Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 109

18-03-2015

VITREA

"Songs Of Glass"

Cover VITREA

(autoproduzione)

Time: (47:57)

Rating : 7

Provenienti da Udine, dove si sono formati nel 2007, i Vitrea si sono già affacciati sulla scena con un paio di EP autoprodotti ("Broken Machine" del 2009 e "Nadir" del 2011), apertamente ispirati alle sonorità di gruppi come Katatonia e Tool. Consolidato l'affiatamento, il trio del nord-est è infine giunto alla realizzazione del primo full-length, ancora autoprodotto - e confezionato in un essenziale digipack - ma improntato su di un sound più evoluto, dichiaratamente debitore nei confronti di nomi come Nine Inch Nails, Depeche Mode e Ladytron. La risultanza di tali sforzi si traduce in un electro-industrial-rock ben costruito ed interpretato, oltre che adeguatamente prodotto, spesso giocato sull'alternanza fra strofe più tenui ed impennate elettriche ("Antiheroes", una "Venere" cantata in italiano dal versatile Livio Caenazzo e la conclusiva bonus-track "Broken Machine III", remake della traccia già presente sul sopraccitato EP "Nadir"). A volte più squisitamente guitar-driven (la sofferta "Uranium"), altre più electro-oriented (la groovy "Indigo Waves"), i Nostri sanno bilanciare bene spunti melodici di natura sintetica ed una solida intensità, come nell'opener "The Burning Sun" o in una "SPM" che parte ben ritmata per esplodere nel suo impeto elettrico, o ancora nella sostenuta "The White Road". C'è spazio anche per la raffinatezza con "Walls Of Glass", dove il piano assume importanza, e si lascia apprezzare anche l'ennesima cover di quella "Goodbye Horses" che ha marchiato in maniera indelebile un film indimenticabile come "Il Silenzio Degli Innocenti", ma la palma di miglior brano del lotto spetta a "January", che parte appassionata fra strutture sconnesse per poi decollare col suo bel piglio penetrante. Sfruttando in maniera intelligente tanto certe importanti influenze quanto soprattutto le proprie buone capacità, i Nostri sono riusciti ad assemblare un lavoro ben assortito che lascia chiaramente intravedere un buon potenziale: sarà dunque interessante seguire l'evoluzione dei Vitrea, ma il consiglio è quello di non aspettare la prossima fatica e di partire già da questo meritevole album.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://vitrea.org/

https://www.facebook.com/vitreaband