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Room 104

07-08-2014

BURIAL HEX

"In Psychic Defense"

Cover BURIAL HEX

(Cold Spring)

Time: (75:49)

Rating : 8.5

Dopo l'uscita di "Book Of Delusions" nel 2012, la Cold Spring appronta una seconda ristampa di Burial Hex, il progetto di Clay Ruby affermatosi come uno dei più interessanti dell'ultima ondata statunitense, forte di una trasversalità stilistica che insiste su atmosfere esoteriche e ritualistiche. "In Psychic Defense" raccoglie brani usciti tra il 2010 e il 2013 editi su nastri, 12" e 7" a tiratura limitata. Il pezzo più rappresentativo del CD è la title-track, suite di oltre 20 minuti pubblicata tre anni or sono ed incentrata su un'architettura psichedelico-industriale dal retrogusto magico, figlia della lezione dei Coil ma anche di un certo sound cupo degli anni '70. I molteplici cambiamenti di registro vedono l'avvicendamento di un ritualismo paganeggiante e di un'ambient naturalistica con inserimenti di voce growl, temi di organo, poderose linee di basso, ieratiche sfumature tonali, percussioni secche ed ipnotici giri techno. Ingredienti simili percorrono anche la successiva "Hunger" (dall'omonimo singolo del 2010), immersa in atmosfere lugubri e fantastiche che evolvono in una nenia velata di spunti cromatico-visivi old style ed impreziosita dalle liriche di Rimbaud. La coppia "Fantasie" ed "Und Fuge" proviene dalla serie di 7" "Bach Eingeschaltet", incentrati sulla libera rivisitazione di temi scritti da Bach: qui si fa sentire di più la matrice sintetica con basi ritmiche minimali, tonalità asciutte e suoni cibernetici che sfociano in un magma cerebrale e lisergico. Un ritualismo torbido e sanguinolento sprizza invece da "To Birth The Rotted Sun", brano creato in partecipazione coi Pyramid: forse il momento più furente e aggressivo del disco, tra penetranti melodie di piano ed organo e arrangiamenti elettrificati. Il doublet finale, ricavato dal raro singolo "The Tower", amplifica l'oscurità che si avverte in tutti i brani con spunti che richiamano la solennità dei templi antichi e il mistero di celebrazioni ancestrali ("[Or: War]"), per poi passare ad una bassline ossessiva e nera ("The Tower"). In assoluto il disco mette in mostra le tante sfere d'influenza che agiscono su Clay Ruby, confermando le capacità superiori di questo autore già testimoniate in tante produzioni. Sicuramente tra i migliori della sua generazione. Un nome da seguire sempre ed una compilation da non perdere.

Michele Viali

 

http://burialhex.bandcamp.com/

http://coldspring.co.uk/