Swans

Lo spazio dove discutere del suono di matrice dark/gothic (anche di stampo elettronico), partendo dai mostri sacri Fields Of The Nephilim, Joy Division, Cure, Sisters Of Mercy, Siouxsie etc. fino a London After Midnight, Diva Destruction, Cinema Strange, Girls Under Glass, House Of Usher, The Last Dance, Garden Of Delight etc…

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Swans

Messaggioda Elizium » dom dic 20, 2009 1:58 pm

Ho preso un album doppio di questo duo statunitense, del quale avevo letto delle recensioni entusiastiche. Children of God, che dovrebbe essere uno dei loro migliori lavori, più World of Skin.
Gradisco sicuramente il primo, meno il secondo, comunque in generale hanno un sound che non mi convince pienamente, un pò monocorde e piatto.
Però credo che questa sia la stanza dove musicalmente meritano di stare. Chi li conosce meglio fra voi?
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Re: Swans

Messaggioda sigur » dom dic 20, 2009 3:27 pm

grandi swans!!!
devi avere anche the great annihilitaro e magari l'ep love will tears us apart, una delle poche cover stupende dei joy division nelle sue versioni solo gira, solo jarboe o insieme...
ed aggiungo che non apprezzo il nuovo corso di gira anche con devendra benhart, troppo folk americano, ma che grande la jarboe da sola....
cercati anche il progetto di lei degli anni' 80, il side project skins tipo l'album blood, women, roses, gran bel disco, un piccolo pezzo di dark americano....
adoro i cigni, la vera faccia dark dell'america troppo spostata su rozz williams per capire che i veri figli dei joy division siano proprio gli swans.... :ok:
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Re: Swans

Messaggioda Elizium » dom dic 20, 2009 5:46 pm

sigur ha scritto: troppo spostata su rozz williams

Su questo sono perfettamente d'accordo, ma non sono l'america lo è ahime :)
Grazie per i suggerimenti, compatibilmente con i prossimi acquisti in programma cercherò eventualmente di approfondire..
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Re: Swans

Messaggioda prince rupert » dom dic 20, 2009 7:35 pm

A me non sono mai piaciuti
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Re: Swans

Messaggioda Elizium » lun dic 21, 2009 1:39 pm

A me ricordano abbastanza i Nine Inch Nails, moltissimo nei pezzi duri. O meglio, è Trent Reznor che probabilmente vi avrà trovato una fonte d'ispirazione.
Effettivamente ho sempre digerito poco i NIN e il suono industrial/squadrato in genere..
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Re: Swans

Messaggioda Monochrome » lun dic 21, 2009 1:54 pm

E' un gruppo di cui conosco due-tre album, ma "White light from the mouth of infinity" è un capolavoro!!
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Re: Swans

Messaggioda sigur » lun dic 21, 2009 6:57 pm

In effetti è strano come gli Swans non siano mai riusciti a diventare il grande culto che meriterebbero di essere; ripeto per me se penso al dark in America penso a Gira & Jarboe, non a Rozz Williams, ancora troppo punk per essere veramente il dark esistenziale, depresso, cavernoso nell'animo che è stato Gira nei suoi testi. Poi il basso, veramente al massimo del nero negli Swans, nei CD non lo è mai stato a quei livelli....lo Ian Curtis d'oltreoceano proprio per il suo enorme malessere, vi invito a cercare la sua biografia per vedere quanto è arrivato vicino al suicidio, fino al momento in cui, incontrando lady Jarboe, ha trovato quella luce, quel romanticismo che nessuno ha avuto in America....una delle coppie più belledel dark, come Faith & Richards, Perry & Gerrard, Siouxsie & Budgie.....
amate i cigni perchè è un patrimonio enorme della nostra musica.....
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Re: Swans

Messaggioda Elizium » mar dic 22, 2009 6:16 pm

http://www.youtube.com/watch?v=QFXo7W_k4Qs
Qui purtroppo è tagliata sul finale, ma questa è davvero meravigliosa.
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Re: Swans

Messaggioda Fedemone » gio gen 07, 2010 1:34 pm

Uno die miei gruppi preferiti in assoluto, sebbene il primi ssimo periodo sia sull'inascoltabile andante. Direi che più che musica industriale sia doom, lento e torturato, e un ascolto dei doppi cd che raccolgono le prime 4 uscite (prima di loro c'erano i circus mort, in vena post punk, ma mai ristampati) sono estenuanti e anche monocordi. Cmq le loro uscite sono tutte molto differenti, e difficilmente si ritrovano le stesse sonorità d seguito, per cui si va "a naso". E' un gruppo che piace o che si detesta, difficlmente lascia nel mezzo
World of skin che hai preso è un abisso di malinconia, e con la sua lentezza può risultare capibilmente pesante. Io penso che "drainland" sia uno dei migliori dischi mai usciti nella storia della musica alternativa, la cui intensità epica e distorta è irragiungibile, nessuna canzone di maniera, un album di concetto materializzato senza mezzi termini. Burning world è meno riuscito di altri, ma a me piace lo stesso, posso consigliare "children of god", magari più semplice da sentire di altri, anche se non "easy". Per chi ama il folk può dirigersi verso gli "angels of light", gruppo successivo ma non meno particolare, anche se spoglio di tanti eccessie e sperimentaioni, melodie e sentimenti rimangono fortissimi.
Poi magari a casa mi risento un po' di cose e posso consigliare ancora.
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Re: Swans

Messaggioda Diòscuro » gio gen 07, 2010 5:31 pm

A me son piaciuti un po' da sempre..Avete già citato gli album loro che preferisco...In assoluto "White light from the mouth of infinity" è da brividi per me...Anche 'burning world'...'children of god'....insomma mi piacciono.
Mi ha sempre colpito (e tuttora apprezzo da solista o con le varie collaborazioni) la voce/interpretazione di Jarboe: Crea una tensione intorno alle parole, con quel suo vibrato particolare. Gira recente invece non mi fa impazzire.

@sigur: sì molto intenso 'the great annihilator'...capisco quello che volevi spiegare, ma Rozz Williams non si tocca. Insomma non mettiamoli in competizione ecco. 8) Vero che la loro cover di love will tear us apart è tra le poche dignitose.

@Elizium: non sono un estimatore dei NIN, ma avendo conosciuto prima gli Swans dei Nin, non so, per me, nei Nin, degli Swans alla fine c'è poi poco....anche se Reznor dice di averci trovato ispirazione: per es. nei Nin manca lirismo, visionarietà ...e poi come dici 'musica troppo 'tagliata'. Non tutti gli Swans avevano suoni così scarni. Per il resto mi sa che Fedemone ci scriverà tutta la casistica e l'evoluzione dettagliata del suono dei loro diversissimi albums. :-)
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Re: Swans

Messaggioda Elizium » gio gen 07, 2010 9:41 pm

@Fedemone: Ho preso anche Children of God, che mi piace davvero tantissimo. E' uno di quegli album che crescono col passare degli ascolti, che hanno bisogno di essere assimilati, ma è un grande album. E World of Skin mi piace moltisimo almeno fino alla traccia 10.
Dopo un pò si spegne si, è un pò troppo lungo diciamo come album e le ultime canzoni non reggono tanto il livello insomma. Solo in quelle c'è un pò di pesantezza.
Ma per 50 minuti buoni è grande musica.

Sul paragone coi NIN, c'è un pezzo come Beautiful Child che secondo me ha ispirato molte delle liriche furiose di Reznor, sembra proprio un pezzo suo. Ed è un gran pezzo.
Sicuramente prenderò qualche altro album, si.
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Re: Swans

Messaggioda Fedemone » mar gen 12, 2010 10:12 am

World a skin a mia memoria colleziona varie cose uscite come "alias" su differenti formati e tmepi,rimanendo sempre eterogeneo e ovviament lungo.
SE la lunghezza ti spaventa, ecco evita la prima roba, pesante e lenta (filth, body to body, cop) mentre incomincia ad essere "ascoltabile" in greed/holy money a cui si collega children of god (da notare una notevole ossessione per certe parole e certi temi, che sarebbero da sviscerare).
Nel versante più vicino al post punk ci sono ovviamente gli album clamorosi citati prima da tutti, great annihilator, love of life,white light, burning world (che contiene god damn the sun, il cui testo è un velocissimo romanzo che dice in una manciata di parole più romanticismo e dannazione di qualsiasi cosa possiate leggere da qualche parte - tra l'altro è l'unico non pubblicato dalla sua etichetta e da avere un artwor normale, anziché il cliché che caraterrizza TUTTe le uscite della young gods records- è anche uno dei loro dischi più soft). Questi sarebbero gli unici a rientrare veramente nella categoria trattata da questa stanza, eprché il resto è sperimentazione e tortura e agonia e violenza, in uno stato di depressione continuo che non è molto salutare ascoltare tutto di un fiato.

Soundtrack for the blind è invece un miasma di sperimentazioni e collage di tutti i tipi, con ritratti e bozzetti e rumori e vortici. Insomma due cd da 73 minuti non è roba da poco, e siccome poi la qualità è altissima, i commenti si sprecano. Sulla stessa scia ci sono due album come "body lovers body haters", mentre il solista Drainland - che come ho detto è così intenso emozionalemn te e con dissonanze così forti da essere forse l'album più intenso che abbia mai ascoltato nella mia vita di ascoltatore forsennato - è tutto ciò che non ha fatto altrove. Musica industriale al 100%.

Gli angels of light fanno invece folk americano, una sorte di blues bianco moderno, pieno di amore, fede, speranza che si picchia con un passato fatto di abusi, violenza, ossessione, depressione e alcolismo. Anche qui abbiamo a volte album troppo lunghi, ma con dei pezzi che da soli valgono 3 dischi di neofolk.

Maledetti son due giorni che non riesco a smettere di ascoltare swans, non ho ancora finito e ho una pila di altri cd che mi aspetta! aaaarrrghhh l'ossessione avanza!
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Re: Swans

Messaggioda Fedemone » mar gen 12, 2010 10:16 am

MOTHER


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Re: Swans

Messaggioda Fedemone » mar gen 12, 2010 10:30 am

Via, raccogliamo anche la magniloquenza di scaruffi, và. Ovviamente da prendere strettamente con le pinze!!!

Il cantante Michael Gira aveva esordito a Los Angeles nei Bpeople, ma si era poi trasferito a New York (nel 1981) dove aveva formato i Circus Mort. L'unico EP (Labor, 1981) di questo gruppo e` ancora succube del disco-punk dei Bpeople. Il canto ottenebrato e ringhiante del leader spazia dall'enfasi epilettica del punk alla depressione dissociata di uno zombie metropolitano, dal lisergico onirico al vanesio decadente. A sostenerlo sono il battito violento ed emotivo di Jonathan Kane (collaboratore di Rhys Chatam e LaMonte Young) e le figure minimaliste delle tastiere in un timbro strozzato. Le canzoni dei Circus Mort sono danse macabre in cui si riflette l'alienazione metropolitana, anche se si esprimono ancora in toni incerti e spaesati (l'incalzante galoppo pseudo-raga di Swallow You la trance/dance alla B52's di Watch The Puppet).

Gira e Kane formano gli Swans, un quintetto fautore di un rock brutale e depresso che ha pochi precedenti nella storia del rock: cupi e debilitati come il dark punk britannico, aggressivi e disperati come l'hardcore americano, brutali e cacofonici come la musica industriale, pesanti e fragorosi come l'heavy metal.

La depressione nervosa di Gira fa di Filth (Neutral, 1983) una specie di colonna sonora per suicidi di massa o olocausti nucleari. La gia` scarsa musicalita` dei Circus Mort viene ulteriormente "barbarizzata": il martellare metallico di Stay Here nasce dall'incrocio fra gli incubi cingolati dei Chrome e i sabba chitarristici dei Sonic Youth; Blackout e` un reiterato, ossessivo, arrancante trepestio di batteria con fiondate elettroniche e spasimi nel buio; Power For Power e Weakling appartengono a una specie di voodoobilly grottescamente rallentato; Right Wrong e Thank You sono i funk piu` debilitati e androidi della storia del genere. Tutto collassa in Gang, dove la musica "perde giri" fino a stonare e la voce ripete una nenia inintelleggibile: e` davvero il canto di un suicida negli ultimi secondi di vita. Le canzoni di Gira compongono l'affresco apocalittico di un'umanita` ridotta a ridicoli manichini e privata di emozioni.
Con due bassi e due batterie (Roli Mosimann e Jonathan Kane), piu` Norman Westberg alla chitarra, l'impeto non puo` che essere dirompente. E' musica del tedio piu` assoluto, riscattato soltanto da saltuarie danze "metallurgiche". L'equilibrio armonico e` precario, tagliato nella poderosa scorza ritmica dalle scordature metalliche di scuola Branca e da poco piu` (nastri, dissonanze). I ruggiti furibondi di Gira si replicano all'infinito sugli sconnessi pattern ritmici. Nella cella di clausura da cui delira giungono solo echi deformi della vita. In un clima angoscioso di terrore si svolgono rituali di lacerazione e flagellazione morale propiziati da una nevrosi estremamente degenerata. Il sound degli Swans viene definito "boom music", nel senso che non fa altro che ripetere degli assordanti "bum" strumentali sui vocalizzi agonizzanti del leader. Quel sound e` la colonna sonora piu` potente sul "dolore" fine a se stesso, ne' mistico ne' catartico, ma soltanto doloroso, e senza speranza di una cura.

La musica di Cop (K422, 1984), con il solo Roli Mosimann alla batteria, nasce praticamente all'incrocio fra un racconto di Kafka, un trattato di Freud, un black hole, gli ultimi rantoli di un suicida e i primi vagiti di un robot. Il ritmo si fa ancor piu` funereo, ormai succube della cadenza in 2/2. Il delirio di Gira e` piu che mai disperatamente sconnesso. La sua poetica nichilista si concentra sempre piu` sullo stato mentale della paura ("you degrade yourself when you hide your fear" declama in Thug, dietro un forte battito quasi dub) e in definitiva la sua musica non e` altro che un esorcismo del terrore esistenziale che attanaglia l'uomo solo nella metropoli post-industriale. A fargli da spalla e` ora soprattutto la chitarra di Norman Westberg, scatenata in un tour de force di feedback e distorsioni.
Il complesso esegue musica cingolata, lenta, pesantissima, fragorosa, che fa pensare ad armate di androidi in marcia, solcata da urla raccapriccianti (Half Life); musica futirista cerimoniale per metronomie industriali, dissonanze abrasive e sciamano rauco (Clay Man); musica dell'agonia perenne per spasimo anemico di voce e violente distorsioni di sottofondo (Why Hide). Musica da camera per esseri subumani. Gli esperimenti sui poliritmi, sempre piu` tempestosi, reinventano il concetto di tribale nell'evo post-industriale (Your Property, un salmo masochista in cui Gira sembra auto-fustigarsi). Al tempo stesso i brani piu` catatonici (come Cop) spingono la musica sempre piu` lontano dall'armonia, al confine con la recitazione teatrale, fredda, inespressiva, anonima, per la quale il suono e` soltanto un sottofondo di battiti sbiaditi. Sono cantilene che hanno conservato ben poco di musicale, che soffocano in un clima insostenibile di suspense. A volte pare che Gira ripeta stentoreamente lo stesso verso animalesco senza inflessioni, A volte pare che esali una preghiera, esterrefatto davanti a una visione mistica. A volte pare che mormori le ultime parole prima di spirare. I testi, a loro volta, sono brevi deliri di turpitudine, come il catalogo di sevizie di Job (un'ancor piu` lenta "groove"). Gira e` piu` che mai l'anima in pena per eccellenza del rock. Martoriata e flagellata nel modo piu` atroce, e` scesa in abissi di dolore che mai erano stati lambiti.

L'EP I Crawled (1985) rallenta ulteriormente la macabra processione. I Crawled e` uno psicodramma freudiano nella tradizione di The End (Doors), immerso nel solito scenario devastato da disordinati colpi metallici mentre la musica rasenta la stasi. Il rantolo di Gira raggiunge toni di parossismo iper-libidinoso in Raping A Slave, che li catapulta in un passato di gong cerimoniali. L'agonia di Gira, ridotta a urlo brado e sferzata da battiti che sembrano colpi di frusta, assomiglia al delirio di una suora martoriata da desideri blasfemi e da cilici terribili quando affonda nella catalessi di Young God, che rimarra` forse il lied piu` terrificante della loro fase "gotica". Austera, lenta, penetrante, la musica prosegue imperterrita il suo osceno e tenebroso viaggio nelle viscere della psiche tormentata di Gira.

Le armonie rallentate e distorte inventate dai complessi psichedelici per rendere sonoramente le sensazioni del "trip" vengono radicalizzate dagli Swans per rendere le sensazioni della dissociazione mentale e di tutto cio` che ne consegue. I brani finiscono cosi` per perdere ogni attributo armonico e reggersi unicamente su colpi casuali delle percussioni, su stilettate soprannaturali della chitarra e su vocalizzi grottescamente solenni di Gira. Rimarranno inediti fino alla riedizione su CD del 1999 due brani non meno potenti: Sealed In SKin, un mantra profondo su un ritmo dilatato e costellato di dissonanze, e Fool, un alto grido di disperazione su accordi tragici di pianoforte.

Il singolo Time Is Money (1986) completa il servizio funebre con un'omelia blasfema e criminale ("you should be violated/ you should be raped"). La sorpresa e` il ritmo: una mitraglia che muta in grottesca danza da discoteca.

Greed (PVC, 1986) porta infatti un raggio di luce nel tunnel buio della depressione di Gira. Il rinnovamento si chiama Jane Jarboe, da Atlanta, la nuova compagna del cantante, che suona il pianoforte e lo accompagna al canto. E` grazie a lei che il granitico sound degli Swans si stempera in un sound piu` lirico, ancora gotico e opprimente, ma meno apocalittico. E` invece scomparso Roli Mosimann.
Il contrasto e` suggestivo. Da un lato il "canto" di Gira ha raggiunto l'estremo di sgradevolezza, si e` ridotto a una voce sinistra che pronuncia versi lugubri con la comunicativita` di un robot, senza la benche' minima modulazione, e talvolta prolunga l'ultima sillaba, come nei film di mostri. Dall'altro l'arrangiamento austero e talvolta sinfonico (le lugubri frasi d'organo, gli accordi metallici della chitarra, i battiti sempre piu` contorti delle percussioni). La sensazione e` quella di una tetra processione che avanza a passo lento e solenne fra cori d'oltretomba (Nobody, con il controcanto angosciato di Jarboe e un pianoforte da film dell'orrore) o di un peccatore che si flagelli in una cella di un monastero deserto e ripeta agonizzando una formula magica (Fool). E` questo l'affresco terribile del loro Heaven, il minimo assoluto di attori, di eventi, di vita, di emozioni. Greed vive in questo vuoto armonico, ulteriormente degradato da intermittenti distorsioni di chitarra: e` soltanto un vocalizzo libero di Jarboe in trance. Clangori, boati e tonfi di Stupid Child e Money Is Flesh fanno pensare a una musica "industriale" ridotta ai minimi termini (ipnotica e gamelan la prima, sinfonica e metallurgica la seconda). La visione di questo album e` quanto di piu` minimale e atroce sia mai stato messo in musica.

L'altro album, Holy Money (PVC, 1986), e` altrettanto pervaso da sinistri rituali e atmosfere catacombali, ma la musica si sta facendo sempre piu` concettosa, come se si trattasse di composizioni per esemble da camera invece che per complesso rock. Al tempo stesso i deliri osceni di Gira sono diventate confessioni psicanalitiche che raccontano un'anima devastata da claustrofobia e solitudine, un collasso nervoso che si spegne in una vertigine eroinomane.
La catalessi di Another You e` diventata un coacervo di suoni liberi, sempre collegati in maniera geometrica ma solcati anche da un suono atmosferico che pare di tromba.
A continuare la saga di Time Is Money sono A Screw, hip-hop lascivo e sadomaso, con un maniacale incedere all'incrocio fra We Will Rock You dei Queen e un pow-wow pellerossa, e la fanfara quasi ska, ma non meno robotica, di Money Is Flesh (seconda versione).
Gli altri due pilastri del disco appartengono al versante liediristico di Gira. A Hanging e` l'ennesima una preghiera ripetuta fino alla nausea nel solito tono catatonico con il solito accompagnamento di pochi violenti battiti, ma questa volta e` contrappuntata da un lamento corale di dannati. Fool (seconda versione) e ' un alto canto di dannato su ritmo pesantissimo e cupi rintocchi di pianoforte. Sono lied espressionisti, al limite del Grand Guignol, che non ammettono cedimenti emotivi e che inneggiano ad un inferno senza possibilita` di redenzione.
Il loro precedente naturale e` il capolavoro degli Stooges, I Will Fall, debitamente vampirizzato e meccanicizzato. Sono visioni allucinate, raccapriccianti, di una potenza wagneriana. Sono pantomime agghiaccianti, recitate da un cast di psicopatici. La musica e` ormai la quintessenza del concetto di cadenza "marziale". L'invenzione melodica, che non e` mai stata il forte di Gira, e` un puro diversivo.

Gira e Jarboe si prendono poi una vacanza intellettuale negli Skins, con uno stuolo di musicisti non rock che li accompagnano al violino, alla viola, all'oboe, al pianoforte, ai campanelli. Tanto l'EP Blood Women And Roses (Product Inc, 1987), accreditato a Jarboe, quanto l'EP Shame Humility Revenge (Product Inc, 1988), accreditato a Gira, antologizzati su World Of Skin (Product Inc, 1988), sono in realta` dominati dalle ballate folk d'avanguardia di Jarboe.
Le atmosfere ipnotiche, catalettiche e rarefatte, intrise di un profondo misticismo, di Everything At Once e Nothing Without You rimandano all'Hosianna Mantra dei Popol Vuh, ai combo pan-etnici e spirituali dell'era hippie e alle litanie orientali. Gli accompagnatori contribuiscono a cesellare strumentali soprannaturali come Cold Bed. Il soprano delicato e duttile di Jarboe, che chiude il phrasing passionale delle urlatrici spiritual in un gelido, marmoreo solfeggio d'opera, si tende come un arco nelle ardue meditazioni di Still A Child (quasi a cappella), Blood On Your Hands (scandita soltanto da tamburo e clapping), 1000 Years e My Own Hands, quasi sempre arrangiate in modo spettrale; o si libra in epici cori da marcia biblica (24 Hours) o ancora bisbiglia lontanissima (Red Rose).
I lied di Gira mantengono invece la truce essenzialita` che gli e` ormai caratteristica, fino al semplice recitato catacombale di Breathing Water e Centre Of Your Heart e ai sovratoni mantrici di Small Sacrifice. Per Gira e` un approdo in clamorosa contraddizione con tutto l'assunto della sua opera, ma e` forse anche il capolavoro tanto testardamente cercato.

Il rock espressionista da camera che Gira e Jarboe andavano teorizzando trova compiuta forma sul monumentale Children Of God (Caroline, 1987). (suonato da Gira alle tastiere e chitarre, Westberg alle chitarre, Jarboe alle tastiere, Algis Kizys al basso e Theodore Parsons alla batteria), Il disco recupera tanto la melodia, per quanto "straniata" e tesa ai limiti emotivi, quanto l'emozione, per quanto stravolta da eccessi di superominismo "Nietzsche-ano". L'alter ego animalesco di Gira continua a imperversare nelle sceneggiate gotiche di New Mind e Our Love Lies, rese nel suo caratteristico registro basso, solenne e monocorde, e gli ultimi ritmi "metallurgici" e gli ultimi deliri allucinogeni si trovano in Like A Drug e nel ballabile Blind Love. Ma il sound pacato e acustico degli Skin, ovvero di Jarboe, permea le tenere ballate di In My Garden, Blood And Honey, Blackmail, You're Not Real e Real Love, spesso al limite della ninnananna incantata. Il folk di Jarboe pennella atmosfere esotiche e medievali (soprattutto le prime tre, cantate dal soprano "gregoriano" di Jarboe su accompagnamenti delicati, spartani, onirici).
Le due personalita` si fondono nel coralismo apocalittico da kolossal storico di Beautiful Child e nell'inno quasi hare krishna di Children Of The God. A dominare il disco e` il vocabolario biblico del peccato e della redenzione. Il complesso e` ora un quintetto che gravita attorno al trio di Gira (canto e tastiere), Westberg (chitarra) e Jarboe (canto, pianoforte e chitarra acustica).
Gira e Jarboe si atteggiano a sacerdoti di un nuovo credo spiritual-musicale in intenso e contrito raccoglimento.

Per Burning World (MCA, 1989) il trio gi Gira, Jarboe e Westberg si arricchisce della chitarra di Nicky Skopelitis, del violoncello di Garo Yellin, del basso di Bill Laswell, del sitar di Ravi Shankar e di percussionisti orientali. Il disco continua la progressione di Gira verso un'armonia piu` "musicale" e verso uno spirito sempre meno tenebrosamente industriale e sempre piu` misticamente hippie. Fanno cosi` capolino elementi di country della prateria (Saved, See No More), di canto gregoriano (Monnalisa), di danze pellerossa (Jane Mary), di ballata folk (Universal Emptiness e soprattutto The River That Runs With Love). E` comunque Jarboe a coronare il disco, con il lied-spiritual I Remember Who You Are, che sfrutta le corde piu` struggenti del suo soprano.

Negli anni '90 Gira trova finalmente la comprensione della critica e di parte del pubblico. La sua musica viene rivalutata come antecedente dei gruppi di "noise-rock" e "industriali" in genere. In realta' Gira e' stato redento dall'angelica e pastorale Jarboe, e il suo nuovo corso merita il massimo rispetto: non solo non e' sceso ad alcun compromesso con il business discografico, non solo non e' andato incontro alla musica di moda, ma e' anzi scappato quando la musica di moda incominciava ad andargli incontro. Adesso e' di nuovo dieci anni avanti al resto della scena rock con i dischi eterei e amorfi dell'ultimo periodo, nei quali la brutalita' delle origini ha ceduto il posto a una non meno angosciata e intensa metafisica della degradazione morale.

In compagnia di Jarboe ha inventato un folk del Medioevo prossimo venturo, cantato con un cupo registro da basso (un peggiorativo di Peter Murphy); dedicato ai temi del potere, del sesso e del denaro, e a quello della volgarita' che ne e' al tempo stesso premessa e conseguenza (che talvolta vengono sceneggiati con una potenza tragica degna del teatro shakespeariano); e arrangiato con strumentazioni degne della musica da camera nelle quali si infiltrano pero' improvvise detonazioni elettroniche.

Ten Songs For Another World (Young God, 1990) di The World Of Skin, il progetto laterale di Gira e Jarboe, e' diviso in parti eguali fra i due protagonisti. Da un lato ci sono gli eterei esperimenti di vocalismo esoterico della seconda, ballate languide e senza tempo che hanno il pregio di dire tutto senza dire nulla (Dream Dream, Black Eyed Dog). Dall'altro ci sono i tetri melodrammi di lui, immersi in climi parossistici (I'll Go There, Take Me Home e You'll Never Forget). La dizione gelida e ultraterrena di Gira (vedi Please Remember Me, The Child's Right) conquista di disco in disco valenze sempre piu' perdutamente nostalgiche, sempre piu' dolorosamente pietose, e, naturalmente, toni sempre piu' biblici.
Gira, questo Cristo redento da Maddalena-Jarboe non sta andando al Calvario, sta scendendo dalla croce. Sta tornando fra la gente a predicare il riscatto dal dolore, la resurrezione non come vita eterna ma come immunita' contro la sofferenza. L'album sembra in realta' il successore diretto di Burning World, piu' che dei primi due album degli Skin.

Gli Swans veri e propri ritornano invece con White Light From The Mouth Of Infinity (Young God, 1991), album doppio a cui hanno partecipato ben nove musicisti (fra cui Anton Fier e Nicky Skopelitis, Norman Westberg, ovvero il chitarrista originale degli Swans, la bassista Jenny Wade e il batterista Vincent Signorelli) conferendo a molte di queste ballate una magniloquenza orchestrale. L'opera, lontanissima dagli schemi monolitici del passato, e immersa invece in lussureggianti armonie celestiali, e' un altro dei capolavori di Gira (e' innanzitutto un suo album solista, in quanto il ruolo di Jarboe e' limitato ai cori).
Melodie e arrangiamenti sono i piu' superbi della sua carriera: Better Than You ha lo spirito dei saltarelli delle fiere medievali e al tempo stesso passi di danza orientale; Power And Sacrifice e' segnata da un funereo galoppo di batteria e da un ipnotico raga chitarristico, nonche' da cori di un'intensita' soprannaturale; Song For The Sun e' un country marziale il cui crescendo risuona prima di epici jingle-jangle da cornamusa e poi di accordi d'organo da campane a festa. Sono tre delle ballate piu' potenti che Gira abbia mai scritto. Tutto e' immerso in un clima magico, irreale, onirico, in un mondo di sogno. E il contrappunto dei cori di Jarboe e' fondamentale per trasportare l'ascoltatore in quel mondo, dove le fredde, cavernose parole di Gira risuonano di echi metafisici. (Jarboe riaffiora soltanto per Song For Dead Time, una delle sue ballate-bisbiglio, e l'angosciata When She Breathes, cantata quasi alla Sinead O'Connor).
Ma all'altro estremo dello spettro emotivo regna un'atmosfera angosciata, di nullita', di disfatta, di inferno morale: rintocchi funerei accompagnano la parabola di Failure, un carillon sinistro s'insinua nel sermone di The Most Unfortunate Lie e soprattutto Gira imita il piu' tenebroso Jim Morrison nell'apocalittica You Know Nothing, come lui maestro nel creare tensione drammatica. Sono spesso allegorie senza tempo di peccato e desiderio.
La sua arte di trascendenza spirituale, di dannazione eterna, di ambiguita' morale tocca qui un vertice di lucidissima follia. E' un'arte di dubbi esistenziali irrisolti, ma anche di amnesie arcaiche, di magie primordiali: nell'esultanza paradisiaca di Why Are We Alive Gira confessa, in un tono narcotico, talmente dimesso da sembrare moribondo, o in trance buddista: "I can't remember/ why we're alive". Ascoltare la predica delirante alla Nick Cave di Love Will Save You, in un altro tripudio angelico di tastiere e cori, che Gira conclude con i versi: "Love may save all you people/ but it will never ever save me."

Love Of Life (Young God, 1992) e` un album ancor piu' solista (il contributo di Jarboe e' limitato a She Cries For Spiders) che conferma la transizione in corso. La musica e' infatti piu' veemente e aggressiva, piu' ritmata e orchestrale, e fa frequente uso di campioni di conversazione o recitazione (dal dialogo di Her alla poesia recitata da un bambino nella quadriglia apocalittica di Identity). In sermoni reboanti e dirompenti, come quello della ouverture e title-track, si avverte piu' che mai la parentela con Cave; ma Gira indulge in arrangiamenti sinfonici, in poliritmi frastornanti, in cori angelico-infernali, che liberano tutte le forze primordiali della sua arte di suggestione.
E' in questa forma di ballata solenne e fatalista, nella magniloquenza di queste visioni soprannaturali, nella nobilta' arcaica di queste filastrocche, nei rintocchi epici dei loro ritornelli, che Gira trova la sua vera vocazione; e The Sound Of Freedom ne' e' un esempio perfetto. Menestrello glaciale di un'era futuribile, Gira si lascia trasportare dal raga di Amnesia in un gioco di associazioni mentali, per spronfondare poi nelle deliranti liturgie "nere" di In The Eyes Of Nature. I dischi di Gira, in effetti, assomigliano sempre piu' a messe officiate da un sacerdote-androide.
Molti brani sono dedicati ai traumi della sua infanzia, a partire dal sogno di The Golden Boy That Was Swallowed By The Sea, "raccontato" in un registro bassissimo, freddo e calmo, suadente e fiabesco, e contrappuntato da frasi e tonfi che hanno la presa emotiva di uno stormo di campane a morto. Un dolore terribile sottende i mille sfarzosi travestimenti della sua arte: "Every breath is drunk with tears" recita il bambino di Identity...

A quella Bibbia apocrifa di Children Of God, il suo proclama religioso, ha fatto pertanto seguito una trilogia intimista, aperta da Burning World, continuata da White Light e chiusa da Love Of Life.

Nel frattempo e' venuta alla luce la vera storia della sua infanzia, che Gira aveva sempre attentamente evitato di rivelare. Cresciuto a Los Angeles praticamente senza famiglia, passo' gran parte della sua infanzia in istituti di correzione per vandalismi, furti e aggressioni. Drogato fin da piccolissimo, a dodici anni era talmente dipendente dall'LSD da averne bisogno tutti i giorni. A tredici anni venne obbligato a trasferirsi dal padre, in una cittadina dell'Indiana. Fuggi' di casa e alla fine approdo' a Los Angeles, dove inizio' a suonare. In quella terribile infanzia affondano le loro radici tutte le sue canzoni.

Die Tur Ist Zu (World Service, 1996) e` una raccolta di sette lunghe tracce improvvisate dal vivo.

Presentato come il testamento finale del gruppo (ovvero di Gira e Jarboe), l'album-colossal Soundtracks For The Blind (Young God, 1996) e` semplicemente un eterogeneo ammasso di materiale da liquidare prima che invecchi, una catasta un po' casuale di campionamenti, suoni trovati, esperimenti sul suono, orchestrazioni artificiali, liriche dell'occulto, uno zibaldone di incompiuti e imperfetti. Larry Mullins alle percussioni e al vibrafono (membro di un'orchestra sinfonica e session-man per Iggy Pop), Vudi (degli American Music Club) alle chitarre e Joe Goldring (dei Toiling Midgets) al basso compongono comunque una delle formazioni piu` agguerrite della carriera di Gira.
L'album e` di fatto un album solista di Gira. Il contributo di Jarboe e` limitato alle parti vocali. Sono di Gira i testi che contano e sono di Gira tutti gli arrangiamenti; e gli arrangiamenti costituiscono gran parte del senso di questo disco.
La chiave per decifrare il disco si trova forse nei brevi acquerelli metafisici sparsi a casaccio, come Red Velvet Corridor e Live Through Me, che si limitano a deformare e agitare suoni senza volto, fino a farli sembrare grida disperate di dannati che tentano di parlarci dall'aldila`. Sono prove generali per le composizioni maggiori, che vivono della stessa ansia di incomunicabilita`.
In questo disco Gira si rivela innanzi tutto come un ambizioso musicista d'avanguardia, un illusionista del suono che in I Was A Prisoner In Your Skull seppellisce un'orchestra sinfonica che accorda gli strumenti e galassie che si scambiano segnali infrarossi. E` musica da incubo psicanalitico, che sfocia in un crescendo assordante di batteria. Gira nuota in un mare di musica elettronica che si estende dalle spiagge di Karlheinz Stockhausen ai maelstrom di Klaus Schulze agli iceberg di Foetus.
Cio` nonostante, alla fin fine Gira resta soprattutto un magistrale architetto di requiem spettrali. Il capolavoro e` cosi` Helpless Child (sedici minuti), dalla cui nebulosa di suoni elettronici emerge un colloquiale dimesso, scandito dai rintocchi squillanti della chitarra; il parlato muta in un canto appena bisbigliato, come in punto di morte, mentre tutt'attorno esplodono frastuoni caotici, e poco a poco il cerimoniale diventa un'orgia infernale, fra l'incalzare delle percussioni, i riverberi delle schitarrate sempre piu` forti, gli accordi solenni dell'organo gospel, le botte marziali di piatti e tam-tam... Invece che accumulare suoni per costruire un'armonia ad effetto, Gira li dispone in progressione ordinata per costruire un'atmosfera d'effetto.
Gira si diverte a disseminare le composizioni di segni criptici, come la bambina che gioca nei tenebrosi gorghi di elettronica e voci di Beautiful Days, che affiora dagli abissi oceanici delle tastiere.
Animus (undici minuti) canticchia la sua serenata "maudit" con il tono di un rilassato intrattenitore di night club, accompagnato soltanto dai rintocchi ipnotici della chitarra e dagli accordi onirici del vibrafono, finche' non viene devastato da violente distorsioni di elettronica. Alla fine rimane soltanto il drone alieno.
Il lato di rame fa leva attorno al mantra di Sound (tredici minuti), che inizia con un tintinnio intenso e lentissimo, straripante spiritualita`, e che, nella piu` pura tradizione psichedelica, prende quota con una progressione travolgente di distorsioni lancinanti della chitarra, di accordi celestiali delle tastiere e di battiti marziali della batteria, per spegnersi di nuovo in uno dei suoi desolati requiem.
Nella preghiera accorata di Final Sac (dieci minuti), messi da parte per l'occasione i trucchi di studio, Gira diluisce la sua arte melodrammatica al punto che sembra di ascoltare la coda di una canzone di Nick Cave o di Jim Morrison, rallentata, e prolungata, all'infinito. Le sue parole si spengono in un silenzio vellutato di echi del vibrafono e di vampate dei piatti.
Le composizioni maggiori sono "storie" allegoriche in cui Gira presumibilmente racconta la sua versione della dannazione umana.
Qualche altro pezzo surreale, al limite della musique concrete (Her Mouth Is Filled With Honey, prelude alla sinfonia piu` radicale, I Love You This Much
Jarboe fa poco o nulla: in Volcano blatera come Bjork su uno sgangherato sottofondo techno; recita alla Nico la trenodia masochista di YRP, in un'atmosfera satura di suspence.
Gira ha avuto il coraggio di suggellare il progetto Swans con un disco in cui ha immesso tutto cio` che non aveva mai avuto il coraggio di rendere pubblico. Il Gira nudo di queste "colonne sonore" e` un uomo carico di peccati e conscio della sua irrevocabile condanna.
L'opera non potrebbe essere piu` sfocata, ma, quando riesce a mettere a fuoco l'obiettivo, lambisce vertici di reale grandeur esistenziale.


The Great Annihilator (Young God, 1995), il primo album in studio da tre anni, vede alla batteria William Rieflin dei Ministry. L'album è un affresco apocalittico di umanità condannata a supplizi infernali, una "Divina Commedia" mestamente lugubre. È anche uno dei lavori più metafisici di Gira, nel quale quasi ogni canzone va vista come un sermone allegorico.

Il dono di Gira di terrorizzare i propri ascoltatori rimane intatto, come dimostra l’overture strumentale In (caricato di tensione e suspense) e la cerimonia pagana di I Am The Sun, sopra percussioni tribali e un coro di bambini. La musica angelica dei precedenti album degli Swans è stata rimpiazzata da un impeto violento di fede e paura.

Le fragorose, maniache, infernali armonie orchestrali ricordano le sinfonie industriali di Foetus (in Alcohol The Seed e I Am The Sun); mentre le enfatiche, melodrammatiche intonazioni e i martellanti ritmi gospel si associano alle ballate solenni di Nick Cave (in particolare in She Lives).

Ciò che appartiene in maniera unica a Gira sono i cori gotici e il canto apatico.

Gira è tentato dal richiamo della massa. Celebrity Lifestyle è forse la canzone più accessibile della carriera degli Swans, un ibrido fra il boogie indifferente di Lou Reed e il dark-punk ballabile dei Joy Division. The Great Annihilator prova a fare un tentativo anche col rock and roll tradizionale. Jarboe non è protagonista, ma per lo più spettatrice. Tuttavia il suo canto arcaico ed esoterico in My Buried Child, la ninna nanna stile Enya di Warm e il suo sperimentale Out per canto ed elettronica, sono fra i momenti salienti. Le personalità dei due compositori si fondono in un’unica occasione, nel mantra caotico di Mind Body Light Sound, per coincidenza il pezzo centrale dell’album.

Ahimè, troppi brani suonano banali e prevedibili e fanno di questo disco il meno completo degli Swans.

La fine degli Swans fu seguita da un diluvio di incisioni: Omniscience (Young God, 1996), Swans Are Dead (Young God, 1998), e il bootleg ufficiale Public Castration Is A Good Idea (Thirsty Ear, 1999).

Nel frattempo sia Gira che Jarboe hanno pubblicato un numero di stupefacenti album per conto proprio.
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Re: Swans

Messaggioda Sheva » mar gen 12, 2010 12:16 pm

Stanno tornando con un nuovo disco (ma senza Jarboe):

http://thequietus.com/articles/03506-swans-reform
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