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Room 104

10-03-2012

SUTCLIFFE JÜGEND

"With Extreme Prejudice"

Cover SUTCLIFFE JÜGEND

(Cold Spring)

Time: (70:36)

Rating : 7

Sutcliffe Jügend sembra voler coraggiosamente cambiare pelle, e non è cosa da poco quando si ha alle spalle una carriera trentennale e il pesante fardello di essere uno dei primi monicker power-electro insieme a Whitehouse e Ramleh. Se il precedente "Pig Daddy" (edito sempre da Cold Spring nel 2008) sembrava più che altro un rifacimento nostalgico di vecchie sonorità noise-analogiche, accorpate in maniera non sempre convincente e tenute insieme da abusate tematiche pedo-sessuali, "With Extreme Prejudice" si lascia andare a ventate di novità. Intendiamoci: i vecchi synth e i rumori frastornanti di un tempo non mancano, ma Kevin Tomkins sembra voler togliersi la polvere di dosso e provare soluzioni diverse. Nel disco fanno infatti capolino vari passaggi (a)melodici, strutture prossime all'industrial, qualche orchestrazione rifinita con mezzi metalmeccanici ("Bound", "Fall Of Utopia") e diversi sottofondi semi ambientali ("Lucky", "Death Of A Post Christian Humanist", "Oblivion"). In generale, si avverte sempre una costruzione ordinata delle tracce con voci sia distorte che prettamente narranti, giri percussivi e grezzi riff di chitarra: insomma, le trivelle spaccatimpani di "We Spit On Their Graves" sono state riposte in soffitta per dare spazio a toni meno aggressivi e non autocontemplativi. Qualche rasoiata squassante emerge qua e là (notevole in questo senso il pezzo "I Have Kissed This Sick, Sick World Goodbye"), segno che il lupo perde il pelo ma non il vizio, per la gioia di chi pretende una fedeltà alla linea che aveva portato in tempi recenti a qualche defaillance. Noi preferiamo premiare invece questo audace cambiamento, in grado di rendere onore ad un progetto che preferisce evitare lo scimmiottamento di sé stesso e affrontare un'evoluzione dignitosa, figlia della lezione degli anni '80, ma orgogliosa di innestare nel vecchio impianto input nuovi. L'album, che vede il vecchio leone Tomkins affiancato da Paul Taylor, è stato messo insieme in un arco di tempo largo, tra il 2008 e il 2010, e viene presentato dalla Cold Spring in un eccellente digipak a 6 pannelli, adornato da un artwork 'moderno' in contrasto con la grafica minimale dei dischi precedenti, indice di una mutazione che coinvolge anche l'aspetto estetico e tematico (i titoli vengono ripuliti dalla sete di sangue e violenza). I puristi potrebbero storcere il naso, sebbene venga lasciato un po' di spazio alla rozzezza stile anni '80. Chi è di più ampie vedute apprezzerà di certo i crocevia stilistici di alcune tracce. Da tenere in considerazione.

Michele Viali

 

http://unlabel.net/betweensilences.htm

http://www.coldspring.co.uk/