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Room 106

05-07-2010

B.O.S.C.H.

"Einsam"

Cover B.O.S.C.H.

(Major Records)

Time: (62:47)

Rating : 6.5

Il progetto B.O.S.C.H. nasce senza particolari ambizioni nel 2006 a seguito di alcune idee di Kai e Lutz, che si ritagliano uno spazio di puro e semplice divertimento al di fuori delle band in cui già suonavano. Affascinati dalle sonorità che uniscono musica e computer, creano composizioni secondo gli insegnamenti di Prodigy, Chemical Brothers, Fear Factory, Rammstein, Front Line Assembly, Killing Joke, Kraftwerk, Nitzer Ebb ecc., anche se tengono a precisare di non essere vincolati in alcun modo nella realizzazione di un loro stile personale. L'interesse crescente del pubblico e dei locali dell'area della loro città natale, Wilhelmshaven, fa presto cambiare idea ai Nostri riguardo ad ambizioni e prospettive; instaurata una completa line-up di cinque elementi, i B.O.S.C.H. realizzano un primo demo, assorbendo anche quelle che risultano essere le sonorità predilette dei nuovi elementi. "Einsam" è l'evoluzione di questo convenzionale processo, che a grandi linee è definito da un suono che attinge in gran parte dai cosiddetti 'tanz metal' e 'industrial metal', caratterizzato da voci ultradistorte (che a volte ricordano il gutturale Bill Steer dei Carcass), chitarre ultrapotenti, e samples di elettronica che ne alleggeriscono la violenza conferendo una sorta di melodia. La brutalità e l'impatto di questo disco sono devastanti e supportati da una produzione pressoché perfetta, dove ogni strumento è bilanciato a puntino e gode di un sound impeccabile. Nulla da invidiare a mostri sacri del genere quali Ministry, Rob Zombie, Fear Factory e Rammstein. Si può eccepire invece sull'originalità del prodotto, sulla ripetitività delle composizioni e quindi, più in generale, su un songwriting non abbastanza trascendentale da permettere loro di affiancarsi ai suddetti celeberrimi colleghi; spesso ci si limita a due/tre accordi, e quindi l'ascolto, sulla lunga durata, risulta un po' pesante. Ciò nonostante la title-track e "Zeit" spiccano per la bellezza di refrain dove sfociano nitide le potenzialità della band tedesca. Interessante l'uso dei samples in "Mehr", anche se sfiorano il clamoroso plagio, dato che la melodia è praticamente identica a quella della sigla del telefilm "Supercar". "Ratten" potrebbe invece diventare la direzione da seguire in futuro, una via di uscita dai soliti schemi di mille altre band, nuovi suoni da sperimentare (quasi chillout in questo caso) senza snaturare la violenza e l'impatto della loro proposta. Così come detto poche settimane fa per i Notes From Underground, forse un po' di alternanze nelle vocals e nei riff di chitarra è proprio quello che servirebbe a un gruppo che, a conti fatti, di professionalità ne mostra già parecchia (e l'eccellente confezione in digipack ne è una piccola dimostrazione). Per chi ama il genere può essere un buon disco, per gli altri l'ennesimo "già sentito".

Silvio Oreste

 

http://www.myspace.com/boschmusic2

http://www.majorrecords.de/wb/