22-09-2025
JARL
"Synapse Variation Report"

(Zoharum)
Time: CD (59:32)
Rating : 7
Attivo come Jarl sin dagli albori del terzo millennio, lo svedese Erik Jarl è di casa alla Zoharum, avendo pubblicato attraverso l'attivissima etichetta polacca parecchi lavori fra la quarantina che l'artista ha alle spalle. Quella sviluppata a livello tematico per la psiche umana ed il sistema nervoso attraverso tante uscite dedicate pare essere diventata quasi un'ossessione per Erik, che in quest'ultima fatica si concentra sul ruolo delle sinapsi, strutture che permettono ad un neurone di passare un segnale elettrico o chimico ad un altro neurone. In questo senso, l'album è strettamente connesso alle precedenti due prove sulla lunga distanza - rilasciate entrambe lo scorso anno - "Receptor Radiator" (pubblicato anche questo dalla Zoharum) e "Neurotransmitters-Sphere-Music" (uscito per Reverse Alignment/Luce Sia), segno evidente di come il musicista scandinavo intenda approfondire il tema. "Synapse Variation Report", edito sia nei 300 esemplari in CD digipack a sei pannelli, sia in un'edizione strettamente limitata di sole 40 copie su nastro, consta di cinque "report", dispiegati nell'ora d'ascolto nel consueto stile elettroacustico del progetto, con al centro l'aspetto della continua variazione. Quest'ultimo trittico di lavori dello svedese assume toni ancor più ipnotici del solito nella sua ripetitività, che però schiude variazioni costanti come in una tela cangiante, in una forma che i 20 minuti abbondanti dell'iniziale "Synapse Emission Report" definisce subito con dovizia di particolari, sottolineando, dopo una porzione centrale sognante e cosmica, come la maestria di Erik nel modellare i droni sappia far filtrare sottili ma caratterizzanti afflati melodici. Pieghe melodiose che affiorano anche fra le oscillazioni di "Synapse Messenger Report", più dronica e "spessa" sul finale, mentre lo scampanio elettroacustico di "Synapse Signal Report" accompagna il placido scorrere delle lente onde oscillatorie, coi toni che si fanno più arcigni verso la chiusura. La materia dronica assume fattezze para-sinfoniche in "Synapse Chemical Report", disturbante nella ricercata piattezza della sua sezione centrale, come lo è a tratti anche la conclusiva "Synapse Electrical Report", piacevolmente cupa e misterica nei suoi frangenti più stimolanti. Non è facile gestire un'opera ossessiva per indole, ma l'esperienza e le capacità di Erik, risultanti come sempre in una resa audio di prim'ordine, garantiscono quell'elevata qualità che conferisce carattere e spessore ad una materia che in pochi sanno davvero padroneggiare con efficacia.
Roberto Alessandro Filippozzi