il governo e la scuola

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il governo e la scuola

Messaggioda dave » sab mag 23, 2009 9:19 am

Su Repubblica vengono messe notizie come questa: http://www.repubblica.it/2009/05/sezion ... 09-11.html

Io lavoro in Università e posso raccontare di come i tagli alla scuola e all'Università dell'ultima finanziaria hanno creato una situazione da terzo mondo. Non ci sono più fondi per nulla, manca la carta, non si può comprare una stampante nuova, i convegni vengono dimezzati e quando sono organizzati, implicano la riduzione di qualsiasi spesa minima. La didattica ha subito un tracollo e il futuro per i precari - dottorandi, assegnisti, ricercatori, vale a dire quelli come il sottoscritto che guadagnano 1000 euro o lavorano gratis - è nerissino. In compenso, alla faccia delle dichiarazioni ufficiali di quell'incompetente della Gelmini, i professori ordinari avranno un aumento del 3% al loro stipendio durante il prossimo autunno (ho assistito di persona al consiglio di Dipartimento e ho potuto constatare di persona la notizia).

Poi, i Tg schierati ovviamente tacciono; sono sempre più convinto che la cosiddetta Onda deve passare a metodi di protesta molto più duri e massicci, perché la politica di ignoranza dell'attuale governo è veramente squallida!
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Re: il governo e la scuola

Messaggioda dave » lun ago 31, 2009 1:05 pm

Tanto per ritornare su un argomento che conosco MOOOLTO da vicino, essendo un precario della ricerca universitaria e uno dei tanti supplenti delle scuole superiori, vorrei proporre questo video: http://www.youtube.com/watch?v=9Cr_lpTiNGw

Quest'anno si prevedono 18.000 licenziamenti e i tagli a scuola e alla ricerca già nel 2008/2009 sono stati folli. Sottolineo il fatto che il Ministro Gelmini, quando non sa dove andare a parare, tira fuori il discorso dei baroni.
Bene, i cosiddetti baroni, nell'autunno 2009, avranno un aumento dello stipendio tra lo 0,5 e l'1% (ricordiamo che i prof. ordinari guadagnano al mese tra i 4000 e i 6000 euro), mentre diminuiscono i posti per i giovani ricercatori, quella massa infinita di 30-40enni con contratti a tempo determinato, i quali guadagnano appena 1200-1500 euro al mese. Perché "appena"? Perché i Dipartimenti non hanno soldi e pertanto i ricercatori di cui sopra si devono praticamente autofinanziare metà dello stipendio. Pertanto, guadagnano di netto tra i 600 e gli 800 euro al mese. Motivo per cui, di solito, sono obbligati a svolgere più lavori oppure vivono ancora con i genitori. E poi ci si stupisce che nessuno più mette su casa...

Discorso scuola superiore: intasata da secoli da un'infinità di precari mai regolarizzati di tutte le età, oggi prevede al posto della famigerata SSIS (2 anni di specializzazione oltre l'Università, a costo di 2000 euro l'anno circa), per ottenere l'abilitazione, viene posto un anno di tirocinio completamente GRATUITO, da cui si ottiene l'abilitazione all'insegnamento ma non la sicurezza di insegnare. Ciò vuol dire che la scuola secondaria potrebbe diventare come le aziende che vivono sul lavoro gratuito degli stagisti e sul loro turn over.
A ciò aggiungiamo i 18000 licenziamenti, come spiega il video.
Da Berlinguer (non Enrico!!!) a Gelmini, passando per Mussi, Moratti, Fioroni, ecc.: la distruzione della scuola pubblica e della ricerca in Italia.
Alla fine, conviene di più fare l'operario che proseguire gli studi. Un piccolo appunto: gli operai, così come tutte le categorie di persone che lavorano in proprio, sono fondamentali per il Paese. Ma se non vi è accanto istruzione e ricerca, il Paese rimarrà sempre arretrato e incapace di competere con le altre nazioni. E l'Italia è già in questa condizione di semianalfabetismo.
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Re: il governo e la scuola

Messaggioda dave » ven gen 22, 2010 3:15 pm

Italia sì, Italia no, paese dei cachi...

Una circolare del Ministero fa scattare la protesta di tutte le organizzazioni spesso divise
"Per i presidi un rebus dall'acquisto della carta igienica alla nomina dei supplenti: è desolante"
Nuovi tagli, è rivolta nella scuola
"Dovremo portare i gessetti da casa"
E il governo decide di non restituire un miliardo alle scuole per spese già effettuate
di SALVO INTRAVAIA

Presidi sull'orlo del collasso. Lo scorso 14 dicembre il ministero dell'Istruzione ha comunicato alle scuole le modalità per compilare il cosiddetto Programma annuale (quello che una volta si chiamava Bilancio) e, dopo due semplici conteggi, dirigenti scolastici e Direttori dei servizi amministrativi (un tempo chiamati segretari) si sono accorti dell'ennesimo taglio alle risorse delle scuole. Nel 2010 diventerà ancora più difficile nominare i supplenti e provvedere alle spese di funzionamento per acquistare carta igienica e detersivi per le pulizie, così come materiale di cancelleria.

Una cosa è certa: l'ulteriore stretta sui già risicati budget scolastici ha ricompattato lo sfilacciato fronte sindacale della scuola. In una lettera inviata al ministero lo scorso 19 gennaio Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti hanno chiesto a Giovanni Biondi, capo dipartimento per la Programmazione di viale Trastevere, e al collega Marco Ugo Filisetti, direttore generale per la Politica finanziaria e pper il Bilancio, "un incontro urgente per discutere sui finanziamenti alle istituzioni scolastiche e sulle problematiche sollevate dalla recente nota ministeriale sul Programma Annuale 2010".

"Le nostre scuole - scrive la Cisl scuola in una nota - sono ancora una volta costrette a fare i conti con una drammatica mancanza di risorse. La nota/circolare inviata dal Miur lo scorso 14 dicembre - continua - ha un unico pregio: quello di restituire, con evidenza quasi fotografica, l'immagine desolante delle difficoltà che ancora una volta segnano la gestione delle istituzioni scolastiche; difficoltà per le quali non è prospettata, né si intravede, alcuna soluzione".

Più netta la posizione della Flc Cgil che parla di scuola "messa a soqquadro da una circolare inapplicabile" che obbliga le scuole "ad agire nell'opacità, senza trasparenza eludendo la veridicità dei dati. Di violare i vincoli giuridici ed etici che debbono contraddistinguere le gestioni pubbliche dello stato". "Le scuole non possono stare al gioco di chi vuole mettere a soqquadro la scuola pubblica obbligando i genitori a finanziarla per intero". Per il 2010, il ministero assegnerà un budget onnicomprensivo, calcolato sulla base di alcuni indici diversi da scuola a scuola: numero degli alunni, numero delle classi e altri parametri.

Ma "una volta detratte dalla dotazione annuale le risorse relative al Fondo d'istituto, la spesa per i
contratti di pulizie (decurtati del 25 per cento) e, per gli istituti d'istruzione secondaria superiore,
l'importo per gli esami a carico delle classi terminali", scrive al ministero Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi, nella disponibilità" degli istituti restano "esigue differenze che dovrebbero coprire le spese per le supplenze brevi e il fabbisogno per il funzionamento".

Ma c'è di più. Il ministero, senza confrontarsi con nessuno, ha deciso di congelare il miliardo di euro di crediti che le scuole italiane vantano nei confronti del ministero per spese spesso già sostenute e di decurtare del 25 per cento i contratti di pulizia nelle scuole a favore delle cooperative esterne Decisione che ha indotto il direttore regionale della regione Piemonte, Francesco de Sanctis, alla clamorosa decisione di prorogare al 28 febbraio il termine ultimo, stabilito dal ministero, per la trasmissione del bilancio. "Si comunica che a seguito delle difficoltà rappresentate da codeste istituzioni scolastiche in relazione all'applicazione della riduzione del 25 per cento delle spese per i contratti di fornitura dei servizi di pulizia, lo scrivente ha avanzato al Miur richiesta di modifica di quanto sopra", stabilendo di fare slittare i termini dal 15 al 28 febbraio.

Ma il ministero fa orecchio da mercante. "Il rischio concreto che si corre - spiegano i dirigenti scolastici aderenti all'Asal (l'Associazione delle scuole autonome del Lazio) - è che le scuole interrompano, più o meno bruscamente, la sostituzione dei docenti assenti con la conseguente lesione del diritto all'istruzione degli alunni, oppure che le scuole continuino a nominare i docenti supplenti" o che, nominandoli ugualmente, si incrementerà il credito nei confronti con l'amministrazione e il contenzioso con i supplenti cui non fosse corrisposta la remunerazione dovuta. Questa seconda ipotesi si è già verifica". E scarseggeranno fogli di carta e toner per le stampanti, così come i detersivi per pulire i locali.
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