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Room 105

09-05-2013

BARBAROSSA UMTRUNK & PALE ROSES

"La Clairière Des Eaux Mortes"

Cover BARBAROSSA UMTRUNK & PALE ROSES

(Old Europa Cafe)

Time: (63:30)

Rating : 7

Split tutto francese con impegnati due progetti a noi ben noti come Barbarossa Umtrunk (alla seconda release annuale, e presto vi parleremo anche del lavoro condiviso con Escuadron De La Muerte) e i Pale Roses, rilasciato nel formato digipak in sole 300 copie dalla storica label italiana Old Europa Cafe. I due act connazionali si dividono le dodici tracce del dischetto (sette per Barbarossa Umtrunk, cinque per i Pale Roses) per rendere omaggio alla memoria dello scrittore francese di fantasy/fiction Raoul De Warren, nato nel 1905 e scomparso nel 1992. Il nobile intento vede Barbarossa Umtrunk propendere per un suono meno belligerante nella sua marzialità sinfonica: le soluzioni sono decisamente meno concitate, ed il prezioso apporto del misconosciuto Dru-Wid Sagos per gli spoken words (più un paio di apparizioni vocali di Elli Riehl), unito a poche altre significative collaborazioni, aiuta a sortire l'effetto desiderato. Se con "Le Pays Perdu" il mastermind Baron Von S apre con toni quasi ambientali (pur nei loro echi martial/industrial), con "Gwer Nemeton" ci regala il primo highlight dell'opera: un bel tema sinfonico si sposa coi rulli marziali, prima che le percussioni tribali dell'ospite Schattenspiel rendano il pezzo arioso e magnificamente sontuoso. Se "A L'Ombre Des 7 Cromlechs" presenta toni più misteriosi ed atmosferici, fra suoni in apparente contrasto, "Le Secret Du Marécage" si rivela un altro dei picchi dell'opera: le sue tenui linee sinfoniche, unite al piano ed al canto degli uccelli, aprono ad un risveglio di pura beatitudine. Curiosa "Cantlon Vindoseni", dove il piglio marziale cede presto il passo ad una rocciosa incursione simil-metal cui contribuisce la batteria ad opera dei compagni d'avventura Pale Roses; ottima l'anima drammatica fra piano ed archi di "Les Chevaliers De L'Apocalypse", col suo finale degno di un requiem, mentre "La Grande Courtisane" chiude l'opera in maniera decisamente placida. I Pale Roses, nelle loro tracce, tengono fede ad un suono dichiaratamente influenzato non solo da numi tutelari assoluti del neofolk quali Sol Invictus, Fire + Ice, Death In June, Current 93 e Strength Through Joy, ma anche da antesignani del genere come Nick Drake, Nico e Richard Thompson. L'approccio è il medesimo dei tre album sin qui pubblicati: il piglio folk intimo e passionale del terzetto si lascia guidare dalla chitarra in momenti come l'ombrosa "La Chapelle Des Marais", la delicata "Have You Been Here Before?" e la dolce "Gates Of Hell", mentre è il piano di Marie-Cécile Malhaire a scandire l'incedere dell'appassionata "Le Village Assassin" e di una "La Nativité Julienne" che sa di traditional. Il suono della band si colora di qualche nuova sfumatura ma rimane sempre piuttosto scarno nelle strutture, così come la voce di Arnaud Spitz difficilmente inizierà a piacere se sinora aveva destato (legittime) perplessità, ed in sostanza il livello rimane quello già noto. Meglio Barbarossa Umtrunk dunque, in uno split che mantiene le distanze fra i due act, verosimilmente più a loro agio ognuno nel proprio spazio - come hanno scelto di fare - che non impegnati in una reale collaborazione (cui il primo è sicuramente più avvezzo). Un lavoro comunque gradevole, nonché onorevole negli intenti.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.barbarossaumtrunk.com/

http://www.oldeuropacafe.com/