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Room 104

09-04-2011

MZ. 412

"Burning The Temple Of God"

Cover MZ. 412

(Cold Spring/Audioglobe)

Time: (60:43)

Rating : 8

Prosegue la serie di ristampe dei cinque lavori di lunga durata pubblicati dal colosso svedese dopo l'abbreviazione del monicker (i primi due album uscirono col vecchio nome Maschinenzimmer 412), e dopo "In Nomine Dei Nostri...", disco del '95 che è valso ai Nostri lo scettro di sovrani del black industrial, tocca ora a "Burning The Temple Of God" - pubblicato in origine dalla Cold Meat Industry nel '96 e mai ristampato negli ultimi 15 anni - tornare a splendere nella qualità del suono rimasterizzato e nell'austera confezione digipak (col fatidico nuovo artwork) approntata dalla Cold Spring, incaricata dell'intera operazione di rispolvero. Erano gli anni in cui i Nostri flirtavano col black metal soprattutto a livello di immagine, mentre in Norvegia una falange di giovanissimi esponenti della fiamma nera scatenava il caos mediatico, dando fuoco ad importanti chiese (la più celebre di queste 'imprese' è immortalata nell'edizione originale di "Burning...") in nome di 'ideologie' che mescolavano confusamente Satana, il Nazismo ed il paganesimo. Sebbene "In Nomine..." sia considerato da molti IL disco black industrial per eccellenza, va detto che a livello sonoro i Nostri hanno concretamente inglobato influenze black metal con "Burning...", opera più violenta e ferale rispetto al capitolo precedente. Un disco le cui sonorità fanno gelare il sangue (la minacciosa e infernale opener "Deklaration Of Holy War", la cupa e monastica "Vampiir Of The North"), o in alternanza male, lacerando con trame distorte nei momenti più votati all'industrial ("The Winter Of Mourning", la durissima "Submit And Obey", la vibrante "De Ondas Vandring"), fino ad arrivare ad abbracciare completamente stilemi e strumentazione black metal nella lancinante e mortifera "Feasting On Khristian Blood", massima e definitiva manifestazione dell'odio anticristiano che permea l'intera opera. "Taking The Throne" viene 'ufficialmente' divisa nelle due parti che l'hanno sempre contraddistinta, mentre l'inedito del caso non reca alcun titolo, ma si tratta di una nerissima e sulfurea traccia dark ambient che non stona affatto nel contesto dell'opera in (ri)esame. Voci cariche di odio, percussioni frastornanti (pare siano state utilizzate anche ossa umane...), samples pregnanti e ben incastrati, abrasioni industriali, vibrazioni pericolose e fragore power-electro sono solo alcuni degli ingredienti di un suono unico e terrificante, per uno dei dischi che meglio in assoluto incarna il significato del termine 'malvagità': al confronto, il black metal è solo rabbia adolescenziale...

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/nordvargr

http://www.coldspring.co.uk/