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Room 101

11-03-2014

HOSPITALITY ON PARADE

"Dirty Creature"

Cover HOSPITALITY ON PARADE

(Old Europa Cafe)

Time: (67:10)

Rating : 6.5

Nel tripudio produttivo di progetti firmati da Bryin Dall, mai così attivo come nel periodo a cavallo tra 2013 e 2014, trova spazio questo singolare act messo in piedi insieme a Scott Reiter, già membro con Dall del duo Loretta's Doll risalente agli anni '90. Hospitality On Parade debutta grazie all'interessamento della Old Europa Cafe con un disco oltremodo singolare che va a recuperare lo spirito degli anni '80 tra new wave e synthpop, con una propensione per nomi quali P.I.L. e Depeche Mode. Si tratta nel particolare di 13 tracce in cui i due autori anglosassoni, coadiuvati da una lunga lista di musicisti (tra cui svetta Sean Burns, anch'egli ex Loretta's Doll), danno vita a ballate easy listening basate su ritmiche marcate, melodie vocali, coretti di rifinitura, sessioni elettroniche dall'appeal facile e arrangiamenti pop-oriented. Un lavoro che per certi aspetti potrebbe essere un'evoluzione in chiave mainstream e nostalgica dei vecchi Loretta's doll, di cui viene mantenuto lo spirito elettronico e qualche timida folata gotica nei rari riff di chitarra ("On Cobblestone", "God Knows" ed "Heaven"), ma su cui gravano ambizioni diverse che mirano a far rivivere le instant-song di un tempo. Non a caso molte tracce hanno le fattezze di singoli mancati, dotate di un approccio compositivo semplice sia nella struttura che nei mezzi utilizzati: tra i momenti più efficaci vanno ricordati almeno "In Wisdom", pezzo in odore di Depeche Mode, e "Studebaker Way" fortemente votata ai dancefloor. Alcune bassline sono dotate di tonalità funky (evidenti anche in certi pezzi di Hirsute Pursuit, altra incarnazione di Dall), arricchendo ancor di più la rosa di recuperi d'antan che viene messa in mostra nel disco. Le note della ballata iniziale "Creative Thoughtforms" si appoggiano non poco alla melodia di "People" di Boyd Rice, unico momento relativamente fuori dal coro di un album curioso in cui è possibile rivivere i sentori di un'epoca che ha segnato indissolubilmente la musica moderna. A metà strada tra il divertimento, l'omaggio appassionato e, forse, anche il tentativo di aprirsi ad un pubblico largo. Disco a suo modo imprevedibile.

Michele Viali

 

http://www.oldeuropacafe.com/

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