Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 105

14-10-2019

MOON FAR AWAY

"Athanor Eurasia"

Cover MOON FAR AWAY

(Auerbach Tonträger)

Time: CD (51:35)

Rating : 7.5

Anche i russi Moon Far Away, nel venticinquesimo anno dalla loro fondazione, approdano alla corte della Auerbach Tonträger (la divisione folk della Prophecy Productions), e per l'occasione lo storico marchio tedesco dà alle stampe non soltanto l'atteso nuovo album, ma anche il box "Zhito Zhala", contenente i cinque lavori realizzati dalla band fra il 1997 ed il 2010. Proprio nel 2010 il combo guidato da Count Ash (Aleksey Sheptunov) pubblicava "Minnesang", ultimo vero studio-album del progetto, ma nelle intenzioni dello stesso leader "Athanor Eurasia" ("il primo album di neofolk Eurasiatico", in accordo con le note interne all'opera) non è il successore del suddetto, bensì dello splendido "Belovodie" del 2005. Non una questione di confini geografici o di geopolitica, bensì la volontà di costruire una "casa comune" fra l'Est e l'Ovest, poiché "creare qualcosa che è nuovo nella forma aderendo all'antica tradizione spirituale è l'unico modo per una cultura di esistere nel tempo", come recitano le note interne del pregevole booklet incluso nella bella confezione digipack (ma l'album è disponibile, oltre che in vinile, anche nelle 400 copie della lussuosa versione digibook, contenente un bonus-CD con sette tracce rare e/o inedite). Detto delle intenzioni tematiche, a livello prettamente sonoro la nuova fatica aderisce ad un folk acustico decisamente più classico rispetto alle atmosfere rituali e fiabesche del primo periodo, e a conti fatti, nelle sue essenziali trame sorrette da chitarra, flauto, percussioni e basso, si distanzia anche da quel "Minnesang" che appariva più song-oriented, come lo strumentale "The Song Of The Five Lakes Watermill" posto in apertura chiarisce sin dalle prime battute. Senza dubbio spiace che Anastasia Kuznetsova, splendida voce femminile della band proprio dal succitato "Belovodie" in poi, sia ufficialmente fuori dalla line-up e partecipi solo a tre brani: "The Blank Flag Of The Europe", la stupenda "The Blueberry Song" e l'arioso atto finale "Celebrate!", che la vede duettare con l'ospite d'onore Tony Wakeford (Sol Invictus). A parte i brani appena citati, solo il jazzato gioiello folk-noir "Intersymbolism" nasce dalla penna di Count Ash, mentre la fanciullesca "Ostavaisja Bely, Knjaz" e le quattro song che costituiscono la porzione centrale dell'opera sono motivi della tradizione musicale russa riarrangiati dal combo che, inevitabilmente, donano un tocco tradizionale all'opera più propriamente folk mai realizzata dall'act russo. Chi sperava in un ritorno alla magia di lavori come "Lado World", "Sator" e "Belovodie" rimarrà parzialmente interdetto, ma Count Ash e i suoi sodali garantiscono sempre un livello altissimo in termini di onestà intellettuale e credibilità artistica, ed anche questa nuova opera non fa eccezione, ribadendo l'importanza di un progetto tanto longevo quanto qualitativamente importante.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.moonfaraway.ru/

https://en.prophecy.de/