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Room 105

23-10-2015

VERNEY 1826

"The Ghosts Of Yesterday"

Cover VERNEY 1826

(Lichterklang)

Time: CD (72:38)

Rating : 7.5

Secondo album in casa Lichterklang e quindicesima release complessiva dal 2009 ad oggi per Verney 1826, progetto tedesco che abbiamo imparato a conoscere molto bene su queste pagine. Riunito come di consueto attorno a sé un piccolo gruppo di collaboratori (oltre ai sodali di lunga data The Victim's Ball e Schattenspiel, impegnati con chitarra e strumentazione varia, ci sono stavolta le voci di Miyuki Day e Bjarkan Ár Var Alda), il mastermind Lionel Verney guida le danze nelle 17 tracce di un album - il quinto, escludendo gli split - che prosegue spedito nel solco di quel neoclassicismo cinematico venato di marzialità ed atmosfere gotiche così ben tracciato nel tempo. Trascorsi più di due anni dal precedente full-length "Ex Libris", l'ispirazione torna a scorrere nelle vene dell'act teutonico attraverso un approccio sempre ricchissimo di sfumature, stavolta legato ad eventi storici piuttosto che a libri ed autori, dalla radiosa introduzione "Roma Aertana Est" sino ad un atto finale d'immensa teatralità come "End Of History". Una vocalità spesso 'spoken' e stentorea fa da contrappunto ad un piglio sinfonico sempre più efficace nel catturare l'atmosfera ed il pathos, regalando tanti momenti di assoluto valore: dalle melodie antiche e medieval/fiabesche di "Queen Of Hearts" ed "Ein Wintermärchen" a carezze melodiche di epica dolcezza come "Wind" e "The Seven Seas Of Ice", dalla sontuosa marzialità della drammatica "Oh You, Sad Cypress" e dell'intensa "Promised Land" ai barocchismi che animano la scura "The Voice Of Reason", fino ad un piccolo gioiello di evocativo misticismo come la suadente "Todesahnung". La vena darkwave emerge realmente solo fra i toni ombrosi di "In Calvins Schatten", mentre una dolente mestizia fa capolino qua e là, marchiando in particolare episodi come la cupa e marziale "Fanal: Guido Faukes", "O Komm, O Komm, Emanuel" e "1Q84". Lionel e sodali mettono in campo tanta qualità, sempre sotto l'egida del buon gusto compositivo e melodico che ha contraddistinto la carriera del progetto, in un'opera ricca di bei momenti nella sua lunga - e forse un po' eccessiva, contando che si sarebbero potuti tagliare almeno un paio di brani per favorire una maggior scorrevolezza - durata. Una garanzia per chi aveva già apprezzato le gesta di Verney 1826, disponibile sia in jewel-case (275 le copie prodotte) che nella limitatissima edizione di soli 25 esemplari in busta sigillata con ceralacca, comprendente un EP bonus a sei pezzi.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://verney1826.de/

http://lichterklang.com/