Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 109

10-04-2012

LAETITIA IN HOLOCAUST

"Rotten Light"

Cover LAETITIA IN HOLOCAUST

(Autoproduzione)

Time: (42:33)

Rating : 6.5

I musicisti emiliani, refrattari ad ogni forma di omologazione, proseguono coerentemente lungo le coordinate tracciate con le precedenti uscite. Accostabile al black metal, almeno per feeling ed intensità esecutiva, l'identità dei Nostri si tinge di sfumature estremamente eterogenee che guardano alla new/dark-wave e alla dark ambient. Questo, dunque, lo scenario musicale affrescato dai Laetitia In Holocaust, animati da una scelta stilistica quantomeno singolare dove è bandita, quasi totalmente, la distorsione elettrica. "Rotten Light", secondo album ufficiale del duo, è il risultato di una ricerca sonora ardita, sicuramente personale, ma non del tutto compiuta. È doveroso segnalare, però, un deciso passo in avanti rispetto alla precedente uscita, "The Tortoise Boat", dove l'approccio compositivo del gruppo, all'epoca ben più ingenuo ed acerbo, si manifestava in un intreccio sonoro disarticolato e poco coeso che intaccava irrimediabilmente l'avanguardismo sonoro della band. L'ingenuità del primo lavoro ha lasciato spazio ad una ricerca sonora meglio organizzata, anche se permangono alcune zone d'ombra che impediscono al nuovo album di decollare. Una lunga apertura, cupa e disturbante, apre "Dialogue With The Sun (White Lions Rising)", contrassegnata dall'incedere ossessivo ed incalzante della sezione ritmica, sulle cui trame si stagliano le linee di chitarra, liquide ed ipnotiche. Il brano, che sfiora i dieci minuti di durata, si chiude con una sezione alienante, per poi lasciar spazio a "Black Ashen Aurora", traccia più violenta ed aggressiva che si lascia apprezzare per il guitar-work. Atmosfere più eteree permeano "Le Perdu De Novembre", mentre una vena oscura ed intimista attraversa "Sulla Soglia Dell'Eternità", episodio semplice ed essenziale ma estremamente evocativo, probabilmente il migliore del lotto. Si assestano su discreti livelli anche "Sons Of Ice" e "The Inaccessible Door", due tracce che, come la precedente, prediligono trame meno complesse ma meglio strutturate, a conferma delle buone potenzialità dei Laetitia In Holocaust se calate in contesti più scarni e diretti. Questa, dunque, potrebbe essere la direzione ideale da seguire per le prossime uscite del duo modenese. Siamo ancora lontani dalla piena maturità, ma un passo in avanti è stato fatto. Attendiamo fiduciosi gli sviluppi.

Paolo Sola

 

http://www.myspace.com/laetitiainholocaust