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Room 109

21-03-2014

ANDREA ROMEO

"Need For Expression"

Cover ANDREA ROMEO

(autoproduzione)

Time: (36:16)

Rating : 7

Una gradita sorpresa l'esordio di questo ventottenne compositore trevigiano, che con l'emblematico titolo "Need For Expression" ci svela - attraverso le note interne del bel digipack - come sia stata una vera e propria "necessità di esprimersi" quella che lo ha spinto a "fissare un momento nel tempo", come "risultato di un viaggio introspettivo ed esperienze emotive tradotte in suono". Non potremmo essere più d'accordo quando Andrea dichiara di pensare che valesse la pena condividere col mondo questo suo momentum artistico, così come concordiamo in pieno circa l'inutilità di dare una definizione e/o una collocazione commerciale a ciò che nasce anzitutto come 'istantanea' di un preciso e privato momento. Il musicista veneto crea la sua miscela elettroacustica occupandosi di piano, chitarre, basso, synth, drum machine ed elettronica, avvalendosi inoltre dei servigi di Nicola Manzan (viola, violino e violoncello) ed Alessandro Carlozzo (batteria) per completare le proprie visioni artistiche. Ciò che piace di un lavoro genuino ma curato con impegno è proprio l'intreccio: nessuno strumento tende a prevalere sugli altri in un amalgama perfettamente in equilibrio, dove ritmiche essenziali lasciano ampio respiro alla melodia senza mai lanciarsi in eccessi arzigogolati, favorendo il mood prevalentemente triste e malinconico dell'opera. Nove brani che convogliano le emozioni in maniera diretta ed efficace, che siano le ispirate melodie di piano a dare il la al flusso ("Heart", "Path Of Light", "Memories In Motion", "Another Day") o meno, fra mirabili crescendo d'intensità dove agli archi spetta il compito di elevare l'enfasi drammatica ("New Season"), mentre tocca alla chitarra rendere vibrante l'atmosfera ("Waves", "Lucid Dreams", "Stars"). Più che inseguire i grossi calibri di etichette come n5MD o Tympanik Audio, o in generale la downtempo (ed "Asaki" ne sarebbe un buon esempio), Romeo ci rimanda a quel pathos dolente che caratterizzò i migliori Anathema, ma con la lungimiranza di chi può sfruttare le possibilità dell'elettronica. Un bel biglietto da visita per un musicista che sicuramente, incoraggiato dai consensi che stanno già arrivando, saprà maturare in fretta l'esperienza necessaria per limare e perfezionare arrangiamenti e produzione, aspirando legittimamente a toccare nel profondo con la forza delle emozioni che riversa nelle sue composizioni: sarà interessante seguire i futuri sviluppi, anche per vedere quali direzioni il Nostro vorrà esplorare.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

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