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Room 106

31-05-2014

STONEMAN

"Goldmarie"

Cover STONEMAN

(Danse Macabre)

Time: (37:37)

Rating : 6

Gli Stoneman nascono nella Svizzera tedesca una decina di anni fa per mano del cantante Mikki Chixx e del drummer Rico H. Dopo un discreto demo nel 2005, il successo non viene a mancare ai quattro elvetici (che hanno visto repentini cambi di formazione durante la loro carriera): tre album per la tedesca Twilight ("Sex, Drugs, Murder" nel 2006, "How To Spell Heroin" l'anno seguente e "Human Hater" del 2010) e un'attiva presenza live che ha visto i nostri condividere palchi con svariate band, dagli Impaled Nazarene (sic!) ai Deathstars, dai Wednesday 13 fino agli Xandria. Quest'anno la band approda alla Danse Macabre e dà alle stampe il suo quarto lavoro in studio, coadiuvata da un'ottima produzione (firmata Steve Van Velvet, che contribuisce non poco alla composizione) e una line-up finalmente stabile (ad accompagnare il cantante e il batterista entrano nel gruppo il chitarrista Jadro e il bassista Dee). Non manca un bell'artwork per questo "Goldmarie", primo platter cantato solo in tedesco, che non aggiunge nulla di nuovo alla formula dei quattro appariscenti edonisti. Un gothic-rock/metal molto grintoso, orecchiabile e anthemico, sfortunatamente lontano dai fasti degli anni '90 con cui la scena in lingua germanica ci aveva fatto sognare. Dimenticate, infatti, Love Like Blood o Dreadful Shadows. La ruvidità, perdonate, un po' pacchiana della Neue Deutsche Härte è, ancora una volta, più viva che mai, sempre pronta a influenzare le band che sognano di entrare nell'Olimpo goth/dark, per ricadere poi, involontariamente, nella piattezza simil-industrial-metal. Ne è una prova la title-track o l'opener "An Die Geräte". Le vocals ruvide, gutturali e psicotiche di Chixx lasciano un po' a desiderare, visto che le composizioni meriterebbero quella vena poetica in più (come per "Liebe, Liebe"). Passato lo spavento, o meglio, rassegnati di fronte all'ennesima soluzione che difetta in originalità, comunque il dischetto si lascia ascoltare per intero. "Mord Ist Kunst" cita Mozart (come sempre), "Es Brennt Ein Licht" apre alla melodia con Chixx che alterna growling vocals a gorgheggi romantici, mentre finalmente "Lolita" e "Freundlich Sein" regalano un goth-rock sintetico e più arioso. L'oscura "Lebeslied" chiude un disco riuscito a metà, poco innovativo, monocorde, seppur godibile magari per l'ascolto in macchina o nei club di riferimento (tedeschi in questo caso, vista la scelta della lingua madre). Una buona produzione salva quest'uscita, ma è anche vero che la Danse Macabre ci ha abituato ad act nettamente superiori. Discreti, ma la scena ha bisogno di ben altro. I bei tempi dei Secret Discovery sono sempre più un miraggio...

Max Firinu

 

https://www.facebook.com/stonemanmusic

http://www.dansemacabre-group.com/