26-01-2015
BRIGAN
"Transumanza Sonora"
(autoproduzione)
Time: (41:03)
Rating : 7.5
Sebbene il dark-folk tocchi più da vicino gli animi di chi scrive e dei lettori abituali, più e più volte, spesso partendo proprio da una matrice 'dark', siamo andati a sondare realtà che si sono cimentate col bagaglio secolare della tradizione folklorica. I campani Brigan non provengono dalla scena dark, ma come molti dark-folkers sono rimasti profondamente affascinati da sonorità ancestrali che rimandano alla terra e ad un passato da preservare, tanto da farne la propria ragion d'essere. Il trio, composto da veri e propri polistrumentisti dalle ottime abilità esecutive, affonda sin nel cuore della tradizione, e le note interne al bel digipack a tre pannelli si rivelano indispensabili per capire quali siano le prerogative di questo secondo CD firmato Brigan: "L'album reinterpreta alcuni repertori tradizionali appartenenti all'area celtica (Galizia, Asturia, Bretagna, Irlanda) attraverso un linguaggio nuovo che si fonde con il contesto rurale del Sud Italia. Tammurriate, tarantelle e canti popolari incontrano e si fondono con muiñeire e carballese galiziane, reel irlandesi e danze bretoni.". Un Sud che emerge in tutta la sua carica solare a inizio e fine album (i due brevi momenti vocali "Fronna" e "Fronna Finale", eseguiti dall'ospite Giovanni Saviello), ma anche e soprattutto in un frangente come "Feritë Feritë", appassionata song che sa accendersi con l'ingresso sempre decisivo delle percussioni. Molti gli episodi strumentali, che recuperano una tradizione fatta di danze e costumi ricchi di storia fra Irlanda ("On The Sly"), Galizia ("Muiñeira De Chantada", "Carballesa"), Asturia ("Potpourri Asturiano") e Bretagna ("Dans Plinn"), sempre con l'aggiunta di quel calore tutto mediterraneo che il trio riesce a conferire alle proprie riletture. Doveroso citare due pregiate song come "Set Reel Tammurriata" e "Klama", entrambe di encomiabile dolcezza acustica: ritmo intenso per la prima ed ottime vocals per la seconda, col flauto sempre splendido protagonista nel dettare la melodia. Importante anche l'apporto degli ospiti, il cui lavoro amplia a dovere un set di strumenti quanto mai legato alla tradizione folklorica. Una prova in cui il trio ha saputo riversare in egual misura grande professionalità, ispirazione, passione e volontà di rinnovamento attraverso la contaminazione: più che abbastanza per consigliarlo ad ogni sincero appassionato delle tradizioni folk europee.
Roberto Alessandro Filippozzi
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