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Room 103

08-03-2017

THE MEMBRANES

"Inner Space/Outer Space"

Cover THE MEMBRANES

(Louder Than War)

Time: LP 1 (39:12); LP 2 (40:04)

Rating : 7.5

Circa un anno fa ci siamo occupati di "Dark Matter/Dark Energy", ultima fatica discografica dei The Membranes, seminale post-punk band inglese nata agli inizi degli '80 e con all'attivo una manciata di album. La loro parsimonia nel pubblicare nuove release, dovuta anche ad un lungo periodo di interruzione dell'attività, sembra essersi arrestata proprio con l'arrivo di "Dark Matter/Dark Energy". Dopo appena un anno i nostri danno alle stampe "Inner Space/Outer Space", album di remix dei pezzi del precedente lavoro, operazione non originale ma che in qualche modo consolida la sensazione di un ritorno in grande stile per una band poco conosciuta ma molto apprezzata fra gli addetti ai lavori. A dimostrazione di questo ci sono i nomi degli artisti che hanno contribuito a realizzare l'album, e che fanno di questo "Inner Space/Outer Space" un condensato di alcune delle migliori esperienze underground degli ultimi 20 anni. Fra i numerosi e validi apporti, ci piace citare il blues visionario ed onirico in cui Mark Lanegan trasforma "Dark Energy". Per gli amanti dei suoni industrial si segnala il delirio metallico di Justin Broadrick e dei suoi Godflesh, che letteralmente violentano "21st Century Man", e - sorpresa - troviamo anche due dei padri fondatori della musica industriale, ovvero Chris Carter e Cosey Fanni Tutti (Carter Tutti nella versione attuale), che rendono "In The Graveyard" una cupa ed onirica industrial song. Altro nome importante è quello degli In The Nursery, la cui new wave elegante e formale viene messa al servizio di "Multiverse Theory". Ci sono inoltre un paio di pezzi proposti in due versioni: "Hail To The Lovers" diventa infatti un electro-rock vagamente funky nel trattamento di Youth, mentre i Therapy? la trasformano in una distorta ed energica canzone dalle venature post-punk. Più estremo è il trattamento riservato a "Space Junk", che diventa dub nelle mani di Reverend And The Makers, per poi venire letteralmente stravolta dalle visioni pop di Mark Stewart dei Pop Group. Il disco si chiude con Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten), che regala una versione noise ambient astratta e sperimentale di "The Hum Of The Universe". Al di là dei nomi altisonanti, ciò che colpisce positivamente di "Inner Space/Outer Space" è l'abilità, da parte di tutti gli artisti coinvolti, nel cogliere l'anima più intima dei pezzi dei The Membranes per rielaborarli ognuno secondo il proprio stile e la propria indole. Nasce quindi una compilation che supera di una spanna almeno il 90% dei dischi di remix che ogni anno invadono il mercato discografico. Inoltre "Inner Space/Outer Space" si presenta come una sorta di omaggio fatto ad un gruppo che ha rappresentato, per molti artisti degli anni '80 e '90, un punto di riferimento stilistico. Quindi, in attesa di nuovi lavori, non resta che goderci questo piccolo gioiello e andare a riscoprire le cose più vecchie dei The Membranes: dischi misconosciuti come "Crack House" o "Giant" meritano una seconda possibilità.

Ferruccio Filippi

 

https://www.facebook.com/theMembranes

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