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Room 102

21-02-2021

HUMAN VAULT

"Self - Rust"

Cover HUMAN VAULT

(Aliens Production)

Time: CD (72:23)

Rating : 7.5

Con una trentina di pubblicazioni in oltre vent'anni di attività, principalmente attraverso la propria etichetta Exabyss Records, Human Vault è fra i progetti più longevi e produttivi dell'ungherese - da tempo residente negli States - George "Mortum" Turoczy, che per questa sua nuova uscita approda alla corte dell'ottima Aliens Production. Rilasciato nelle 100 copie dell'essenziale digipack, "Self - Rust" consta di ben 15 tracce per oltre 70 minuti di durata complessiva, laddove la versione digitale ne conta solo nove, mentre la succitata Exabyss aveva curato lo scorso maggio una prima stampa su nastro contenente sei brani. Finalmente inserita in una cornice più prestigiosa, la musica di HV prosegue nel solco di un'electro-industrial/EBM che ci riporta a quella scuola a cavallo tra la fine degli 80s e l'inizio dei 90s, con chiari riferimenti a mostri sacri quali Klinik, Dive e Skinny Puppy. Forte di una produzione più solida e definita, George ci riporta in pieno a quelle atmosfere algide, taglienti e ferali che furono anche quelle dei primi lavori di :Wumpscut: e Leæther Strip, e lo fa alternando song guidate da una vocalità distorta e mortifera con brani strumentali dalla forte carica cinematica, utili per spostare il tiro verso altre intriganti derive di un'elettronica dal gradito respiro analogico. La grande esperienza del musicista ungherese garantisce alta qualità in ogni frangente, dall'opener noisy ed ansiogena "You Deny" sino all'ossessivo groove EBM della conclusiva "Senkit Nem Varnak", sfruttando sia ritmiche solide e possenti ("Defragmented", "Pure Steel", "Time Leaks" e la martellante "Hus Es Csont") che un uso dei synth più arioso ed una costruzione più raffinata ("The Human Error", "Forged To Kill" e la sinuosa "Damn You All"). Molto bene anche i momenti più minacciosi, come la dura title-track e la macchinosa "This Hate", mentre spetta a "Let The Dead Howl" sprigionare il massimo potenziale in chiave dancefloor, sempre alla maniera granitica e spietata tipica di HV. Tanto materiale di alto livello che non si limita a scimmiottare un importante passato, ma che ne recupera lo spirito con ispirazione, fiducia nei propri mezzi ed una forza tutt'altro che comune, dimostrando come sia ancora possibile erigere con piena efficacia quelle inconfondibili strutture sonore magnificamente glaciali ed inquietanti: gli estimatori dell'elettronica più dura ed arcigna non esitino a far loro questa notevolissima release.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://www.mortum.net/

https://aliensproduction.bandcamp.com/