05-10-2025
V.A.
"Bio-Mechanik. Aural Tribute to the Art of H.R. Giger"

(Eighth Tower Records)
Time: CD (66:52)
Rating : 6.5
Hans Ruedi Giger, visionario svizzero cresciuto all'ombra del surrealismo e affascinato dall'orrore cosmico di H.P. Lovecraft, ha trasformato la paura dell'ignoto in architettura visiva. Nei suoi mondi, il corpo è una creatura in perenne mutazione, stretto tra pulsioni erotiche e minaccia meccanica. È un'estetica che parla di universi indifferenti all'uomo, di metamorfosi irreversibili, di bellezza e terrore fusi in un'unica, inquietante armonia.
La Eighth Tower Records traduce questa visione perturbante in dodici composizioni che funzionano come un'unica immersione sonora, oscura e densa. L'apertura di "Embryonic Nightmares" di Mark Hjorthoy è una discesa lenta, scandita da cicli ipnotici che evocano un organismo in gestazione. vÄäristymä, con "Biofusion Chamber", stringe ancora di più la morsa, trasformando la ripetizione in una spirale claustrofobica. L'aria si fa rarefatta in "Mute Body Reconstruction" di Red Stars Over Tokyo, dove le frequenze sembrano filtrare da dietro pareti corrose. Il paesaggio si incupisce con "Bio Reptile Musik" di Oubys, pulsante e viscerale, e "Baphomet" di Richard Bégin, in cui frammenti sonori concreti si saldano a vibrazioni quasi rituali. Mario Lino Stancati in "Birth Machine" introduce un movimento circolare di scintillii e tensioni, come un ingranaggio che macina sogni. La parte centrale della raccolta vede Modelbau ("Neuro-Mechanoid Dream") e Lars Bröndum ("Biomechanoid") esplorare strutture più ampie e sospese, con un senso di deriva nello spazio interiore. Poi arriva l'impatto frenetico di SSHE RETINA STIMULANTS ("Unfathomable Space Grapple"), in cui le alte frequenze diventano veri e propri artigli sonori. Con "Gebärmachine", phoanøgramma scava nel rumore granulare, mentre Nihil Impvlse ("Forging Revenant Flesh") plasma una creatura sonora fatta di ruggiti e risonanze metalliche. La chiusura di MoCM & Schema Musicalis con "Tech UnderCut" è un affondo finale: un panorama di macchine che si spengono lentamente, lasciando spazio al silenzio come ultimo atto di mutazione. "Bio-Mechanik" non è solo un tributo a Giger, ma un'estensione del suo linguaggio in un'altra forma d'arte. È un disco che chiede di essere vissuto come un viaggio: un attraversamento di cunicoli sonori, corti circuiti emotivi e paesaggi interiori in cui la carne e il metallo sono ormai inseparabili.
CAESAR
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