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Room 106

05-06-2010

NOTES FROM UNDERGROUND

"Crossing The Rubicon"

Cover NOTES FROM UNDERGROUND

(Danse Macabre)

Time: (72:40)

Rating : 6.5

La Danse Macabre, sempre molto attiva sul mercato internazionale, ci presenta "Crossing The Rubicon", debut album del quartetto spagnolo Notes From Underground. Come spesso accade, il lavoro in questione è divisibile in due parti ben distinte: da un lato le prime undici tracce, quelle 'originali', e dall'altro le seguenti nove che non sono altro che i remix delle precedenti, rivisitate per l'occasione da illustri personaggi della scena mondiale. La musica dei NFU è una perfetta sintesi di metal ed elettronica suonata a una velocità impressionante: alle volte riporta alla mente le sensazioni di quando si faceva girare un 33 giri alla velocità dei 45. Le frenetiche drum machine di "Phoenix Uprising", sulle quali si poggiano la chitarra distorta di MdA e la voce aggressiva di Greco, fanno presagire un assalto sonoro non indifferente. "Are you ready for this?" è il primo verso del secondo brano "War", e calza a pennello per descrivere lo stato d'animo dell'ascoltatore. Brano tiratissimo anche questo, rafforzato da synth in stile trance e una voce che alterna alle più frequenti parti gridate un timbro suadente alla Dave Gahan. Le chitarre non sono ingombranti e ossessive come in certo industrial rock/metal, lasciano molto spazio ai synth e intervengono solo quando necessario, anche se in modo limitato con i canonici accordi power. La formula dei NFU è decisamente buona, riprende gli insegnamenti dei Ministry e dei Nine Inch Nails nella veste più metal, ma risulta un tantino ripetitiva: qui non c'è spazio per prendere fiato, come può accadere nell'industrial di KMFDM, Skinny Puppy o Godflesh. Tutti i brani sono veloci e l'uno sulla falsariga dell'altro. Si rallenta solo con "Game", sul quale aleggia l'alone misterioso del reverendo Manson. La seguente "Deadend" è invece una sinistra perla di intrigante e trascinante malvagità: le chitarre, non a caso, osano fraseggi più ricercati e le tastiere alternano mood atmosferici a oscure parti d'organo; canzone stupenda, che a mio avviso sostiene da sola il peso dell'album. Purtroppo la successiva "Outta Hell (A Long Hard Road)" sembra invece uscita da un disco dei Genitorturers, tanto è indisponente e ruffiana. Il resto scorre senza grande entusiasmo, fino alla seconda parte del disco, dove si alternano nella fase remix alcuni grossi nomi del calibro di Die Krupps, Das Ich, En Esch (ex KMFDM, Pigface, Slick Idiot), William Faith, Adrian White (Front Line Assembly, Silent Alarm), Melt (ex-Icon Of Coil), Ulf Hausgen, Matter e Digital 21. Si divide fra rivisitazioni ben riuscite e altre francamente evitabili, in una miscela di techno e industrial metal indirizzata ai dancefloor. Da sottolineare la prestazione di Melt, che riesce a donare a "Greed" un'oscura intensità che i Notes From Underground avevano tralasciato. Anche la versione di "War" dell'ex-The Fair Sex, Ulf Hausgen, in collaborazione con Tim Schuldt, esalta maggiormente il brano, dandogli più respiro in alcune parti rallentate e una matrice più metal in altre. "Crossing The Rubicon" è in definitiva un album dal forte impatto sonoro, aggressivo e con spunti interessanti, ma troppo dispersivo, ed una selezione più accurata dei brani avrebbe sicuramente giovato. Probabilmente un EP con i quattro pezzi migliori avrebbe destato un grosso clamore: così risulta indispensabile solo agli sfegatati del genere.

Silvio Oreste

 

http://www.myspace.com/enefeu

http://www.dansemacabre-group.com/