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Room 102

18-11-2014

OYAARSS

"Zemdega"

Cover OYAARSS

(Ad Noiseam)

Time: (51:16)

Rating : 8

L'inossidabile accoppiata Oyaarss/Ad Noiseam arriva alla terza release sotto l'egida dell'ormai affermata etichetta berlinese. Dopo un 2012 durante il quale videro la luce sia il primo lavoro su CD dell'artista lettone ("Bads", dalle sonorità prettamente electro-industrial) che la reissue del demo d'esordio ("Smaida Greizi Nakamiba", dalle sonorità più variegate e ricercate), entrambi capaci di raccogliere critiche molto positive anche su queste pagine, l'act di Arvids Laivinieks compie un ulteriore passo avanti nella sua ricerca e nella sua personale proposta sonora in perenne trasformazione. Tornato in terra natia, Laivinieks si avvale non solo della sua creatività inarrestabile, ma anche dell'appoggio di artisti suoi conterranei come Colin H. Van Eeckhout (cantante della post-metal band Amenra e voce nelle esplosive "Quadrality" e "Brustwart"), il poeta Eduards Aivars (che si occupa di decantare i suoi componimenti oscuri durante "Morning After") e, ancora, la cantante Agnese Krivade ed il pianista Edgars Raginskis, ai quali viene affidato il pezzo conclusivo "Platelet In Vivo". "Zemdega", parola difficilmente traducibile, è l'ulteriore conferma dell'amore elitario che Arvids prova per la propria lingua madre (tanto da proporre una tracklist che contiene sia i titoli in lettone che in inglese) e può richiamare l'immagine atavica di "qualcosa che brucia nel sottosuolo", figura non tanto lontana dal concetto di fondo che permea il disco. Un album cattivo, periglioso e subdolo, ma anche armonico nella sua disarmonicità ed orecchiabile nei suoi stridii senza tregua. Un'opera pervasa da un dualismo di fondo, un misto di dolcezze armoniche e di amarezze tempistiche che farebbero pensare ad un ritorno agli esordi di "Bads", se non si scavasse più in profondità verso il messaggio insito nella destrutturazione rumorofila che si dipana prepotente in ogni piega dell'album. Perché sotto alla dura scorza electro-industrial fatta di mid-tempos acidi e potenti, droni mefitici e complesse strutture che barcollano su beat decadenti ed imprevedibili, qualcosa scorre, qualcosa che mantiene su binari prestabiliti tutto il caotico sperimentalismo sonico che esplode prorompente ed incontrollabile. Una parte armonica di sottofondo del tutto indispensabile, come si evince da prove del calibro di "Chronicles Of Wasted Times", con i suoi beat acidi e robotici tipici degli esordi, che marciano nella loro avanzata a scatti tra rumorismi vari e melodie di piano, in sottofondo ad indicarci la strada tra la folta selva di glitch, droni ed esplosioni di beat ruggenti. "Duality", come da titolo, porta avanti il dualismo creatosi tra la base cristallina data dal pianoforte e acidi beat ronzanti, con un risultato dolciastro: il piano suona una melodia malinconica e quasi orrorifica, sovrastata dai rumorismi industrial che l'artista riesce come sempre a sguinzagliare con magistrale controllo. O ancora la già citata "Brustwart", dove si lasciano sfogare appieno i beat industrial dell'artista, tra urla che squarciano il solito tappeto ambient che, come un fiume sotterraneo, continua a scorrere imperterrito sotto al caos generico contro il quale impattiamo in un primo momento, e quella che sembra una chitarra distorta a fare da melodia ipnotica, mentre esplosioni soniche pervadono il resto. E va menzionata infine "0 Horizon", con le sue soluzioni IDM nella frenesia ritmica iniziale, brillanti paesaggi emotivi nel seguito, pennellate ambient grazie ai reverse ed uno spazio obbligato per le diverse distorsioni e beat granitici, massima espressione del rinnovato approccio dell'act lettone, con una parte finale talmente pregna di distorte emozioni in musica da lasciare spiazzati. Il tutto suona come un'opera di maestria decostruttiva del suono stesso, che segue però un percorso ben collaudato, fatto di armonie variegate che danno un senso di sicurezza nel marasma caotico generale. Industrial, ma anche IDM, elettronica, drone music, sperimentalismi sonici vari, tutti ottimi deterrenti per una staticità musicata, tappezzano questo terzo album dell'artista lettone: sicuramente un ulteriore e memorabile passo avanti nella sua evoluzione stilistica con cui riesce ad amalgamare il piglio delle due opere precedenti, infarcendolo ulteriormente di virtuosismi scabrosi e decostruzioni magistrali che sono la pura rappresentazione dell'animo stesso di un act oramai affermato. Disponibile in vinile con CD annesso o in CD digifile assieme al download delle tracce.

Lorenzo Nobili

 

http://www.oyaarss.com/

http://www.adnoiseam.net/