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Room 108

02-09-2016

CORDIS CINCTI SERPENTE

"Noo Yuggoth"

Cover CORDIS CINCTI SERPENTE

(Industrial Ölocaust Recordings)

Time: MC 1 (60:00); MC 2 (60:00)

Rating : 7.5

Oscuro progetto italiano nato oltre vent'anni fa e con all'attivo appena qualche nastro, Cordis Cincti Serpente rimane avvolto ancor'oggi dal mistero più totale, vuoi per l'esilità della sua produzione e della relativa distribuzione, vuoi per un alone di ombra creatagli appositamente attorno ed in piena sintonia col contenuto delle sue uscite. Il qui presente "Noo Yuggoth", rilasciato in una tiratura di appena 31 copie numerate disponibili solo in doppia cassetta, ne segna il ritorno sulla scena - così come quello dell'etichetta Industrial Ölocaust Recordings, la cui ultima produzione risaliva al 1994 - dopo un lungo periodo di silenzio. Descriverne il contenuto è cosa non semplice, dato che i suoni non si accostano ai soliti canoni stilistici. Ciò che emerge da subito è la funzione magica del tutto (dal nome del progetto al titolo dell'opera, che si riaggancia anche al lovecraftiano ciclo di Cthulhu), andando quindi ad accostarsi sul piano tematico e, in minima parte, su quello artistico ad alcuni nomi chiave del passato: dai primi Ain Soph alle produzioni della Nekrophile, dai Sigillum S degli albori ad alcune release dei Coil. Il primo nastro contiene cinque brani, elaborati principalmente con drones tenui dal sapore fantasmatico e rarefatto: su tale base vengono collocati rumori e piccoli frammenti audio per creare uno status mentale anomalo, immerso in un flusso enigmatico e indefinito entro cui riecheggiano voci in lontananza. La seconda tape consta di otto tracce ed esordisce con un pezzo più canonico, fondato su un minimalismo astrale che sfiora le derive dark ambient. Successivamente si scivola verso una trappola vischiosa fatta di grugniti e rantoli tonali reiterati all'infinito, variati da rumori acquatici ed umidi, neri drones appena accennati ed alcune reiterazioni semi-armoniche che sopraggiungono nel finale. Ciò che contraddistingue questo lavoro da tanta produzione virtualmente simile è la capacità di costruire un impianto veramente esoterico ed ermetico, segnato da una impenetrabilità che al giorno d'oggi risulta (quasi) impossibile, essendo state battute gran parte delle strade utili a spiazzare l'ascoltatore. "Noo Yuggoth" ritrova il gusto del rituale occulto che, sebbene privo di spiegazioni chiare, crea quel velo di mistero alla base di tante riuscite sperimentazioni degli anni '80. La carica ipnotica e ossessiva si somma ad una preistoricità delle strutture, coordinate chiave per un efficace prodotto di nicchia. I due nastri vengono realizzati in un box contenente un libretto probabilmente necessario ad approfondire le tematiche trattate. Per intenditori.

Michele Viali

 

https://www.facebook.com/iorecs/