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Room 104

29-12-2008

VV.AA.

"Manifesto Rumorarmonico Post Futurista"

Cover VV.AA.

(Old Europa Cafe)

Time: (78:00)

Rating : 7.5

Il presupposto di partenza di questa compilazione è duplice: da una parte rendere tributo, come spiega il sottotitolo, a Luigi Russolo (sperimentatore futurista, nonché primo teorico della musica intesa come rumore), dall'altra tracciare le linee audio di un manifesto che si ricollega all'esperienza musicale del futurismo, rivista e aggiornata ai nostri tempi. Conduce i lavori Rodolfo Protti della Old Europa Cafe, il quale assolda quattro nomi di grande esperienza che arrivano dai quattro angoli del mondo noise: Maurizio Bianchi, Robin Stoorey, Masami Akita e Gerard X Jupitter-Larsen. Pubblicato esclusivamente in formato doppio vinile bianco per un totale di 764 copie numerate, il "Manifesto Rumorarmonico Post Futurista" vede alternarsi visioni e stili diversi di un unico verbo: quello del rumore, rivisto secondo le direttive moderne e in base alle tecniche differenti dei quattro autori. Maurizio Bianchi è presente nelle vesti del rude Sacher Pelz, il progetto che lo vide debuttare nel panorama industrial: la sua è una struttura lineare e monocorde, fatta di suoni intensi e saturi, sfiorati da minime variazioni in un arco temporale esteso e diviso in due momenti. Rapoon, il massimo progetto di Robin Stoorey, si esibisce con una moltitudine di costrutti circolari ripetuti in loop e ricavati da campionamenti vari: in pratica una sintesi di quanto l'autore inglese ha sviluppato nel corso della sua carriera. Il giapponese Masami Akita, meglio noto come Merzbow, non si distacca dalle sue sonorità più tipiche: frequenze distorte e disturbanti che si agitano e si divincolano su un sottofondo palpitante che va quasi a scandire una ritmica. La chiusa dell'americano GX Jupitter-Larsen, il fondatore di The Haters, è tutta racchiusa in una linearità maniacale, dove i rumori di base scandiscono i tempi della tempesta, apparentemente disordinata, che avviene in superficie. Premetto che questo lavoro non mira nel modo più assoluto ad intrattenere l'ascoltatore, ma è una sperimentazione che racchiude un importante messaggio stilistico e programmatico, sviluppato a posteriori rispetto alla scena di riferimento. Per chi segue il noise e, più in generale, è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, l'acquisto è più che consigliato. Gli altri semplicemente non possono capire.

Michele Viali

 

http://www.oldeuropacafe.com/