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Room 105

30-07-2018

HEKATE

"Totentanz"

Cover HEKATE

(Prophecy Productions)

Time: CD (54:34)

Rating : 8.5

Dopo i fasti degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio, l'attività del combo tedesco si è ridotta drasticamente, al punto che i sette anni trascorsi fra "Goddess" del 2004 ed il penultimo "Die Welt Der Dunklen Gärten" sono stati bissati in occasione di "Totentanz", sesto album che giunge alla medesima distanza di tempo dal suddetto full-length del 2011. Se la volta scorsa le alte aspettative (più che legittime, essendo gli Hekate uno dei nomi di punta del neofolk germanico) erano state in parte deluse da un lavoro la cui ricchezza strumentale ed ampiezza non andavano di pari passo con una giusta ispirazione, stavolta l'attesa viene invece interamente ripagata da un album col quale la band può letteralmente rivendicare lo scettro di leader della scena. Confezionato in un elegantissimo digipack completo di booklet e magnificamente prodotto con l'aiuto dell'esperto Patrick Damiani, il nuovo album (disponibile anche in doppio CD e in altre due distinte edizioni in doppio LP, tutte contenenti ben cinque tracce bonus), l'album vede una prima parte in cui prevalgono l'aspetto compositivo più puramente neofolk e la voce di Axel Menz. L'incipit è di alta caratura, con una "The Old King" in cui le minacciose ambientazioni e l'impeto percussivo cedono il passo ad un epico respiro folk ed a melodie potenti, laddove sono i fatidici rulli marziali a scandire l'intensa "Lost And Broken"; con la sontuosa "Mondnacht" (i cui versi sono opera di Eichendorff) si ritorna a lidi più tradizionali, fra arrangiamenti sinfonici di ottima fattura, mentre le melodie epiche di "Luzifer Morgenstern" preludono al grande pathos espresso con "Ascension Day". Conclusa la porzione più folk-oriented, tocca alla voce di Susanne Grosche recitare un ruolo da protagonista, dapprima con una title-track giocata su melodie spettrali ove la Nostra si prodiga in una prova squisitamente teatrale, ed a seguire con una "Spring Of Life" particolarmente luminosa e dalle memorabili melodie dal gusto antico. Tornano le ambientazioni oscure in "Embrace Of Light", i cui ritmi etnici delineano scenari ipnotici assieme ai vocalizzi femminili ed ai mantra recitati con voce maschile; molto bene anche la più strutturata e raffinata "Desire", che rimanda a certi echi orientali del passato, mentre la chiusura è affidata ad "Am Meere", bel momento di brumoso ed oscuro folk nordico in cui Axel torna dietro al microfono. "Totentanz", dall'alto della forza delle sue ottime canzoni e delle emozioni che esse veicolano, si rivela il capitolo più maturo, completo, bilanciato ed ispirato della storia di una band che, nonostante la diradata attività, continua a viaggiare su un livello superiore rispetto alla media del settore, e che con questo mirabile sforzo creativo è pronta a ridare lustro all'intero panorama dark-folk.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.hekate.info/

http://en.prophecy.de/