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Room 103

11-09-2017

FRIENDS OF ALICE IVY

Ciclici simbolismi

FRIENDS OF ALICE IVY

di Roberto Alessandro Filippozzi

Quale dovrebbe essere il compito di un media come il nostro, se non quello di dar voce a quelle realtà a torto definite 'minori'? Progetti ed artisti spesso davvero straordinari che, non avendo alle spalle alcuna etichetta con le disponibilità economiche necessarie per investire in pubblicità (che pare essere l'unico modo per poter comparire sulle esteticamente accattivanti ma sopravvalutate riviste cartacee tedesche), non trovano spazio presso quelle testate che ancora possono vantare numeri rilevanti. Parliamo di musicisti di alto livello che, per liberare le proprie necessità creative, sono costretti giocoforza ad investire su sé stessi, e che nonostante ciò continuano ad impiegare il poco tempo libero e le limitate risorse economiche affinché la loro arte possa raggiungere il pubblico, anche in un mercato dove i dischi non si vendono più. Se da un lato è comprensibile che le testate più blasonate puntino ad un ritorno economico significativo per i propri sforzi, dall'altro questa logica commerciale ricalca tristemente - seppur con cifre decisamente inferiori - le peggiori dinamiche del mondo 'pop', andando nella direzione inversa a quella che dovrebbe animare quella musica che indipendente lo è davvero. Un media come il nostro, che non nasce per fini economici, ha la grande fortuna di essere completamente libero da certe logiche, e di conseguenza l'immenso privilegio di poter dare voce a quegli artisti che secondo il nostro modesto parere meritano fino in fondo l'attenzione di chi poi i dischi li compra per davvero. E questo lo sa bene un act come il duo australiano Friends Of Alice Ivy, che riconosce pubblicamente la fondamentale importanza delle riviste web spendendo per esse parole d'elogio, in quanto strumenti indispensabili per l'esistenza stessa della stragrande maggioranza dei gruppi del settore. E noi, che ormai da diversi anni abbiamo il grande privilegio di poter parlare della loro musica, non possiamo che sentirci riconoscenti e fieri di poter dedicare loro quello spazio che senza alcun dubbio meritano, alla faccia di chi per mere ragioni economiche ha l'ardire di definire 'minori' progetti di questo livello. L'occasione per chiacchierare con Amps e Kylie è la recente uscita del loro nuovo EP "The Last Days Of Fenwyck", altro gioiellino in una discografia non certo fitta ma di assoluto pregio, e quel che segue è il resoconto della piacevole conversazione avuta con due persone sincere, di rara gentilezza e mosse dalle migliori intenzioni...

FRIENDS OF ALICE IVY

"Volevamo usare un 'personaggio' che agisse come un osservatore dei temi dell'album, che sono la rovina di ciò che è vecchio e l'emersione di ciò che è nuovo, e quindi Fenwyck è il cervo della copertina. È una creazione molto simbolica e lo abbiamo impiegato come lente attraverso la quale vedere i cicli: vita, morte e rinnovamento."
(Amps)

 

FRIENDS OF ALICE IVY

"È proprio la complessità e la bellezza della tavolozza nella musica classica a farci apprezzare il genere. Mescolare la bellezza senza tempo ed il classicismo di alcuni di quei vecchi strumenti con un moderno idioma musicale 'pop' è molto eccitante per me. Sembrano dimorare per la maggior parte in sfere molto distanti, e non sono sicura del perché debba essere così..."
(Kylie)

 

FRIENDS OF ALICE IVY

"Ci sono sempre delle difficoltà da eliminare, dal momento che la nostra musica è molto difficile da tradurre in un contesto live. Abbiamo provato a riconfigurare alcune impostazioni, ma non sono sicura che queste catturino l'essenza dei Friends Of Alice Ivy nel modo in cui vogliamo. Stiamo provando a far funzionare ciò che possiamo/dovremmo portare sul palco, perché il pubblico vuole realmente vederci suonare. E sappiamo che ad un certo punto avremo davvero bisogno di esibirci in Europa!"
(Kylie)

 

 

http://www.friendsofaliceivy.com/

https://friendsofaliceivy.bandcamp.com/