioni e insurrezioni
- inasprimento delle pene per reati d’opinione
- obbligo di obbedienza alle "leggi eurocratiche" al di sopra di quelle nazionali;
- sarà resa obbligatoria la Carta dei diritti fondamentali UE che comprende :
- pacchetto eutanasia, leggi matrimoniali come Pacs, aborto e diritti dei bambini, nuove leggi di successione, legalizzazione di droghe, tutte cose che passano alla competenza eurocratica.
- Mandato d'arresto europeo, prigioni europee e polizia europea.
- Infine avremo un Presidente Europeo Unico uguale per tutti, ci piaccia o no, con totale mancanza di diritto di veto per ognuno degli stati membri, sulle decisioni prese.

Di tutto si occupa la nostra stampa nel 2008 e 2009 tranne che di questo Trattato. Presto sarà realtà senza che nessuno ne possa fare davvero nulla. Sono centinaia di pagine in cui una ristretta oligarchia si propone di imporre una visione unica dell'economia e della società, sanzionando le voci fuori del coro. In questo ambito abbiamo già lo "spazio giuridico europeo", poi i "parametri di Maastricht" e, se passerà, la possibilità di imporre legislazioni (direttive) liberticide, su quel che si può o non si può insegnare o diffondere. L'Europa del "Trattato" sembra la nuova unione sovietica, dove sarà vietato anche quello che è formalmente permesso, perchè si troverà sempre un "giudice" disposto ad "interpretare" una norma in base alla propria visione ideologica. Già abbiamo visto da altre notizie che questo accade anche ora.
Gli unici che ne hanno parlato, in modo insufficiente (non lasciatevi fuorviare se non sono i Vs. beniamini della stampa, stavolta l’argomento merita, è il futuro dell’Europa) ai link, e sotto l’art. più completo:

http://www.ilgiornale.it/esteri/europa_ ... comments=1

http://www.italianiliberi.it//Edito09/i ... 21009.html

http://www.matteosalvini.net/sito/2009/ ... iu-vicina/

IL GRANDE INGANNO DA MAASTRICHT A LISBONA di Solange Manfredi

Premessa: Nel corso di questi anni ho scritto diversi articoli sottolineando alcune sentenze o leggi che, a mio parere, presentavano diverse anomalie:violazioni costituzionali nell'esercizio della politica monetaria; attentato agli organi costituzionali; La costituzione inesistente, abbiamo perso tutto; Il lodo Alfano? Un falso bersaglio, l'Italia ha perso la tutela dei diritti umani. Non riuscivo a spiegarmi, allora, perché questi fatti non venissero segnalati, commentati e, soprattutto, perché i media tacessero la “pericolosità” di quanto stava accadendo. Oggi, probabilmente, ho capito il perché di quell’assordante silenzio. Quella che vi sto per raccontare è la storia di un grande inganno, un inganno che parte da lontano, sin dalla fine della seconda guerra mondiale. E’ la storia di un progetto (eversivo???) che vuole l’Europa governata da una oligarchia. Poiché il progetto subisce, nel 1992, un’importante accelerazione, è da tale anno che inizieremo a raccontare questa storia.
Maastricht
Il 29 gennaio 1992 viene emanata la legge numero 35/1992 (Legge Carli - Amato) per la privatizzazione di istituti di credito ed enti pubblici. Passano pochi giorni ed ecco un’altra data cruciale, il 7 febbraio 1992. In questa data avvengono due fatti estremamente importanti per la realizzazione del progetto: viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), attribuisce alla Banca d’Italia la “facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro”. Ovvero dal 1992 la Banca d’Italia decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro;Giulio Andreotti come presidente del Consiglio assieme al ministro degli Esteri Gianni de Michelis e al ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di Banche Centrali (SEBC) e la Banca Centrale Europea (BCE). Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Unione Europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi. I cittadini italiani non si rendono conto della gravità delle conseguenze che questi atti hanno, ed avranno, sulle loro vite. Ne subiscono le conseguenze e quando si domandano “perchè”, ogni volta viene loro proposto un capro espiatorio diverso. L’importante è che i cittadini non riescano a capire quanto sta avvenendo.I potenti, nel frattempo, continuano a lavorare al loro progetto e, il 13 ottobre 1995, il governo italiano, con il Decreto Ministeriale numero 561, pone il segreto su: “
articolo 2) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria…;
d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea;
e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea…
Articolo 3.
a) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni… sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari…; ecc. …)”. Insomma, quanto il Governo sta facendo per realizzare il progetto europeo non si deve sapere, men che meno in ambito di politica monetaria. Il 1 gennaio 2002 l’talia ed altri Paesi europei (non tutti) adottano come moneta l’uro. I prezzi raddoppiano, gli stipendi no. La crisi economica si acuisce. Anche in questo caso viene offerto ai cittadini qualche capro espiatorio per giustificare una crisi che, invece, secondo alcuni analisti, è stata pianificata da tempo. Il 4 gennaio 2004 Famiglia Cristiana rende note le quote di partecipazione alla Banca d’Italia. Si scopre così, per la prima volta (le quote di partecipazione di Banca d’Italia erano riservate) che l’istituto di emissione e di vigilanza, in palese violazione dell’articolo 3 del suo statuto (In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici) è, per il 95% in mano a banche private e società di assicurazione (Intesa, San Paolo, Unicredito, Generali, ecc..). Solo il 5% è dell’INPS. Da quando la Banca d’Italia è in mano ai privati? Come è potuto succedere tutto ciò? La risposta è semplice: con la privatizzazione degli istituti di credito voluta con la legge numero 35/1992 Amato- Carli, cui, l’ex governatore della Banca d’Italia, ha fatto subito seguire la legge 82/1992, che dava facoltà alla Banca d’Italia di decidere autonomamente il costo del denaro. In altri termini con queste due leggi la Banca d’Italia è divenuta proprietà di banche private che si decidevano da sole il costo del denaro sancendo così, definitivamente, il dominio della finanza privata sullo Stato. A questo stato di cose seguono i noti scandali bancari (Bond argentini, Cirio, Parmalat, scalata Unipol con il rinvio a giudizio del governatore di Banca d’Italia Fazio, ecc..) con grande danno per migliaia di risparmiatori.Non è possibile che il ministro Carli, ex governatore della Banca d’Italia, non si sia accorto di tutto ciò. Ed ancora: è possibile che i politici, ministri del Tesoro, governatori non si siano accorti, per ben 12 anni, di questa anomalia? Comunque se ne accorgono alcuni cittadini, che citano immediatamente in giudizio la Banca d’Italia. Il 26 settembre 2005 un giudice di Lecce, con la sentenza 2978/05, condanna la Banca d’Italia a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito monetario. Nella sentenza viene sottolineato, inoltre, come la Banca d’Italia, solo nel periodo 1996-2003, si sia appropriata indebitamente di una somma pari a 5 miliardi di euro a danno dei cittadini. Ma ancora non basta, perché la perizia del CTU nominato dal giudice mette in evidenza: Per quanto concerne la Banca d’Italia: come questa sia, in realtà, un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato; come, pur avendo il compito di vigilare sulle altre banche, Banca d’Italia sia in realtà di proprietà e controllata dagli stessi istituti che dovrebbe controllare; come, dal 1992, un gruppo di banche private decida autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro. Per quanto concerne la BCE: come questa sia un soggetto privato con sede a Francoforte; come, ex articolo 107 del Trattato di Mastricht, sia esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea. come la succitata previsione faccia si che la BCE sia un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale; come, tra i sottoscrittori della BCE, vi siano tre Stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei Paesi dell’euro. In altri termini la sentenza mette in evidenza come lo Stato, delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, dal 1992 l’abbia ceduta a soggetto diverso dallo Stato: prima alla Banca d’Italia (di proprietà al 95% di privati), quindi alla BCE (soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale). Così facendo lo Stato ha violato due articoli fondamentali della Costituzione: L’articolo 1 che recita: “... La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Infatti il popolo aveva delegato i suoi rappresentanti ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, non a cederla a soggetti privati; L’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia … consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. L’articolo 11 della Costituzione consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale. Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna. Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria. nLa sentenza è, quindi, estremamente importante e, per taluni, anche estremamente pericolosa, visto che ai politici che illegittimamente hanno concesso la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE potrebbero essere contestati i reati di cui agli articoli: 241 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo”. 283 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”. I politici, infatti, hanno ceduto un potere indipendente e sovrano ad un organismo privato e, per quanto riguarda la BCE, anche esterno allo Stato. Il pericolo c’è, ma la paura di un possibile rinvio a giudizio per questi gravi reati dura poco. Per una strana coincidenza, a soli 5 mesi dalla sentenza che condanna la Banca d’Italia, nell’ultima riunione utile prima dello scioglimento delle camere in vista delle elezioni, con la legge 24 febbraio 2006 numero 85 dal titolo “Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione” vengono modificati proprio gli articoli 241 (attentati contro l’indipendenza, l’integrità e l’unità dello Stato); 283 (attentato contro la Costituzione dello Stato); 289 (attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali), ovvero le figure di attentato alle istituzioni democratiche del Paese, che, diciamolo, con i reati di opinione hanno ben poco a che vedere.Cosa cambia con questa modifica? Nella sostanza le figure di attentato diventano punibili solo se si compiono atti violenti. Se invece si attenta alla Costituzione semplicemente abusando di un potere pubblico non si commette più reato. I politici, dunque, non solo sono salvi per quanto concerne il passato, ma, da ora in poi, potranno abusare del loro potere pubblico violando la Costituzione senza più rischiare assolutamente nulla. Certo, questa modifica priva la nostra repubblica di qualsiasi difesa, ma di questo pare nessuno se ne accorga. Pochi mesi dopo questa modifica arriva la sentenza 16.751/2006 della Cassazione a Sezioni Unite, che accoglie il ricorso di Banca d’Italia avverso la succitata sentenza del giudice di Lecce. Nelle motivazioni si legge: “... al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”. In altri termini il giudice non può sindacare come lo Stato esercita le sue funzioni sovrane, neanche quando queste arrechino un danno al cittadino. Ma, come abbiamo appena visto, il cittadino è rimasto privo di difese anche nel caso in cui, abusando di poteri pubblici, la sua sovranità venga svenduta a soggetti privati. E allora che fare? Al cittadino resta un’ultima flebile speranza? Può aggrapparsi alla violazione dell’articolo 3 dello Statuto della Banca d’Italia? Assolutamente no, anche l’articolo 3 dello Statuto, ovviamente, è stato modificato a dicembre del 2006. Ora non è più necessaria nessuna partecipazione pubblica in Banca d’Italia. Tutto in mano ai privati per Statuto. La sovranità monetaria è persa. Ma l’inganno è solo all’inizio, anche se è stato portato a termine un tassello importante del progetto, in fondo si sa, è il denaro che governa il mondo.
Lisbona
I potenti, sicuri della loro totale impunità, proseguono nel grande inganno e, visto che nel 2005 la Costituzione Europea (che presentava palesi violazioni con le maggiori costituzioni europee e pareva scritta per favorire le grandi lobby affaristiche in danno dei cittadini) era stata bocciata da francesi ed olandesi al referendum, decidono che, per far passare il testo, si deve agire in due modi: evitare di far votare la popolazione; rendere il testo illeggibile. Il loro progetto prevede di lasciare la Costituzione Europea immutata e, per evitare il referendum, di chiamarla Trattato. Poi, per non far capire al cittadino che nulla è cambiato, rendono il testo illeggibile inserendo migliaia di rinvii ad altre leggi e note a piè pagina, come hanno confessato: l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”; il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”; il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile... Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”. Nel 2007 tutto è pronto e il 13 dicembre i capi di governo si riuniscono a Lisbona per firmare il Trattato, ovvero la Costituzione Europea bocciata nel 2005 e resa illeggibile. Ora manca solo la ratifica dei vari Stati. Il parlamento italiano ratifica il trattato di Lisbona l’8 agosto del 2008, approfittando della distrazione dei cittadini dovuta al periodo feriale. Nessuno spiega ai cittadini cosa comporti la ratifica del Trattato, ed i media, ancora una volta, tacciono. In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi (Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, il Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere. Ancora una volta i nostri politici, abusando del loro potere pubblico, hanno violato l’articolol 1 e 11 della nostra Costituzione. L’articolo 1 perchè, come detto, lo Stato ha la delega ad esercitare la funzione sovrana in nome e per conto dei cittadini, non a cederla. E’ come se una persona avesse il compito di amministrare un immobile e lo vendesse all’insaputa del proprietario, abusando del potere che gli è stato conferito. Inoltre ha violato l’articolo 11 perché, come abbiano visto: “L’Italia… consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità”. Lo Stato, invece, ancora una volta ha ceduto la sovranità e l’ha ceduta non in condizioni di parità. Infatti l’Inghilterra, che già non ha aderito all’euro, in sede di negoziato ha ottenuto diverse e importanti esenzioni per aderire al Trattato di Lisbona, eppure pare che il primo presidente europeo sarà proprio l’ex primo ministro inglese Tony Blair. La nomina a presidente europeo di Blair deve far riflettere, sopratutto in ordine alla cosiddetta Clausola di Solidarietà presente nel Trattato di Lisbona. Detta Clausola prevede che ogni nazione europea sia tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare contro “azioni terroristiche” in qualunque altra nazione. Il problema e che nessuno ha definito cosa si intenda per “azioni terroristiche”. Chi deciderà chi è un terrorista e perchè? Persone come Tony Blair, in passato coinvolto nello scandalo sulle inesistenti armi di distruzione di massa in mano a Saddam con cui è stata giustificata la guerra all’Iraq? A quante guerre ci sarà chiesto di partecipare solo perché qualche politico non democraticamente eletto avrà deciso di usare la parola “terrorista” o “azione terroristica”? Si consideri che già, oggi, basta definire un cittadino “presunto terrorista” per poterlo privare dei diritti umani e permettere che i servizi segreti possano sequestrarlo a fini di tortura, attività criminale che potrà poi essere coperta con il segreto di Stato, come ha recentemente confermato con la sentenza 106/2009 anche la nostra Corte Costituzionale. Ma il dato più allarmante è che con il Trattato di Lisbona viene reintrodotta la pena di morte. Ovviamente tale dicitura non è chiaramente presente nel testo, ma in una noticina a piè pagina (si continua nell’inganno). Leggendo attentamente questa noticina, e seguendo tutti i rimandi, si arriva alla conclusione che con il Trattato di Lisbona accettiamo anche la Carta dell’Unione Europea, la quale dice “La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: Per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta; per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” (articolo 2, paragrafo 2 della CEDU). La cosa è di estrema gravità. Infatti, anche in questo caso, chi deciderà che una protesta è sfociata in disordini tali da rendere lecito un omicidio? (l’Italia, poi, ha un triste primato in fatto di “agenti provocatori” pagati per trasformare una manifestazione in guerriglia). In quali casi si potrà sparare sulla folla disarmata? Chi deciderà quando potranno essere sospesi i diritti umani? Perché di questo si tratta. Ecco la storia di un grande inganno, un inganno che inizia - con il cedere illecitamente, proteggendosi con il segreto, la funzione sovrana dell’esercizio della politica monetaria a privati: - nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla Costituzione; - nell’approfittare delle ferie estive per ratificare un Trattato con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc.) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce; - ed, in ultimo, nel dare il potere a qualche politico di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola. Così, quando i cittadini si renderanno conto che hanno perso tutto, che la loro vita viene decisa da una oligarchia di potenti non eletti democraticamente, quando si renderanno conto del grande inganno in cui sono caduti non sarà loro concesso neanche reagire o protestare, perchè basterà una sola parola per trasformare la reazione in “azione terroristica” o la protesta in “insurrezione”, legittimando così la sospensione dei diritti umani e l’applicazione della pena di morte. Il tutto, poi, verrà coperto con il segreto di Stato.

Per gentile concessione di Solange Manfredi

http://www.effedieffe.com/component/opt ... temid,272/
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Re: CHANGE???

Messaggioda The Director » ven ott 30, 2009 4:07 pm

E mentre il mondo 'impazzisce' per l'hula-hop solo perchè l'ha visto fare a reti mondiali unificate a Michelle Obama (e meno male che in Italia siamo rincoglioniti dalla tivvù!!! :shock: ) per una 'passione' che probabilmente non arriverà all'inizio di dicembre (c'è da augurarselo!), i tiggì ci danno notizia di un grande 'change' che ha per protagonista l'incommensurabile Barack: per la prima volta un presidente USA è andato all'aeroporto a ricevere le salme dei caduti nelle 'missioni di pace'...

Verrebbe da dire: WOW, l'avranno eletto proprio per quello, era in cima al programma elettorale, è una cosa di una rilevanza pratica e sociale senza precedenti... ma sono battute talmente facili che sembra quasi di sparare sulla Croce Rossa...

Il punto è che c'è UN'ALTRA 'prima volta': mi riferisco alla prima volta in cui sono state ammesse le telecamere all'arrivo delle salme dalle zone di guerra... forse forse proprio perchè 'qualcuno' doveva farsi riprendere mentre recitava la parte dell'addolorato??? :wink:
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Re: CHANGE???

Messaggioda The Director » sab nov 07, 2009 10:28 am

Ieri i sempre più approssimativi e accalorati tiggì italici hanno strillato a reti unificate l'ennesimo 'gesto storico' del caro Barack: "per la prima volta un presidente americano ha incontrato i rappresentanti delle comunità di indiani d'America"...

Certo che dare le notizie a 'sto modo...

Mia moglie, centroamericana, mi SPIEGA che la notizia data così non sta in piedi: mi rende noto che i presidenti americani hanno regolarmente incontrato questi rappresentanti degli indiani negli anni, ma a gruppi di qualche decina per volta, mentre l'unica cosa che è cambiata nell'occasione obamiana sta solo nel fatto che li si è convocati tutti insieme in un'unica seduta, TUTTO QUI...

Come fa in fretta certa 'informazione' ad esaltarsi, ovviamente DISinformando... mah! :?
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Re: CHANGE???

Messaggioda dave » sab nov 07, 2009 3:16 pm

The Director ha scritto:Ieri i sempre più approssimativi e accalorati tiggì italici hanno strillato a reti unificate l'ennesimo 'gesto storico' del caro Barack: "per la prima volta un presidente americano ha incontrato i rappresentanti delle comunità di indiani d'America"...

Certo che dare le notizie a 'sto modo...

Mia moglie, centroamericana, mi SPIEGA che la notizia data così non sta in piedi: mi rende noto che i presidenti americani hanno regolarmente incontrato questi rappresentanti degli indiani negli anni, ma a gruppi di qualche decina per volta, mentre l'unica cosa che è cambiata nell'occasione obamiana sta solo nel fatto che li si è convocati tutti insieme in un'unica seduta, TUTTO QUI...

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beh, io lo dico da secoli che l'informazione mediatica disinforma. Tu lo noti con Obama, io con qualcun altro... :wink: :mrgreen:
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Re: CHANGE???

Messaggioda Diòscuro » sab nov 07, 2009 5:17 pm

da http://www.movisol.org/

Ciò che gli europei non sanno
sulla riforma di Obama

29 ottobre 2009 (MoviSol) - L'economia reale ed i livelli di vita negli Stati Uniti sono crollati ad un tasso senza precedenti negli ultimi mesi, ed anche la fiducia nella Casa Bianca e nel Congresso è al minimo storico. Non è difficile comprendere il perché: da quando si è insediato Obama, il numero dei disoccupati è aumentato di quasi cinque milioni. Si stima che 2.000 americani al giorno perdano l'assegno di disoccupazione. Nel frattempo, le banche e gli hedge funds sono stati rifinanziati a suon di 25 trilioni di dollari.

Quanto alla sanità, mentre milioni di americani disperati contavano su Obama per ridurre il potere delle compagnie di assicurazione private, e per promuovere una politica sanitaria promossa dal governo (la cosiddetta opzione pubblica), Obama ha rinnegato entrambe. Molti gruppi di interesse, inclusi i sindacati, si rifiutano di sostenere una riforma sanitaria che non comprenda l'opzione pubblica, ma le mutue private (HMO) e le imprese farmaceutiche si rifiutano di accettarla. Fervono dunque i negoziati e gli incontri "di emergenza" dietro le quinte, ma con scarse probabilità di successo. Stando agli ultimi sondaggi, il 72% degli elettori sono contrari al disegno di legge Obama/Baucus sulla riforma sanitaria.

Altrimenti, contrariamente a quanto sostengono i media, a sostenere il disegno di legge sono l'industria delle assicurazioni e la lobby farmaceutica. In effetti, Simon Stevens, vicepresidente della più grossa HMO, United Health, che in passato ha lavorato per Tony Blair al Sistema Sanitario Nazionale britannico, dove ha contribuito a stilare la politica di eutanasia e suicidio assistito nota come Percorso di Liverpool (Liverpool Care Pathway), è uno degli autori della bozza del disegno di legge di Obama.

Molti media in Europa dipingono il ddl Obama/Baucus, erroneamente, come un passo verso la copertura universale. Due terzi dei 50 milioni di americani senza assicurazione sanitaria continueranno a non averla con questo disegno di legge. Il restante terzo, quasi 16 milioni, avrà una copertura sanitaria inadeguata e sarà costretto ad acquistarla con una franchigia altissima e per molti di loro, che sono troppo poveri per potersi permettere un'assicurazione sanitaria, il governo fornirà dei sussidi sui pagamenti. In altre parole, il governo eseguirà i pagamenti direttamente alle compagnie di assicurazione, ma le famiglie disporranno della copertura solo dopo aver pagato di tasca loro un certo minimo (spesso dai 3.000 ai 5.000 dollari). La maggioranza delle famiglie povere non potranno pagare una cifra così alta, e non utilizzeranno dunque la loro assicurazione.

Quanto all'affermazione secondo cui le imprese farmaceutiche avrebbero generosamente accettato di depennare 80 miliardi di dollari che Medicare deve loro secondo il piano di rimborso medicinali, esse hanno accettato solo a patto che Obama non consentisse a Medicare di negoziare sui prezzi dei farmaci da prescrivere. Questo significa che per gli 80 miliardi a cui "rinunciano" le compagnie farmaceutiche, ne guadagneranno almeno 600 miliardi in aumenti dei prezzi sui farmaci nei prossimi dieci anni. Non sorprende che non si oppongano al disegno di legge!

http://www.movisol.org/09news206.htm
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Re: CHANGE???

Messaggioda Diòscuro » sab nov 07, 2009 5:20 pm

p.s. questa è pure terribile

dal Corriere

http://www.corriere.it/esteri/09_novemb ... aabc.shtml

Usa: bambini di 5 anni al lavoro nei campi, i piccoli usati per raccogliere i mirtilli
Aziende come Walmart e Kroger coinvolte nello sfruttamento di manodopera minorile nel Michigan
per lo più le vittime sono minori immigrati provenienti dal Messico. aperta un'inchiesta
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Re: CHANGE???

Messaggioda The Director » dom nov 08, 2009 2:50 pm

dave ha scritto:
The Director ha scritto:Ieri i sempre più approssimativi e accalorati tiggì italici hanno strillato a reti unificate l'ennesimo 'gesto storico' del caro Barack: "per la prima volta un presidente americano ha incontrato i rappresentanti delle comunità di indiani d'America"...

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beh, io lo dico da secoli che l'informazione mediatica disinforma. Tu lo noti con Obama, io con qualcun altro... :wink: :mrgreen:


Uh, a proposito di (DIS)informazione: dov'erano tutti quelli che gridano e manifestano per la mancanza di libertà di stampa quando Obama ha tuonato contro la Fox, che, a suo dire, è un partito politico che rema contro di lui??? :wink:
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Re: CHANGE???

Messaggioda The Director » mar nov 10, 2009 8:46 am

I più importanti media americani informano che Obama è intenzionato ad inviare gradualmente altri 40mila soldati in Afghanistan: continua il grande CHANGE!!! PDT_Armataz_01_42
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Re: CHANGE???

Messaggioda enry » lun nov 16, 2009 8:26 pm

Faccio mie le parole di Corey Taylor che riassumono grosso modo il mio pensiero: "...prendiamo l'elezione di Obama, per esempio: dieci anni fa non sarebbe mai potuta succedere una cosa simile, un Presidente di colore alla Casa Bianca!! Oggi invece, quasi ci siamo già scordati dell'evento epocale al quale abbiamo assistito. Con questo NON VOGLIO DIRE che Obama sarà il miglior presidente della storia degli Stati Uniti, però rimarrà per sempre un simbolo di grande cambiamento e questa per me è una cosa meravigliosa!"
Qualche volta può essere utile anche sentire il pensiero di che in America ci vive.
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Re: CHANGE???

Messaggioda Diòscuro » lun nov 16, 2009 8:45 pm

interessante Enry. Però i bimbi di 5 anni messicani a lavorare nelle piantagioni di mirtilli USA, o la decantata riforma sanitaria obamiana che continua a lasciar fuori gli indigenti (cfr. post più sopra) è faccenda ben più seria del colore di Obama: la sua elezione è passata poi dalle lobbies Kennedy & co, studiata a tavolino, non si pensi a Obama self-made man che dal nulla è arrivato lì, dal momento che viveva già da privato in una tenuta miliardaria.
Eppure in USA comandano altri: ci sono cose che non cambieranno mai. Le favole sono per chi se le beve.
da http://www.movisol.org/09news215.htm

Geithner chiede poteri illimitati
per salvare i suoi amici di Wall Street

6 novembre 2009 (MoviSol) - Il 29 ottobre il ministro del Tesoro americano Tim Geithner ha proposto una legge che darebbe al governo poteri illimitati per salvare banche d'affari, finanziarie e altre "non-banche", che LaRouche ha definito "equivalente ad un tradimento".

Secondo la nuova proposta, gli istituti finanziari non commerciali sarebbero esclusi dalla giurisdizione fallimentare ordinaria, ma sarebbero sottoposti ad un "Consiglio di Sorveglianza dei Servizi Finanziari" dipendente dall'esecutivo. Il deputato democratico Brad Sherman, che già nel 2008 si era opposto al salvataggio targato Paulson-Goldman Sachs, ha definito il piano Geithner un "TARP agli steroidi", e cioè un mega-schema di salvataggio bancario. Alle audizioni presso la Commissione Finanze della Camera, Sherman ha accusato Geithner di voler appropriarsi di "un'autorità di salvataggio permanente e illimitata". La legge garantirebbe "1. Poteri senza precedenti all'esecutivo per decidere spese e imposte senza l'approvazione parlamentare; e 2. Di volta in volta dipendente dai desideri del ramo esecutivo, il più grande trasferimento di denaro dal Tesoro a Wall Street nella storia USA".

Citando il testo del ddl proposto, Sherman ha proseguito: "L'esecutivo può concedere in prestito un ammontare illimitato ad ogni istituto finanziario solvibile se necessario per impedire l'instabilità finanziaria (§1109a), o ad un istituto finanziario in difficoltà la cui insolvenza avrebbe gravi effetti sulla condizione economica degli Stati Uniti (§1603b,2 e §1604c,1). Per quanto riguarda le imprese in difficoltà, il salvataggio può anche prendere la forma dell'acquisto di attivi dall'istituto (§1604c,2) o dell'investimento nello stesso (§1604b,4)".

Sottraendo le imprese finanziarie dalla giurisdizione fallimentare ordinaria, il ddl nella forma proposta eliminerebbe un pilastro del sistema costituzionale americano, che regola le procedure fallimentari secondo criteri ispirati al bene comune. Finora solo le banche ordinarie (commerciali) sono sottratte alla procedura fallimentare ordinaria perché sottoposte alla giurisdizione della Federal Deposit Insurance Corporation, che assicura e protegge i risparmiatori e i clienti commerciali delle banche. La FDIC fu uno dei due importanti tasselli, assieme alla legge Glass-Steagall, del sistema di protezione governativo in caso di insolvenza, che escludeva le banche d'affari.

"Anche se questa legge non andrà in porto", ha commentato LaRouche, "deve essere messa alla berlina l'intenzione criminale dietro di essa. Se si permette questa truffa, sarà una ricetta sicura per il crollo totale dell'intero sistema finanziario. Dobbiamo fermarla, perché in ultima analisi causerà il genocidio ai danni del popolo americano".

Intanto, a dispetto della decantata crescita del 3,5% del PIL americano nel terzo trimestre, che ha fatto parlare di "uscita dalla recessione", la cosiddetta ripresa USA è drogata. Almeno la metà di quella crescita è attribuita agli incentivi per la rottamazione, che duravano fino ad agosto, e agli incentivi fiscali di 8.000 dollari per l'acquisto della prima casa. In realtà, gli indicatori dell'economia fisica puntano al rosso profondo: in settembre, la spesa dei consumatori è scesa dello 0,5%, il calo massimo negli ultimi cinque mesi, mentre i salari sono scesi dello 0,2%. Il numero delle abitazioni vuote è salito a 18,8 milioni nel terzo trimestre (dai 18,4 del 2008), mentre le vendite di nuove abitazioni è sceso del 3,6% a settembre.

L'economia USA perde occupazione in settori chiave, come quello delle macchine utensili, le cui vendite sono crollate del 68% nei primi otto mesi dell'anno. Le macchine utensili e le tecnologie collegate sono un indicatore cruciale dell'economia fisica. Nessuna meraviglia dunque se le banche falliscono – tranne quelle degli amici di Geithner a Wall Street. Il 29 ottobre la FDIC ha commissariato altre nove banche, portando il totale quest'anno a 115. Due giorni dopo, Geithner ha detto alla trasmissione "Meet the Press" della NBC che il sistema bancario "è drammaticamente più stabile". Mentre diceva queste sciocchezze avveniva il quinto fallimento più grande degli USA, quello di CIT Group, con un fatturato di 71 miliardi.

(...)
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Re: CHANGE???

Messaggioda The Director » mar nov 17, 2009 1:09 am

enry ha scritto:Qualche volta può essere utile anche sentire il pensiero di che in America ci vive.


Fatto giusto oggi (ma vista l'ora sarebbe meglio dire ieri) a colazione, e ti assicuro che agli 'obamiani' duri e puri la risposta non sarebbe piaciuta...

Intanto anche gli accordi sul clima (emissioni e cazzi vari), a forza di rinvii e nulla di fatto (ora si parla di Copenhagen nel 2010), finiranno nel dimenticatoio...

Comunque sia, uno può anche vederci un dato epocale nel fatto che un nero (però mica come i senegalesi, eh! :wink: ) sia arrivato alla Casa Bianca (secondo me è solo un segno dei tempi: prima Colin Powell, poi la Rice... tutto studiato in forma di contentini in grande stile per la popolazione nera, non trovate?), ma a parte questo, che resta? Un presidente deve andar su non perchè la gente possa dire "evvai, un nero presidente", ma per FARE BENE, a prescindere da qualsiasi caratteristica somatica o caratteriale... o no???
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Re: CHANGE???

Messaggioda Diòscuro » mar nov 17, 2009 1:15 pm

Quoto il discorso del Direttore. Un Presidente dovrebbe "fare bene"....nero o bianco (non ce ne vogliano gli altri colori in ascolto). Il punto è come sono messi gli USA da decenni o più. Non comandano i Presidenti neri o bianchi più di tanto in USA, ma altri. Anche dalla notizia postata sopra su Geithner e i giochi borsistici su misura degli intoccabili-innominabili, è chiaro che la politica USA è decisa dalle lobbies finanziarie. Qualunque presidente USA ne è SCHIAVO. Ecco perchè nn cambia mai nulla.

A Enry vorrei dire una cosa, sperando di riuscire a farmi capire senza sembrare il solito bastian contrario :-)

Ho notato che segui il cinema. Non so se l’hai visto e se non l’hai visto fidati. In Land of Plenty (La terra dell'Abbondanza) di Wim Wenders (2004), (titolo da una ballata di Leonard Cohen) (non è un granchè rispetto alla vecchio cinema di W.) il dvd contiene un' intervista a Wenders. Non è Michael Moore….ma W. è innamorato degli USA (evidente dai suoi road movies, o da "L'amico americano", "Alice nelle città", "Paris Texas" “Hammett”….)
Indaga il crollo del Sogno Americano. E' anche per questo che il film non ha circolato un granchè: campi lunghi su homeless, gente che dorme per strada, fotografia sgranata su città senza anima. Ma che cos'è alla fine questo Sogno?
E’ già nell'essenza della loro Costituzione: "The pursuit of Happiness" (il diritto per ogni uomo a perseguire la sua felicità individuale). E' un mito fondativo USA inventato dagli europei che migrarono in America alla ricerca dell'Eldorado: lasciandosi il vecchio continente alle spalle, il passaggio a nuova vita non poteva che contenere elementi mitizzati che la rendevano allettante. E' un mito sopravvissuto e divulgato nel grande cinema statunitense, che ha finito per esserci venduto come un "prodotto" pubblicitario, autoesaltante di se stessi. "Gli americani" – dice il regista tedesco – sono un ottimo soggetto di studio, in quanto hanno colonizzato il nostro inconscio" ( e lo si vede dal costume...ma anche dalla politica, basti vedere l'obamizzazione e l'americanizzazione da Veltroni a Franceschini, le ex sinistre divenute liberiste dopo la caduta del muro, ma anche i MacDonald aperti da poco di fronte alla torre di PIsa :? ).
Eppure W. definisce gli americani Lost people, persone smarrite, disperse e "scollegate dalla realtà in quanto sono abituate a credersi il centro del mondo". Ma appena viaggiano ed escono dal loro epicentro, restano stupite nel constatare quante ostilità sappiano suscitare nel mondo. L'America – dice Wenders – è un ricco paese, ma anche profondamente povero. E non solo per l'esercito dei senzatetto, degli homeless, ma soprattutto povero culturalmente e spiritualmente.
In America la cultura e l'educazione si pagano e non tutti vi hanno accesso, da qui il non sapere nulla di casa propria da parte di molti.
Il patriottismo USA è il cibo di cui si nutre la propaganda che lo istilla agli Americani di tutti gli strati sociali. (quando dici "proviamo a sentire che ne dicono in USA...per sua natura l'indagine non è molto affidabile...) La cosa più sorprendente è che questo patriottismo e questo sogno venga istillato in particolare alle classi meno abbienti. In USa hanno 30 reti tv con 60 tg al giorno, ma la cosa che si fa meno è capire ciò in cui si vive, non sanno discernere l'informazione.

Nei giorni più neri della crisi legata ai mutui subprime, scaturita nel 2007, erano proprio quelli che vivevano nelle tendopoli che avevano la bandiera americana a stelle e strisce che sventolava sulle loro tende o sulle roulotte. Questo è la loro forza (poiché crea coesione) e la loro debolezza (poiché mostra scarso spirito critico).
Si diceva che il sogno americano è un prodotto che sono riusciti a vendere e che fa parte dei miti fondativi. Oggi, però, questo sogno si è trasformato in un incubo, a causa della debt economy (l'economia a debito) le cui perdite vengono spalmate per tutti i paesi del mondo (compreso il nostro). Il sogno continua a essere impacchettato e diffuso attraverso le tv, Internet, i main streams e i grandi media per i paesi del Sud del mondo, paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina. Nel contempo, dopo la Caduta del Muro e la fine della Guerra Fredda, la nozione di America si è allargata alla nozione più generica di "Occidente" (West). Cioè tutti noi: americani ed europei. Ecco un altro perché per cui assistiamo a queste bibliche masse in spostamento dai paesi del Terzo mondo verso di noi in cerca dell'Eldorado Occidentale. E le ragioni sono le stesse che caratterizzarono gli spostamenti degli europei nel Continente nuovo: il mito della terra promessa, della terra dell'opulenza, il mito dell'opportunity, vero o falso che sia.
In questo quadro per gli USA ha un senso produrre per il mercato globale, compreso quello asiatico, una beceraggine di film come The Millionaire di Danny Boyle, dove la favola del self made man che persegue la sua felicità, identificata solo con il suo benessere (un piccolo indiano che vive negli slums e che poi diventa immensamente ricco, dopo aver partecipato a uno di quei quiz televisivi) si trasferisce in India, secondo i dettami della nuova globalizzazione. Ma il sogno è sempre quello. E non è un caso che il film Millionaire fosse venduto e impacchettato proprio nei giorni del fallimento della Lehman & Bros. Gli americani mentre le banche USA dei subprimes, dei mutui basati sul nulla, delle speculazioni, degli affari usraeliani e chimerici (Cina + America) fallivano, dovevano pensare agli Oscar e alle favole dell'indiano degli slums che diventa milionario in un botto. Inconsapevolezza è dire poco.
La definizione di Wenders degli americani Lost people non è nuova.
Kennedy 50 anni fa aveva messo in guardia da quanto fosse aleatorio rincorrere pedissequamente SOLO il PIL, poichè così com'è strutturato, non tiene in minimo conto di quanto per ogni singola persona valga la pena di vivere la vita.
L'emendamento americano "The pursuit of Happiness" (la ricerca della felicità) si riferisce invece solo alla prosperità materiale. Alla base del "sogno" c'è il successo individuale del self made man. E la malattia che già kennedy vedeva, oggi è peggiorata senza differenza di presidenti: JFK "Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani." (JFK)

Beh, ma allora non è cambiato nulla in USA! Il PIL governa ancora tutto senza scampo. L'hanno solo sdoganato al resto del mondo, ci hanno imposto il loro modello malato. Il film da vedere allora sarebbe forse GREED di Eric Von Stroheim!
Allora mi pare evidente che un sogno basato solo sulla ricchezza materiale, non può che generare l'INCUBO....E non basta abbronzare un Presidente per scavarsi di torno chi governa davvero gli USA e tiene i fili.

Certi "sogni impacchettati" e pronti per essere distribuiti per il villaggio globale, servono a distrarre da altro. E vengono progettati proprio come manovra di distrazione. Falliscono banche, assicurazioni e borse? Niente paura: è già pronta la fabbrica dell'ottimismo a buon mercato. Come diceva Irving Talborg, tycoon hollywoodiano.
"La gente ha bisogno di film per star bene". Lì c'è già tutta la prosopopea del cinema come fabbrica del sogno. Obama è a suo modo uno di questi film.

Pensiamo solo all'America che ha fatto della questione 'diritti umani' una bandiera, ma finge di fare guerre allo scopo di "esportare la democrazia", poi chiude gli occhi sui diritti umani in Cina dove ha delocalizzato tutta la produzione, consumando a debito. Per Clinton era tabù solo toccare il tasto, per Bush, pure e anche per Obama. Gli USA consumano a debito, mentre la Cina produce lavorando (e facendo lavorare) giorno e notte anche i bambini....Ma questo sulla Chimerica sarà un altro post, casomai. Grazie del 'galateo mentale' se mi hai letto fin qui. :-D
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