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Room 107

06-10-2015

DASHA RUSH

"Sleepstep - Sonar Poems For My Sleepless Friends"

Cover DASHA RUSH

(Raster-Noton)

Time: CD (72:25)

Rating : 7

È difficile classificare un personaggio come Dasha Rush, soprattutto alla luce di quest'ultima release. Spesso indicata, a torto o a ragione, come esponente di punta della scena techno europea e non solo, l'artista uscita dalle nebbie della Russia circa nove anni fa con l'uscita dell'ottimo "Forms Ain't Formats" ha poi consolidato fama e bravura con il successivo "I Run Iron I Run Ironic". Adesso Dasha ritorna dopo diversi anni di silenzio, intervallati da un live e da qualche singolo, con un disco che privilegia la parte più intimista a scapito dell'aggressività che ne aveva caratterizzato fino ad adesso l'opera. I territori ambient esplorati in questo "Sleepstep" suonano come una nuova scommessa e un tentativo di ampliare un orizzonte che forse poteva alla lunga risultare troppo stretto, proseguendo su una scia già iniziata con il precedente album. I momenti migliori del disco - un monumento di oltre 70 minuti - sono quelli in cui le atmosfere eteree e stratificate dell'ambient music incontrano delle percussioni ipnotiche ed incalzanti, una storta di esperimento techno-ambient tribale e primitivo. Nascono così pezzi come "Abandoned Beauties And Beasts", o brani in cui l'andamento dub crea vortici ipnotici di ottima levatura come in "Antares". Nel disco vi sono poi omaggi alla letteratura gotica, come in "Dance With Edgar Poe", dove fra il riverbero dei sintetizzatori e il pianoforte sgangherato, quasi suonato a caso, fa capolino la voce recitante della Rush. Altro omaggio, ma solo nel titolo, è quello ai Beatles, nella affascinate e misteriosa "Lucy In The Sky, Lost Diamonds", che conferma anche la sottile ironia e la passione verso i giochi di parole dell'artista russa. "Sleepstep" è un disco intenso e potente, ma che viaggia fra diversi alti a bassi, puntando spesso più alla forma che alla sostanza. Una cosa comunque accettabile in un'opera così lunga, che fotografa il momento creativo di un artista che ancora deve dare il meglio di sé stessa.

Ferruccio Filippi

 

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