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Room 102

04-04-2018

FRONTIER GUARDS

"Oblivion"

Cover FRONTIER GUARDS

(Advoxya)

Time: CD (72:12)

Rating : 8.5

Tre anni dopo l'ottimo "Battleground", l'act ceco guidato dal mastermind Martin Pavlík torna con l'atteso quarto album, stavolta sotto l'egida dell'ungherese Advoxya. Coadiuvato per l'occasione da quel Patrik Lev che già aveva collaborato in veste di ospite sugli ultimi due lavori, stavolta non soltanto per le vocals ma anche per la parte musicale, Martin porta avanti nel migliore dei modi il discorso evolutivo intrapreso con grande intelligenza e maestria sin dal secondo full-length "Interface", giungendo passo dopo passo ad una sintesi pressoché perfetta fra l'IDM cinematica a carattere industriale del debut "Predestination" e quelle profonde venature dark-electro ed EBM adottate con sagacia nel corso delle precedenti due fatiche. Nomi quali Front Line Assembly, Haujobb e gli eccelsi label-mates Disharmony non vengono certo citati a caso dagli stessi FG quali influenze più prominenti del loro sound, il cui livello di personalità è comunque tangibile ed in grado di distinguerli dall'agguerrita concorrenza, anche perché unito ad una maturità in termini di suoni e scrittura davvero non comune. "Oblivion" mette sul piatto una vastissima gamma di soluzioni di alta classe in un contesto sempre squisitamente oscuro, teso ed ansiogeno, come le serpeggianti movenze dell'introduttiva "Inferno" mettono subito in chiaro. Forti di una produzione di alto livello che esalta ogni minima finezza, i Nostri esibiscono grandi abilità realizzative ed un gusto superiore sia nei dettagli del mirabile beatwork che nelle impeccabili melodie cinematiche, offrendo gioielli di pregiata fattura come la tagliente e sofferta "Auschwitz", la penetrante title-track (prossima ai migliori Front Line Assembly e potenzialmente in grado di trainare l'intero disco), la dolente e placida "Places", l'algida ed ansiogena "Voyager Past", la nervosa e più dura "Voyager Present" ed il cupo e tesissimo incubo sonoro "Ritualistic", tutte esaltate dalla convincente e sempre calzante prova del versatile Patrik, singer ideale per un progetto di questa portata. Nel lavoro in cui la voce giunge finalmente ad assumere un'importanza definitiva funzionano bene anche i frangenti strumentali, come una "Seeker" carica di pathos ed una "Genius Loci" più cervellotica fra IDM ed abrasioni industriali, mentre il finale è appannaggio dei remix firmati dall'act russo Mirum Mulier, che spoglia "Auschwitz" della voce per enfatizzare il piano ed i toni drammatici, caricando invece di groove ed intensità la strumentale "Hashima". Al netto dei due remix, "Oblivion" si rivela il lavoro più completo (sebbene penalizzato da un package eccessivamente spartano), avvincente e meglio focalizzato dell'act ceco, che è ormai una certezza assoluta nel panorama dell'elettronica più ricercata ed intelligente. Perdersi dischi di questo livello sarebbe puro masochismo.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.frontierguards.eu/

http://www.advoxya-records.com/