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Room 107

30-11-2015

VV.AA.

"07|100|15"

Cover VV.AA.

(Zoharum)

Time: CD 1 (66:00); CD 2 (62:53)

Rating : 8

La label polacca Zoharum compie otto anni, ma soprattutto giunge a quota 100 produzioni tra CD, vinili e nastri. Un bel traguardo festeggiato con una compilation di ringraziamento che include 21 autori editi dall'etichetta: nel primo disco progetti connazionali, nel secondo alcuni tra i più celebri nomi internazionali. Tutti i brani sono inediti e se in parte c'è la solita onesta manovalanza a fare numero, non mancano episodi di grande pregio e degni di nota. In particolare tra gli act polacchi svettano la prova di Ab Intra (autore di un'ambient densa e torbida di grande impatto), le ritmiche dub e le sonorità vagamente catchy di Aabzu, la raffinata ricercatezza etnica di Mammoth Ulthana (già apprezzata nel disco d'esordio) e la follia di Monopium, che porta ad un incrocio tra jazz improvvisato e rumori catturati in presa diretta. Gli altri brani si attestano principalmente su un astrattismo minimale (Tundra) e ambientale, con echi glitch e particolarità assortite a seconda degli stili adottati e della personalità più o meno spiccata degli autori (Micromelancolie, Zenial). Caso a parte quello di 23 Threads, che ricalca in modo singolare i recitativi inquietanti di David Tibet come da copione già messo in scena nel recente album. Col secondo dischetto i livelli si alzano ulteriormente con diverse prove all'altezza delle aspettative: Machinefabriek propone un sound filmico ed etno-orchestrale inaspettato, Desiderii Marginis una soundtrack di grande perizia tecnico-formale; echi esotici trapelano dalle ritmiche di Rapoon, sognanti mondi perduti affiorano invece dai mosaici sonori di Troum che anticipano le unisonanti trame di 1000schoen. Affini ai territori ambient risultano i pezzi di Re-Drum e Strom Noir, mentre Lagowski sigla un giro ritmico ossessivo quasi drum'n'bass. Curiose le tracce di Feine Trinkers Bei Pinkels Daheim, progetto in sonno da anni che in compagnia di un non meglio identificato Dog Space mette a punto un pezzo incomprensibile fatto di rumori non identificabili, e dei grandi Hybryds, che chiudono i giochi con una ballata acustica "exclusive mix" decisamente bella e lontana dagli standard del progetto. Celebrandone l'evento, non rimane che affiancarci ai progetti coinvolti in "07|100|15" e festeggiare una label che ebbe magri natali: avviata per produrre i lavori del solo Bisclaveret, si è poi allargata dando credito a nomi sconosciuti e stabilendo legami con autori importanti, puntando sulla quantità senza mai tralasciare la qualità artistica - nonché quella tecnica e formale - nell'assemblaggio di suoni e confezioni. Diventata oggi punto di riferimento nel settore post-industriale e sperimentale e tra le massime etichette dell'est Europa, ci auguriamo che la Zoharum possa continuare su questi livelli e migliorare ancora.

Michele Viali

 

http://zoharum.com/

http://zoharum.bandcamp.com/