Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 104

17-07-2017

KHOST

"Governance"

Cover KHOST

(Cold Spring)

Time: CD (49:38)

Rating : 7

Un anno dopo l'EP "Needles Into The Ground", dove al fianco di un brano inedito altri tre venivano remixati dai seminali Godflesh, i Khost tornano col terzo album, sempre rigorosamente sotto l'egida della loro connazionale Cold Spring. Confezionato in un bel digipack a sei pannelli purtroppo privo dei testi, "Governance" prosegue nel solco tracciato dal duo inglese coi precedenti lavori, ossia un doom-noise fortemente industriale ma di chiara derivazione metal, debitore delle derive più nere e mortifere del doom-death più lugubre. Spesso introdotti da melodie stranianti e cantati salmodianti, i pezzi poggiano su muri di chitarre dilanianti amalgamate a masse noise iper-distorte, con vocals ferali di scuola extreme metal ed un drumming dal taglio tipicamente doom a dettare le lente e minacciose cadenze. In tal modo di snoda l'incipit, con la pesante opener "Redacted Repressed Recalcitrant" e la più sofferta "Subliminal Chloroform Violation", mentre l'arcigna "Low Oxygen Silo" riprende certi spunti melodici in odore di antico Oriente già mostrati agli esordi, elaborando il rumore in chiave meno chitarrosa e più tipicamente industrial. Alla più plumbea ed austera "Cloudbank Mausoleum" segue una "Demenized" opprimente, furiosa e strabordante nei suoi muri noise, chiaro segnale di un ritorno a modalità più propriamente industriali, come conferma anche il finale saturato della tagliente "Coven" (ripresa in un remix ancor più aspro da Adrian Stainburner in chiusura). Verso il finale l'opera propone le varianti più stimolanti: dalla cruda brutalità di "Depression" alle movenze più rarefatte di "Defraction" (dove è protagonista il violoncello dell'ospite Jo Quail, non nuova alle collaborazioni col duo di Birmingham), passando per una "Stockholm Syndrome" che apre con toni acustici per poi esplodere in tutta la sua ferocia, i Nostri dimostrano come sia possibile attuare metodologie capaci di andare oltre uno schema predefinito. Quello dei Khost è un sound che colpisce duramente, ed anche se Andy Swan e Damian Bennett paiono proseguire sul sentiero già battuto, le possibilità di più ampi sbocchi creativi non mancano. "Governance", oltre all'alta qualità che ci si aspetta dai suoi creatori, presenta infatti buoni spunti a fianco dei tipici trademark che hanno plasmato il progetto, lasciando intendere come il duo abbia tutte le carte in regola per osare ben più di così, onde raggiungere nuove e più alte vette artistiche.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://khostband.bandcamp.com/

http://coldspring.co.uk/