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Room 106

13-01-2017

ATROCIOUS FILTH

"Moans"

Cover ATROCIOUS FILTH

(From Pub)

Time: CD (24:17)

Rating : 7

La scena musicale a tinte scure ci ha abituati ai ritorni più inattesi: non tutte quelle strombazzate reunion di gruppi morti e sepolti (soprattutto artisticamente) da almeno un paio di decadi tanto care al panorama metal, quanto piuttosto i risvegli di progetti lasciati 'in pausa' molto più del previsto per motivi spesso e volentieri contingenti. I polacchi Atrocious Filth sono emblematici in tal senso: fondati nel 1991, hanno dato alle stampe il loro unico album "100% Jesus" nel '94 (in versione cassetta, mentre la stampa in CD è arrivata solo nel 2008) e suonato dal vivo fino al '96, per poi sparire dalle scene per ben 20 anni. Riformata la band nel 2015 con qualche inevitabile cambio di line-up (uno dei fondatori, Docent, è infatti scomparso nel 2008), il monicker polacco è tornato sul mercato alcuni mesi or sono con l'EP in esame, racchiuso in un pregiato digipack a tre pannelli e contenente sei nuove tracce. Quel suono grezzo, rude e sporco a cavallo fra metal e rock, plasmato agli albori dei 90s da dei giovani e sinceri ammiratori degli sperimentatori della prima ora come Godlfesh, Scorn, O.L.D. e via dicendo, assume oggi tratti ancor più rugginosi abbracciando in maniera più compiuta la materia industriale, come dimostra da subito "Dirty 33", ansiogeno esempio di reale industrial-metal (alla maniera di quei progetti di confine che pescano nel noise più vibrante, come ad esempio i Khost) che evidenzia al contempo la giusta crescita in fase di arrangiamento e cura dei suoni. L'altro brano completo di cantati (rigorosamente crudi come la parte strumentale), ossia la title-track, sfodera una vena metallica sempre sporca e nervosa, ma più lineare e rabbiosa rispetto all'opener, mentre il prezioso apporto del produttore Bartlomiej Kuzniak consente alla band di incorporare finanche il sax soprano, assoluto protagonista nelle movenze ambientali delle cupe e lugubri "Tesseract" 1 e 2. Bene anche la più pacata "Hubris" e la macchinosa "Angst", foriera della giusta tensione e di torbide atmosfere, per un'opera breve ma carica di sensazioni disturbanti. Un ritorno ricco di buoni spunti, in attesa di un nuovo full-length già in lavorazione.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://atrociousfilth.bandcamp.com/

https://www.facebook.com/atrociousfilth/