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Room 109
08-08-2013
JOY SHANNON AND THE BEAUTY MARKS
"The Oracle"
(Autoproduzione)
Time: (43:37)
Rating : 8.5
Chi nel vivere da ascoltatore la propria passione per la musica ha scelto di cercare sempre e comunque, con uno spirito critico che non si preclude nulla a priori, al di là di cosa abbia visibilità o meno anche nei canali cosiddetti 'alternativi', sa bene come potenzialmente la cosa migliore sia sempre dietro l'angolo ed è conscio di come, in questo mondo sballato, sia impossibile non venire a contatto con la spazzatura spacciata oggi per pop quanto possibilissimo perdersi autentiche chicche, nascoste chissà dove nella speranza di un incontro fortuito... Dopo l'ascolto di un disco come "The Oracle", ci pare inconcepibile che una band come Joy Shannon And The Beauty Marks, con base operativa in California, sia una realtà in tutto e per tutto autoprodotta, peraltro con alle spalle già ben quattro album ed un EP rilasciati fra il 2008 e il 2011, sia nel formato fisico che in quello digitale a pagamento (tutti ascoltabili per intero sul sito ufficiale)... Davvero inconcepibile come un'artista quale la Shannon, che ha radunato attorno a sé l'ottima band The Beauty Marks dopo i fugaci primordi col gruppo gothic The Deathblossoms (e che attualmente presta la propria voce anche al combo inglese dark ambient/industrial The Offering), non abbia catturato l'attenzione di etichette che fossero in grado di comprenderne l'enorme valore ed il potenziale assolutamente trasversale verso chiunque sappia apprezzare la vera bellezza... Due anni dopo il più eclettico "Out Of My Dreams And Into My Arms", Joy e soci tornano col nuovo CD (racchiuso in un bel digifile apribile e disponibile anche in versione download) per deliziarci ancora una volta con la loro arte musicale, oggi più che mai - messo da parte un po' d'estro in favore delle emozioni - vicina a ciò che loro stessi definiscono 'celtic pagan folk'. Salvo che per la magnifica interpretazione dello splendido traditional irlandese (come le origini della stessa Shannon) "The Parting Glass", il songwriting è totalmente nelle mani della bella cantante e strumentista, capace di incantare con la sua arpa ed il suo violoncello come con la sua meravigliosa voce, elemento cardine che la pone al livello delle migliori interpreti, performer e compositrici a tutto tondo. Rispetto al precedente - ed ottimo - lavoro, arpa e violoncello rivestono un ruolo da assoluti protagonisti, coi The Beauty Marks sullo sfondo a completare le magiche creazioni della Shannon con un apporto sottile ma preziosissimo. Ciò che colpisce profondamente di un'artista come Joy è la sua capacità di infondere autentica passione ai propri brani, a partire dalla sua prova vocale, che emoziona nel profondo e guida per mano un pathos capace di ammaliare in ogni momento, dal cupo e spettrale incipit "Morrigan" al dolcissimo finale con "Faramir" (tributo al personaggio della fantasia dell'immenso Tolkien). Fra riferimenti letterari (la triste "Ophelia" poggia su liriche shakespeariane) e cinematografici (la fiabesca "L.N." è un esplicito tributo al grande attore Liam Neeson), Joy e la sua band scaldano i cuori con un suono sentito, sofferto e dolente, regalando autentiche perle con momenti quali la più istrionica "Starving" e, soprattutto, la rarefatta e romantica "Everything You Are", picco emozionale dell'opera. Con una classe infinita in fase d'arrangiamento, un gusto melodico inappuntabile, innegabili abilità pratiche ed una innata naturalezza nel convogliare il pathos (con qualche pur legittima velleità 'pop' in meno rispetto al precedente capitolo), Joy e la sua band colpiscono nel segno, regalandoci un'altra encomiabile prova con le carte in regola per incantare chiunque disponga di un minimo di sensibilità. E la buona sorte già arride al combo, che finalmente con "The Oracle" riesce a farsi notare dalla prestigiosa Kalinkaland, la quale stamperà ufficialmente l'album in autunno. Un vero delitto, comunque, non provare a scoprirli già da ora.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://joyshannonandthebeautymarks.com/
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