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Room 104

10-07-2009

THE PSYCHOGEOGRAPHICAL COMMISSION

"Genius Loci"

Cover THE PSYCHOGEOGRAPHICAL COMMISSION

(Acrobiotic Records)

Time: (52:48)

Rating : 7.5

Le evoluzioni storiche del folk apocalittico hanno subito negli anni cambiamenti di espressione in territori sempre diversificati, generando più riferimenti stilistici. Incontriamo per la prima volta questo duo, che gravita tra Newcastle e Glasgow e riporta il discorso alle sue fasi iniziali. Verso la fine degli anni '80 una costola del post-punk iniziò a generare suoni e temi che concettualizzavano il disagio esistenziale dovuto ai rapidi cambiamenti sociali, diversificandosi dal punk e focalizzandosi invece su lande filosofiche concernenti l'individuo in quanto essere esoterico, e non solo 'pubblico'.
Maestri in ciò sono stati i Current 93, i Coil ed i primi Death In June. Non è quindi un caso che proprio l'Inghilterra torni rediviva per mano dei Nostri. "Genius Loci", debutto ufficiale dei Nostri (attenzione: ne sono diffuse sole 250 copie, già in esaurimento...), analizza l'uomo contemporaneo, in parte tecnologico, in realtà frastornato dal progresso, alieno ad un'architettura sempre più distante dalla sua cultura civica: un'urbanistica 'prigione' della mente. Il concept dell'album è questo, in due parole, e vuole fungere da stimolo affinché nelle città nasca un nuovo uomo, figlio del suo passato e non rivisitato a livello moderno, come le sue divinità (appunto i genius loci romani, protettori del 'domus' o della 'polis'). Forse un giorno una skyline sarà considerata una neo-Stonehenge? Se la volontà di fondo sarà questa e la consapevolezza forte, non è poi così improbabile che si possa ricontestualizzare anche la psiche umana nel momento che costruisce e definisce i propri spazi, non più velleitari ma teosofici. Hokano e Mrsix sono i due componenti del combo e nell'ora scarsa dell'album danno prova di un vero senso artistico costruito nei minimi dettagli, frutto di un ottimo senso dell'uso subliminale del suono. Nove tracce per tornare ad udire suoni persi tra i fumi dei ricordi, ma che grazie ad un inserimento al limite dell'ambient/IDM tornano attuali. Nelle prime quattro tracce 'vincono' basso e voce: proprio le quattro corde introducono l'ascoltatore nel cuore dell'album. "The Fires Of London" è tesa nei giri grevi dello strumento, mentre lentamente entrano le due voci: una dimessa ed ovattata, l'altra imperante e narrante, simile a Boyd Rice ma pregna di dubbi vitali. Piccole litanie che nei testi riportano il concept dell'album, così in "Camden Book Of The Dead" e "The Ones Who Walked Before" il fantasma di Balance rivive nelle tensioni urbane ed oscure. Riferimenti anche ai primi Cure, quando il suono punk-garage si incupiva verso strade maledette: proprio il basso in "Spare Thoughts" ci fa avvertire questi sapori. I substrati cupi si 'macchiano' di synth per un tocco ambientale che esalta lo spleen metropolitano espresso. "The Ones Who Walked Before" è un po' il momento topico dell'album: nove minuti di ovattate angosce strumentali ossessive, dove il suono si propaga mantrico all'infinito. Industriale e notturno nell'idea di una città quasi aliena e fagocitante in cui si inseriscono pianti, voci, follie umane frustrate e solitudini di massa. Altro momento delizioso è la title-track: una morbida canzone ovattata e malinconica, quasi sui toni degli And Also The Trees, non fosse per la tastiera che 'sporca' l'ambient/darkwave, ma donando un tocco di contemporaneità. Il rischio sarebbe stato un sentore di muffa 'ruffiana', invece è proprio questo il segreto della bellezza della canzone: atmosfere in tono con i primi Death In June e Leagas tornano protagoniste nello stile dei Nostri, litanistico e provocatorio nella sua calma apparente. Un ottimo incontro questo con The Psychogeographical Commission, sapendo che tra i nostri lettori in molti sapranno apprezzare questo genere di suono per l'archetipo evidente di matrice dark-folk, ma vissuto con lo stile che merita una proposta del terzo millennio. Le fondamenta sono salde e li terremo d'occhio: ci sono suoni che rimangono in un angolo ma che non muoiono, perchè sono primari nella tavolozza della musica gotica...

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/psychogeographical

http://www.acrobiotic.com/