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Room 108

25-01-2014

TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA

"Chaosphere"

Cover TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA

(Old Europa Cafe)

Time: (54:02)

Rating : 7.5

"Chaosphere", l'album perduto della Tomografia Assiale Computerizzata, fu registrato tra il 1997 e il 1998 a New York. Rimasto chiuso in un cassetto per anni, doveva essere il seguito di "Apotropaismo" (disco stampato nel 1997 proprio dalla Old Europa Cafe), collocandosi tra l'era di mezzo del progetto parmense e la successiva rinascita, avvenuta con il trittico discografico licenziato durante il nuovo millennio. Ispirato da "Solaris" e "Stalker", i due film fantascentifici del regista russo Tarkovskij, l'album ne riprende le atmosfere rarefatte e l'astrattismo comunicativo, traducendo in suoni sia l'ambiziosa spiritualità delle pellicole che gli echi futuristici degli anni '70. Forse il più ostico e criptico dei tanti lavori di T.A.C., pressoché privo di melodie, difficilmente accostabile ai classici della musica industriale, trova le sue fondamenta in una strumentazione elettronica retrò che garantisce un suono robotico-analogico in grado di recuperare il passato, e al tempo stesso di rendere tributo ad un'era sonora pionieristica. Le dieci tracce presentano toni minimali che si muovono scintillanti su sfondi vuoti, intrappolati nel rimbombo metallico di stanze chiuse, o ancora somiglianti ad oggetti alla deriva in una galassia monocroma, impegnati ad attraversare distanze siderali, divisi tra echi di introspezioni mistiche ed una costante sospensione onirica. La tensione cresce laddove le molecole cibernetiche prendono forme meno astratte, come nel caso di "Nodal Points", forte di uno stridulo tema para-melodico che disegna i contorni di emozioni tangibili, o ancora nelle sinuosità quasi gobliniane di "This Language Of Flesh And Blood". Frutto di genialità appassionata e di un notevole background artistico, l'album è per certi versi paragonabile ad "Avarie" di Uranium USSR 1972, il side-project dell'ex collaboratore Angelo Bergamini, anch'esso profondamente ispirato dalle sonorità d'antan, dal gelo metallico e dagli artisti russi del passato. Non a caso "Chaosphere" campeggia come un unicum nell'ampia discografia della band di Simon Balestrazzi, dotato più di fattezze consone ad un progetto parallelo che ad un'uscita della band ammiraglia. Ad oggi rimane evidente la vena sperimentale, scollegata da regole precostituite e figlia unicamente del gusto e della formazione dell'autore. Una gemma schietta e ispirata che era necessario recuperare.

Michele Viali

 

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