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27-10-2009
A CHALLENGE OF HONOUR
Cambio di rotta

di Michele Viali
È plausibile che un autore decida di fare cambiamenti anche netti e che si ritrovi, di conseguenza, in attrito - se così si può dire - col suo vecchio pubblico. Cosa più strana è che un autore rinneghi il proprio passato, facendo tabula rasa di quel che gli ha garantito una minima notorietà, senza peraltro addurre nessuna spiegazione concreta. A Challenge Of Honour è stato uno dei più fortunati progetti di ambient marziale di seconda generazione: venuto fuori all'alba del nuovo millennio, ha sfornato titoli a non finire, divenendo in breve croce e delizia dei collezionisti, che hanno fatto nottate in bianco e conti in rosso per accreditarsi uno dei suoi tanti dischi in edizione ultra-limitata (i più accaniti ricorderanno le tirature a 10 copie o quelle 'per gli amici'). Come avvenuto per altri nomi del settore, il nostro Peter è incappato in qualche problema: boicottaggi, lettere minatorie, critiche 'ideologiche' e roba simile, fino ad un'aggressione subìta da parte dei sedicenti 'antifa' durante un'edizione del WGT. Al proposito abbiamo tentato di farci raccontare qualcosa in merito, ma la risposta è stata negativa: "il passato è passato". Una frase che per Peter è diventata un motto, un muro eretto dinnanzi a quei tanti dischi ancora così richiesti e di cui il nostro stenta - con evidente imbarazzo - a parlare, e che ha imposto a noi di non calcare troppo la mano con le domande, al fine di non innervosire il nostro ospite, già di per sé restio a parlare. Personalmente ho seguito con interesse le vicende artistiche di questo progetto per anni, pur evitando di indebitarmi per raggiungere quegli oggetti impossibili che venivano messi in circolazione. L'identità di A Challenge Of Honour è sempre stata discussa e controversa, spesso volutamente scorretta. Il gran numero di dischi licenziati non era sempre all'altezza delle aspettative, ma c'era dietro un nome che aveva saputo crearsi un'aura quasi mitica. Di tutto questo ora non rimane nulla... se non il nome. C'è solo una realtà da ricostruire a fatica, con all'attivo un disco pop-oriented e un album pseudo-marziale che ha come input (sic!) il film "Troy", oltre a tanti buoni propositi per il futuro. Ripetendo a me stesso che il passato non si rinnega neanche nei momenti peggiori, non mi resta, con un po' di amarezza, di augurare a Peter un caloroso in bocca al lupo per la nuova strada artistica che sta intraprendendo.
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È uscito circa un anno fa il vostro penultimo album "No Way Out", che ha un suono un po' diverso rispetto ai vostri lavori industrial: suona più pop e wave. Perché hai deciso di modificare il tuo tipico stile? Quale nuova strumentazione hai usato per questo disco?
"Ho deciso finalmente di iniziare a fare la musica che mi piace e di non seguire più il dogma della scena marziale. Ad alcune persone non è piaciuto il mio cambio stilistico, ma io non posso fare la musica che non mi piace e ho scelto di fare quel che dovevo fare. Forse qualcuno mi odia per questo, ma non me ne frega un cazzo: produrre musica è un processo creativo, e se a loro non piace, comprassero un computer, un equipaggiamento strumentale e se la facessero da soli. Il nuovo album è costruito attorno a chitarre acustiche ed elettriche, basso e tastiere. Le batterie sono programmate con un EZ Drummer della Toontrack e con un Reason 4. La maggior parte delle registrazioni sono state fatte con il software Ableton 7 ed il mastering con Audition 3. Il nuovo album sarà registrato con un Korg D888."
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Nel brano "Slavery Called Democracy" (incluso in "No Way Out") sembra esserci una critica verso la democrazia. Puoi spiegarci il tuo punto di vista al riguardo?
"Quando parliamo di democrazia, parliamo di libertà di stampa, parola, religione ed altro ancora. Ma abbiamo veramente questa libertà o è solo un atteggiamento di facciata creato dallo stato per nascondere un controllo totale? Oggigiorno è possibile essere seguiti ovunque tramite internet, telefoni cellulari e quant'altro. Parimenti, se usi un bancomat puoi essere seguito lungo l'intera giornata semplicemente controllando quando lo usi o quando prelevi denaro. Le telecamere sono in ogni angolo delle città per proteggerti dal crimine - dicono - ma anche per controllarci. È falsa anche la libertà di religione: specialmente qui in Olanda la gente subisce intimidazioni a causa del diverso credo religioso. La libertà di parola è una cosa che i politici usano per mettere un dogma tra alcune delle persone che vivono qui... ed è una cosa che odio."
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La traccia "Nackba" fa riferimento all'esodo palestinese iniziato nel dopoguerra. Perché hai scelto di trattare questo tema?
"I palestinesi hanno iniziato una battaglia che non possono vincere perché la maggior parte del mondo vede Israele come una vittima bombardata continuamente dai kamikaze. Non mi trovo in accordo con l'atteggiamento dei kamikaze, penso sia più realistico prendere la strada del dialogo, ma è assai difficile per via della violenza che ha già segnato i 50 anni passati. Il muro che Israele aveva costruito a Gaza è un attacco alla libertà palestinese, ma anche una sicurezza per i cittadini israeliani. È una faccenda molto complicata, forse una delle guerre più complesse della storia."
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Ricordo che hai dedicato un brano anche alla libertà perduta di un'altra nazione: il Tibet. Pensi sia importante l'autodeterminazione di un popolo?
"La traccia era "Make The Dragon Leave The Mountains", pubblicata nell'LP di Materialschlacht (side-project di A Challenge Of Honour, nda). Sto ancora supportando l'organizzazione del Dalai-Lama per la libertà del Tibet. Il Tibet è occupato dalla Cina in modo illegale ed il mondo occidentale non se ne è preoccupato, ma finalmente adesso, per via dei giochi olimpici, c'è stato un ascolto delle proteste della gente e dei monaci tibetani."
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"In "No Way Out" c'è una traccia intitolata "Thinking About Ernesto". Si riferisce forse a Che Guevara?
"Sì, la canzone è dedicata a Ernesto De La Serna Guevara, meglio noto come Che Guevara."

"Ad alcune persone non è piaciuto il mio cambio stilistico, ma io non posso fare la musica che non mi piace e ho scelto di fare quel che dovevo fare. Forse qualcuno mi odia per questo, ma non me ne frega un cazzo: produrre musica è un processo creativo, e se a loro non piace, comprassero un computer, un equipaggiamento strumentale e se la facessero da soli..."
(Peter Savelkoul)
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Qualche mese fa è uscito un vostro nuovo album: "Leonidas", in cui tornate parzialmente ai toni marziali. Quali aspetti storici del re spartano hai reputato interessanti?
"L'intera storia di Sparta ha iniziato ad interessarmi dopo aver visto il film "Troy", che non era sicuramente il modo migliore per mostrare la storia di Sparta. Poi è uscito "300", un film che ho amato soprattutto per gli scenari. Allora ho iniziato a guardare i documentari della History Channel e a lavorare su vecchie tracce che avevo in archivio, ed il risultato è stato decisamente positivo."
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Come è nata la collaborazione tra te e Rodolfo Protti, boss della Old Europa Cafe, per la produzione del disco?
"Qualche anno fa Rodolfo mi chiese di pensare ad una realizzazione per la Old Europa Cafe ed ho accettato, ci ho pensato 3 anni prima di decidere di farlo. Prima ho collaborato per un sampler ("Old Europa Cafe 100", nda). Rodolfo è una gran persona e probabilmente lavoreremo di più insieme in futuro, è stato eccezionale collaborare con lui e il risultato finale è stato ottimo."
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Recentemente avete pubblicato un disco indirizzato soprattutto ai collezionisti: "1666 - The Great Fire Of London", un 10" edito in una confezione lussuosa. Com'è nata l'idea di creare quest'oggetto?
"Inizialmente avevamo intenzione di fare un 6", 8" e 11" in box, ma poi Max della Steinklang ci ha proposto l'idea del box in metallo e ci è piaciuta. L'idea di fare 16 copie in box e 66 EP in edizione standard è venuta fuori dopo una serata a base di alcool e nicotina."
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Più in generale siete sempre stati interessati ad eventi storici, vera fonte di ispirazione per la vostra musica: da Sparta alle guerre mondiali, dalla tradizione e dai film giapponesi fino all'impero romano. Quando è nata questa vostra grande passione per la storia e per la seconda guerra mondiale in particolare?
"È un qualcosa che è iniziato durante la giovinezza. Probabilmente avrei dovuto fare l'insegnante di storia."
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Quali aspetti in particolare ti hanno affascinato del film di Kurosawa "Seven Samurai"? Cosa vi ha ispirato per la composizione del disco che prende nome proprio da questa pellicola?
"Akira Kurosawa è uno dei miei registi preferiti. La prima volta che ho sentito la colonna sonora è stato quando ho ricevuto in regalo il DVD da Irvin di Praetorio (progetto con cui A Challenge Of Honour ha realizzato lo split "Hadrian's Wall", nda). Ho avuto l'idea di creare una nuova colonna sonora per il film, e penso che sia venuta bene."

"Quando parliamo di democrazia, parliamo di libertà di stampa, parola, religione ed altro ancora. Ma abbiamo veramente questa libertà o è solo un atteggiamento di facciata creato dallo stato per nascondere un controllo totale? Oggigiorno è possibile essere seguiti ovunque tramite internet, telefoni cellulari e quant'altro. È falsa anche la libertà di religione: specialmente qui in Olanda la gente subisce intimidazioni a causa del diverso credo religioso..."
(Peter Savelkoul)
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Tra i tuoi tanti singoli ce n'è uno assai interessante: "Legio Patria Nostra", dedicato alla Legione Straniera francese. Perché hai deciso di realizzare questo singolo? Quali aspetti della Legione ti hanno attratto?
"Beh, è stato tanto tempo fa (2003, nda), la Eternal Soul mi chiese di fare un EP e io scelsi questo tema. Non riesco proprio a ricordare le ragioni per cui ho scelto questo argomento... probabilmente non lo avrei scelto se mi avessero chiesto adesso di fare questo EP..."
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Molti dei tuoi brani sono stati pubblicati solo in vinile: stai pianificando ristampe di questo materiale? Come mai ami tanto il vinile nell'era del digitale?
"Non sono state fatte pianificazioni per ora. Alcune ristampe sono già state realizzate con i CD "Monuments" e "Trilogy". Il vinile suona sicuramente molto meglio del digitale. L'EP "1666" è adesso disponibile anche su Amazon.com, Itunes, Napster ed altri siti di musica digitale."
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Alcuni vostri brani sono delle ballate acustiche, suonano all'incirca neofolk, penso a "Ode To Solitude" o ad alcuni pezzi inclusi in "No Way Out"... insisterete su questa tipologia di suono in futuro?
"Le registrazioni che abbiamo fatto per Saloth Sar sono quasi tutte acustiche, oltre a qualche traccia con chitarra elettrica un po' più rumorosa e l'uso di qualche vecchia batteria computerizzata. Il 90% dell'album è stato prodotto usando vecchio equipaggiamento. È quasi finito e sarà realizzato dalla label La Esencia di Barcellona."
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La tua etichetta personale Vrihaspati Recordings ha licenziato un album del moniker Laharis che coinvolge te e Johan Koenig, ex-membro e fondatore unico di A Challenge Of Honour. Vuoi presentarci questo progetto?
"Johan ha passato un po' di tempo a New York ed è tornato dopo che è stato arrestato. Ha prodotto una musica basata su questa esperienza e mi ha chiesto (di nuovo) di aiutarlo col progetto Laharis. Abbiamo deciso di realizzarlo su Vrihaspati Recordings ed ha venduto bene. Ha iniziato a lavorare ad un nuovo album qualche anno fa, ma non lo ha ancora terminato. Adesso sta collaborando con me e Steven Arkwood ad un progetto chiamato Saloth Sar, che è stato presentato anche sull'EP "1666"."
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È possibile che Johan torni a far parte di A Challenge Of Honour?
"No, ci ha aiutato un po' per "No Way Out" e probabilmente lo farà anche per "Kampuchea", ma non ritornerà."
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Avete fatto molti concerti: ci sono esperienze particolari o curiose che vorresti menzionare? Ci sarà la possibilità di vedervi in Italia prossimamente?
"Beh, mi è piaciuto il concerto di Mosca di qualche anno fa, ci ritorneremo il prossimo anno, il 15 di aprile insieme a Noises Of Russia, con cui faremo un tour a Helsinki, San Pietroburgo, Pskov, Mosca e Kiev. Sono anche in contatto con Rodolfo della Old Europa Cafe per fare un concerto in Italia il prossimo anno, in combinazione con un esclusivo live allo Steinklang Industries Head Quarter a St. Koloman, in Austria."
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Qualche anno fa sono stati realizzati alcuni bootleg di A Challenge Of Honour dall'etichetta russa Corzar. Questa etichetta ha danneggiato molti nomi del panorama industrial e marziale: che opinione hai al riguardo?
"La Corzar fa schifo! Sono parassiti, probabilmente aiutati da qualcuno che abbiamo conosciuto tempo addietro: costoro hanno infatti ottenuto delle registrazioni che solo una persona possiede. La maggior parte dei loro prodotti fa schifo e ha un pessimo mastering, per cui Max ed io abbiamo creato Corzar Records: in pratica abbiamo prodotto i bootleg dei bootleg e realizzato alcuni LP in alta qualità e con un buon mastering (per l'esattezza si tratta dei titoli "Lost And Forgotten" di A Challenge Of Honour ed "Epitaph" di Leiche Rustikal, entrambi limitati a sole 111 copie, nda)."
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Qualcuno dice che il genere marziale è morto. Pensi che A Challenge Of Honour faccia parte di questo genere? La scena marziale sta veramente morendo o esistono ancora buoni progetti?
"Ad essere onesto non seguo la scena. Non ho comprato CD o LP per anni e la sola musica che ricevo sono i CD gratuiti della Steinklang o i sampler che allestisco personalmente. Stavo anche pensando di produrre questa musica, ma Max (titolare della Steinklang, nda) mi ha proposto di fare un album nel modo in cui io vorrei che suonasse A Challenge Of Honour, e questo è "No Way Out": il messaggio del disco è stato per me scegliere una nuova direzione o abbandonare. Ho scelto la nuova direzione che ha fatto allontanare tanta gente, ma ne ha anche attratta molta, e specialmente la scena metal adesso si interessa alla mia musica. Non so se la scena sia morta, gli album stanno ancora vendendo bene e anch'io penso di star facendo qualcosa di buono."
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Durante la tua carriera hai dato vita a vari side-project: alcuni di questi sono molto interessanti, tipo Materialschlacht, Code 243 e Opfertag. Stai pianificando ristampe di questo materiale? Penso in particolare all'album "Law Order Theory", oggi difficile da trovare e disponibile solo in CDr.
"Materialschlacht è stato il mio progetto personale tra il 1997 e il 2000, prima di unirmi ad A Challenge Of Honour: è da anni che stiamo pianificando un nuovo album insieme a Max di Sturmpercht, ma probabilmente non sarà mai realizzato. Code 243 è un progetto messo a punto insieme a Sjaak Jöbses di RTek, esiste ancora ma attualmente suona più noise e sperimentale."
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A mio parere il migliore dei tuoi side-project è Un Défi D'Honneur. Perché hai scelto questo nome, che altro non è se non una traduzione in francese di A Challenge Of Honour?
"È una storia divertente. Dovevamo suonare al Flammesauber festival del 2002 e arrivò all'organizzazione una lettera di proteste proprio quando dovevamo salire sul palco noi, così abbiamo fatto presente che non ci saremmo esibiti, poi abbiamo tradotto il nome in francese e abbiamo suonato lo stesso, dopodichè il progetto ha iniziato a vivere di vita propria. Per Un Défi D'Honneur ci sarà presto un nuovo album che riguarda la rivoluzione russa."

"Max mi ha proposto di fare un album nel modo in cui io vorrei che suonasse A Challenge Of Honour, e questo è "No Way Out": il messaggio del disco è stato per me scegliere una nuova direzione o abbandonare. Ho scelto la nuova direzione che ha fatto allontanare tanta gente, ma ne ha anche attratta molta, e specialmente la scena metal adesso si interessa alla mia musica..."
(Peter Savelkoul)
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Il primo album di Un Defi D'Honneur è fuori catalogo e il secondo lavoro è stato pubblicato solo su vinile. C'è qualche ristampa in vista?
"No, nessuna ristampa. Il terzo lavoro è stato stampato anche su CD..."
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Avete realizzato molti titoli durante la vostra carriera. Secondo te quali sono stati i migliori album o singoli che avete fatto?
"La roba migliore è l'ultima che ho prodotto, album come "No Way Out", "1666" e anche il prossimo "Blood, Sweat And Nicotine" che uscirà per il progetto Saloth Sar. Ancora mi piacciono "Monuments" e "Seven Samurai". Tutto il resto è passato."
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In assoluto quali sono le band e gli album del passato che hanno ispirato la tua musica?
"Probabilmente gruppi come Joy Division e Section 25, ma quasi tutta la musica che ho ascoltato, che è tantissima. Nel nuovo album "Kampuchea" sfrutterò alcune tecniche tipiche degli artisti dub giamaicani, usando riverberi su specifiche percussioni."
http://www.a-challenge-of-honour.net/