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Room 106

29-03-2020

PORN

"No Monsters In God's Eyes - Act III"

Cover PORN

(Echozone/Les Disques Rubicon)

Time: CD (60:24)

Rating : 8

Una sedia elettrica d'altri tempi campeggia sulla copertina del nuovo album dei francesi Porn: è quella che aspetta Mr. Strangler, protagonista di una trilogia iniziata con "The Ogre Inside" nel 2017, proseguita con "The Darkest Of Human Desires" tredici mesi fa e giunta ora al suo capitolo finale. Se nel primo atto la liberazione dei desideri più oscuri aveva dato vita al cosiddetto "orco" Mr. Strangler, nel secondo costui aveva pienamente assecondato tali volontà, divenendo di fatto un assassino; ora, nel terzo ed ultimo atto, egli si trova in carcere in attesa dell'esecuzione, riflettendo sulla morte ed invitando altri a continuare la sua opera, che "...è l'opera di Dio, perché se egli esiste, allora tutto è suo, ed anche i peggiori mostri sono figli suoi: non ci sono mostri agli occhi di Dio...". Da queste premesse, il frontman e leader Philippe Deschemin ed i suoi sodali hanno tratto la giusta ispirazione per dar vita ad un album sofferto e drammatico, riflessione finale di un condannato a morte che ci lascia in eredità questioni importanti circa la natura umana, sulle quali è opportuno riflettere a fondo. L'umore dei testi si riverbera inevitabilmente anche nella scrittura, la quale, mescolando sapientemente la durezza metallica ad atmosfere e ricami dark, delinea a dovere i contorni di un personaggio senz'altro sgradevole ma con cui fare i conti, come risulta evidente già dall'opener "Dead In Every Eyes" e come ribadiscono la granitica "A Lovely Day" (uno dei singoli tratti dall'album), le tre distinte parti di "Low Winter Hope", la dolente "In An Endless Dream", la sofferta dark ballad "Some Happy Moments" (altro singolo che poi si accende con solidità e trasporto), la drammatica "Among Dark Red Roses" ed il cupo epitaffio "Mr. Strangler's Last Words". L'altro singolo "High Summer Sun" si divide anch'esso in due parti, e ad una seconda più sofferta si alterna la scoppiettante "Part 1", trascinante hit che, assieme all'energica "Sky Outside", tagliente con classe, rappresenta il top dell'opera, con la groovy, solida e affilata "God's Creatures" che si allinea ad entrambe in termini d'impatto. La forza di una band dai meccanismi ormai oliati alla perfezione (non senza un processo produttivo di primissimo livello, stavolta coadiuvato da quel Brian Lucey che ha lavorato con calibri quali Depeche Mode, Marilyn Manson, Ghost etc...), abilmente guidata da un frontman versatile e trascinatore, sta nel riuscire a combinare con sempre crescente maestria la durezza metallica (senza mai finire per suonare come una metal band) alla profondità delle tinte dark ed alla freschezza dell'elettronica, in una formula sempre più personale ad ogni livello (incluso quello estetico e concettuale), mai stucchevole e facilmente riconoscibile tra mille che è stata ribattezzata dalla band stessa come "murder rock", e che brilla per classe, compattezza, carisma, professionalità e quell'onestà intellettuale che sceglie di assecondare una visione d'insieme ben precisa, anziché poggiare solo su un paio di singoli più immediati. Un vero e proprio fiore all'occhiello per il panorama musicale a tinte scure, nonché autentico punto fermo per chi, nella sua ricerca fra le pieghe del suono dark, non ha avuto timore di spingersi sino a quei territori abbracciati dagli ultimi Fields Of The Nephilim, e in generale verso una commistione trasversalmente fruibile tra profondità emotiva e durezza.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://porntheband.bandcamp.com/

http://www.echozone.de/