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Room 102

11-05-2017

SEVEN TREES

"Trauma Toxicity"

Cover SEVEN TREES

(Progress Productions)

Time: CD (31:26)

Rating : 7.5

Negli anni '90 la scena dark-electro, parallelamente a quella electro-industrial, ha dato il meglio di sé non solo in termini di creatività, ma anche di efficacia nel creare determinate atmosfere a tinte scure e ferali. Da quel fortunato periodo storico provengono i Seven Trees, act svedese salito alla ribalta nel '97 con l'album "Embracing The Unknown", che valse ai suoi due componenti Johan Kronberg ed Henrik Karlsson il contratto con la blasonata e storica Zoth Ommog dopo due lavori autoprodotti in cassetta. Il progetto proseguì ancora per qualche anno, partecipando ad alcune buone compilation ma senza pubblicare nuovi lavori, sino alla cessazione delle attività. Nel 2013 la Infacted rilasciò "Expanding The Unknown", sorta di celebrazione postuma comprendente sia il succitato album (rimasterizzato) che svariate tracce più o meno rare prese da alcune compilation e dalla prima tape "The Sum Of All Fears", per un'operazione sicuramente gradita ai fans. Veder tornare in azione il duo ad ormai vent'anni da "Embracing..." è senza dubbio una gradita sorpresa per chi ha amato la dark-electro di quella storica decade, ed a ragion veduta, poiché Johan ed Henrik hanno pienamente conservato la loro maestria nell'intrecciare trame elettroniche fortemente algide e scure, tanto nelle melodie quanto nel beatwork. Benché meno tagliente, il nuovo miniCD - edito in 500 esemplari in jewel-case con ampio libretto - conserva infatti tutte le caratteristiche grazie alle quali il duo si stava imponendo nei 90s, come l'opener "Azure" dimostra da subito fra movenze lente e cadenzate, bassline sinuose, synth ariosi nel loro incedere para-sinfonico, suoni glaciali dal taglio claustrofobico ed una voce ruvida che approda ad un impeccabile refrain dolente. "Black Ice" si muove con fare più serpeggiante e minaccioso crescendo via via d'intensità, mentre la tesa "Dead Cells" è emblematica nel sottolineare come l'uso del piano esalti l'enfasi drammatica di cui i Nostri sono capaci. Quando in "You Slit My Soul" entra la voce l'intero contesto si carica di una maggior durezza, corroborando quella sensazione di un destino tragico e inesorabile che trasuda dall'intreccio ritmico-melodico, mentre la conclusiva "Cold Waves Of Silence", più ritmata ma con moderazione, lascia spazio a vocals 'pulite' che in parte stemperano la glaciale tensione che anima la musica dei Seven Trees. Un ritorno di livello per un act in ottima forma, nonostante il lungo silenzio: con queste premesse, è lecito attendersi presto un full-length degno di nota.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://seventrees.se/

http://www.progress-productions.com/