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Room 104

07-07-2008

HOROLOGIUM

"Earthbound"

Cover HOROLOGIUM

(Old Europa Cafe)

Time: (44:01)

Rating : 7.5

Le modalità compositive che caratterizzano l'act Horologium (al secolo Grzegorz Siedelcki) sono ormai ben note: samples abbondanti e brani che vengono strutturati tramite campionamenti guerreschi circolari che si ripetono all'infinito, a volte arricchiti da qualche lieve variazione o da ulteriori samples che modificano di netto l'andamento ritmico. Dopo molte realizzazioni (oltre dieci in soli tre anni) il progetto polacco giunge al terzo full-lentgh e, pur mantenendo uno stile non esclusivo, sembra aver trovato la quadratura del (proprio) cerchio. Già il miniCD "Paradise Inverted", uscito sempre per la Old Europa Cafe durante lo scorso anno, faceva ben sperare per il futuro e, come in questo caso, accoglieva ospiti chiave del calibro di Troy e Maria Southgate. Proprio Troy, fondatore degli H.E.R.R., è l'autore di quasi tutte le liriche di "Earthbound" (in tre casi sono stati estratti testi da Spengler, Nietzsche ed Hesse), nonché interprete principale degli stessi: i temi sono a dir poco 'classici', toccando a più riprese un superomismo nietzschano e la rinascita dell'umanità dopo un'era di decadenza, non lesinando motti di provenienza letteraria come 'ride the tiger'. Horologium allarga quindi i propri orizzonti garantendo un notevole vigore anche dal punto di vista vocale e concettuale. I campionamenti di Grzegorz coinvolgono principalmente percussioni potenti, guerresche e squassanti che caratterizzano tutte le tracce (notevoli i timpani di "Dionysus Vs. Apollo"), oltre agli archi che, con un andamento spezzato e furioso, trovano la propria apoteosi in "The Watchers (Between The Ages)", un brano decisamente da guerra. I samples abbracciano anche brevi parti vocali, oppure operistiche (in "Elegy For The Mediocre, Lesson For The Worthy"). Solo la polverosa "Nasz Wieczny Smiech" riprende la vena più ambientale e meno distruttiva di classici come Toroidh o Der Blutharsch, mentre la ghost-track finale si distacca un minimo dagli echi del passato pur mantenendo una sessione ritmica impetuosa, interrotta a metà dall'entrata sinfonica dei violini. Qualcuno diceva che questa scena è morta... al contrario, Horologium testimonia che gode di buona salute: "Earthbound" è un ottimo prodotto di genere, di gran lunga superiore alla media, fatto con maestria, furore e potenza, ma senza il vecchio effetto low-fi alla Der Blutharsch e con un vocalist in grado di dare una marcia in più al tutto. Non c'è altro da chiedere ad un album marziale!

Michele Viali

 

http://www.myspace.com/horologium

http://www.oldeuropacafe.com/