01-02-2010
PERSONA
"Ruïnes"
(Marbre Negre)
Time: (78:28)
Rating : 7.5
Formatosi nel 2005, il duo iberico composto da Òscar e Desirée ha già all'attivo quattro produzioni rilasciate fra il 2006 ed il 2008, due delle quali attraverso la propria etichetta Marbre Negre, oltre a "Selbstmord", sin qui unico full-lenght dei Nostri edito dalla Nervous Nurse, ed il mini "Libertat", pubblicato dalla Mask Of The Slave. Spesi gli ultimi due anni a lavorare al nuovo materiale, il duo di Barcellona torna ora col secondo full-lenght "Ruïnes", splendidamente confezionato in un superbo digipak - completo di ampio e bellissimo booklet - e pubblicato nuovamente attraverso la Marbre Negre. Le precedenti uscite non avevano contribuito a far circolare in modo significativo il nome dei Nostri al di fuori della cerchia dei più attenti appassionati, complici delle tirature sempre molto esigue, ma finalmente con "Ruïnes" vengono gettate le basi per maggiori riscontri all'interno del calderone marziale, industriale e dark ambient (tutti generi abbracciati dal suono dei Persona). Un suono che appare oggi più variegato e meglio prodotto rispetto alle precedenti fatiche, pur proseguendo sostanzialmente nel medesimo solco: nei quasi 80 minuti dell'opera ritroviamo infatti tanto i temi neoclassici, industriali ed ambientali quanto il piglio marziale, elementi che spesso si fondono e/o alternano all'interno dei vari brani (unitamente a campionamenti di marce e canzoni d'epoca bellica, comizi del medesimo periodo e quant'altro) scongiurando il pericolo di un insieme troppo slegato o pretestuosamente eterogeneo. L'opera, dedicata alle rovine con un concept ben sviluppato da Desirée attraverso le sue abilità di storica dell'arte, offre ampio spazio a tutte le componenti del suono di Persona: dalla durezza delle incursioni industriali di "Zarathustra", "A Sang Freda", "La Font De Sang", "Die Tiefe Mitternacht", "The Wrong Path To The Victory" e "Nou Desastre (Der Totale Krieg)", spesso foriere di grande austerità ed arricchite da vocals severe e/o distorte (di cui si occupa Òscar, impegnato inoltre coi recitati in più occasioni), proclami e samples anche melodici, al plumbeo fluire delle trame dark ambient (la ferale "Autòpsia", la minacciosa "Wir Müssen", momenti piacevolmente spettrali come "Soupirs D'Hier" e "Memòria" e la conclusiva "Shi", che chiude fra samples vocali inquietanti ed abrasioni noise), fino ad episodi dal gradito taglio sacrale come "Le Chemin De L'Hermite" e la liturgica "Dia D'Hivern"; a colpire maggiormente nel segno sono però quei frangenti più melodiosi e neoclassici nei quali la graziosa voce di Desirée prende il sopravvento, come testimoniano piccoli gioielli del calibro di "Ruïnes Somniades" (la cui tristezza viene stemperata dall'ingresso dei rulli marziali) e "A Sea Of Dreams", dolce brano baciato dallo scorrere dell'acqua. Pur senza stravolgere e/o ridisegnare i canoni dei generi abbracciati, i Persona sono riusciti a creare un'opera che fa della completezza e dell'indubbio fascino i propri punti di forza, veicolando temi importanti attraverso l'estetica e la significanza delle rovine: se ancora dovete avvicinarvi all'arte del duo catalano, non esitate oltre e procuratevi un lavoro con molte frecce al proprio arco.
Roberto Alessandro Filippozzi