04-02-2007
KARJALAN SISSIT
"Tanssit On Loppu Nyt"
(Cyclic Law/Audioglobe)
Time: (32:22)
Rating : 5.5
Nuovo disco sulla lunga distanza per gli svedesi Karjalan Sissit, osannati ed incensati dal mondo intero come la nuova rivoluzione in ambito marziale/industriale. Oddio, lunga distanza mica troppo, visto che i nove brani di "Tanssit On Loppu Nyt" durano meno di 33 minuti, facendo pensare ad un mini più che ad un disco intero. Oddio, rivoluzionari proprio non direi. Non ho nulla contro l'industrial militareggiante/marzialotto/percussivo, che a dire il vero qui non è neppure troppo presente (a parte qualche sfuriata qua e là e qualche dialogo dal vago sapore di caserma in mezzo alle nevi del permafrost), ma ci vuole il fisico, per dirla con parole semplici. E ci vuole anche bestiale, il fisico, per non far calare la palpebra durante l'ascolto. Un paragone diretto per inquadrare i KS anno 2006 riporta inevitabilmente alla mente una versione più all'acqua di rose degli abissali Shinjuku Thief della trilogia "Witch Hunter/Witch Hammer/Witch Haven". Con meno 'focus', con meno pathos e con meno capacità di stupire, purtroppo. Il secondo illustre termine di paragone non possono non essere gli irraggiungibili (per tutti, darling, per tutti....) In Slaughter Natives di "Enter now the world". Quelli si che l'avevano, il fisico bestiale. Qui invece l'impegno non manca, ma i risultati sono debolucci. Le cannonate partono, ma l'alzo è scarso, e i proiettili anziché colpire ad altezza uomo si infrangono contro i sacchi di sabbia o non li raggiungono neppure... Ed è un peccato, perché le parti più spiccatamente melodiche del disco (vedasi "...Ja Verkkaritkin Haisee Koskenkorvalle" o "Någon Vacker Dag Får Du Smaka...") sono di buona fattura; il largo uso (piuttosto stereotipato, a dire il vero) di voci urlanti in stile simil-power-noise finisce però per far perdere troppo spesso il filo del discorso, spezzando il disco in due parti in pesante conflitto tra loro, a largo sfavore di quella 'centrata sul bersaglio grosso'. Anche rispetto al precedente "Karjalasta Kajahtaa" si sente una certa mancanza di mordente, come se le buone idee (che comunque ci sono: anche "Kiitän Puolestani" è in fin dei conti un buon pezzo) fossero state tirate per le orecchie per mascherare i numerosi vuoti di concentrazione. E ora, che tutti gli amanti dei KS prendano pure i loro fucilini ad acqua e si mettano a spararmi: sono già sul gommone. Quelli che invece vogliono tirare sassi, mi diano almeno il tempo di mettermi l'elmetto. Ah, già, dimenticavo: la confezione e la grafica sono splendide, se vi interessa il dettaglio...
Mauro Berchi
http://www.karjalansissit.com/