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Room 105

21-06-2025

DARKWOOD

"Verlorene Welt"

Cover DARKWOOD

(HeidenVolk)

Time: CD (46:40)

Rating : 7.5

Quegli storici protagonisti dell'ascesa del neofolk che, nel loro epico e pionieristico cammino, si proclamavano a gran voce "contro il mondo moderno", hanno finito per genuflettersi davanti al più remunerativo e socialmente spendibile altare del "giustopensiero" mainstream, relegando così per sempre in soffitta certi Evoliani impeti giovanili. Ma c'è chi, senza mai essersi lanciato in roboanti slogan, "contro il mondo moderno" lo è sempre stato per naturale vocazione ormai da oltre 25 anni, come Henryk Vogel, il quale, con la sua creatura Darkwood, ha brillantemente superato il quarto di secolo all'insegna di un neofolk che, guardando con animo puro ad un passato da custodire, ad una Natura in cui identificarsi ed alla semplicità di gesti rituali che appaiono desueti a chi vive secondo i dettami del relativismo imperante, ma che riconciliano con uno stile di vita che cura i mille veleni del "mondo moderno". Giunto al suo dodicesimo lavoro sulla lunga distanza ed attorniato, come di consueto, da un ristretto ma fidato gruppo di collaboratori, l'artista di Dresda riprende il discorso da dove lo aveva lasciato, nel 2020, col precedente album "Twilight Garden", all'insegna di una purezza neofolk ormai inconfondibile in quel che resta del settore. Pubblicato in un bel digipack completo di ampio booklet, oltre che nell'edizione limitata in vinile, il "Mondo Perduto" di Darkwood vive di dieci brani dal suono limpido e immediato, in cui il timone è sempre affidato alla voce ed alla chitarra acustica di Henryk, e dove i cori della brava Manuela (anche fisarmonicista), il violino di Sara, il violoncello di Nadja e le tastiere di Andreas giocano un ruolo fondamentale nell'arricchire di belle sfumature e decisive finiture l'intelaiatura dei brani. Tanta autentica purezza neofolk, dall'afflato malinconico dell'opener "Heart of France" all'arioso atto finale "Schwarze Erde", passando per l'intensa "Maienlied" (già apprezzata sul 7" omonimo dello scorso anno assieme a "Broken Flowers", anch'essa qui riproposta), quella "Wanderlied" dove il violoncello è protagonista, una "The Seagulls" che rispolvera i fasti del miglior neofolk dei 90s e quella dimessa "Little Soldier" che cerca - e trova - un approdo vicino al folk-pop. I momenti migliori dell'opera sono però quelli in cui Henryk e soci valicano le strutture tipiche di quel neofolk che il mastermind tedesco conosce come le proprie tasche, ossia le più strutturate - con tanto di drumming - "Venice" e "Lonely Pilot", momenti in cui il contributo vocale di Manuela si fa importante, soprattutto a supporto del grande pathos veicolato dalla prima, così come fra i bei ricami chitarristici della seconda. Come era lecito attendersi, anche "Verlorene Welt" è un lavoro che conferma pienamente l'onestà artistica ed intellettuale di Darkwood, progetto che può fregiarsi di essere rimasto fra i pochi degni alfieri di un neofolk ancora puro, nella forma come nello spirito.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://darkwood.bandcamp.com/

https://www.darkwood.de/