26-10-2025
GIANLUCA BECUZZI
"American Requiem"

(St.An.Da/Silentes)
Time: CD 1 (48:13); CD 2 (48:53)
Rating : 10
Con "American Requiem" Gianluca Becuzzi prosegue la sua intensa indagine sonora per St.An.Da/Silentes, aggiungendo un nuovo capitolo a una discografia che da anni esplora la relazione tra sacro e materia. Dopo i precedenti "In Between" e "The Barren Land", il musicista toscano costruisce un doppio album di grande coerenza concettuale, dove la chitarra drone si intreccia a echi country-blues e stratificazioni noise per raccontare il tramonto spirituale dell'America - e forse di un intero immaginario occidentale.
L'apertura con "Oh Death Part I" impone subito un tono solenne e sacrale. Le tastiere si stagliano in evidenza, mentre la chitarra, lentamente, prende il sopravvento, conducendo verso un paesaggio post-apocalittico, tra rovina e trascendenza. È un inizio denso, quasi cinematografico, che introduce il tema della fede smarrita in una terra consumata dal materialismo. Nel seguito, "Rise and Falling" (con la voce evocativa di Nero Kane) amplifica la tensione in un flusso ipnotico di drone guitars e risonanze profonde. L'elemento vocale diventa preghiera spettrale, sospesa in un orizzonte di elettricità e vuoto. "The Time Is Over" porta la riflessione più in profondità: un gospel rallentato e deformato si mescola a stratificazioni noise, creando un equilibrio instabile tra spiritualità e disfacimento. Becuzzi descrive il brano come "un improbabile punto d'incontro tra drone, ruggine e gospel", e la definizione è esatta: il suono stesso diventa liturgia, preghiera corrotta ma ancora viva. La prima parte si chiude con "Oh Death Part II", un epilogo crepuscolare e magmatico dove tutto si scioglie in un continuum sonoro di grande intensità emotiva. L'impressione è quella di assistere a un rituale che lentamente si estingue, lasciando solo il residuo vibrante del suono.
Il secondo disco si apre con "U.S. Ghosts Part I", episodio inquietante e spettrale, che evolve verso tonalità industrial e introduce un'America desolata, abitata solo da echi e presenze. In "Rhetoric and Fear of God" il paesaggio si fa ancora più cupo e contemplativo: una landa post-atomica dove i suoni si muovono come ombre. "Desert Widows" accentua la rarefazione: minimalismo, voci lontane di predicatori dimenticati, un'umanità dissolta nel vento elettronico. A chiudere, "U.S. Ghosts Part II" trasforma la materia in luce fredda: un requiem siderale, spaziale, che lascia l'ascoltatore sospeso tra abisso e silenzio.
"American Requiem" è un'opera complessa, densa, attraversata da un senso costante di disfacimento e grazia. Becuzzi trasforma il suono in materia sacra, costruendo un viaggio che richiede abbandono e attenzione totale. La sua è una messa laica per chitarre e droni, una riflessione sul destino della spiritualità nell'era del rumore. Un lavoro monumentale, che conferma Gianluca Becuzzi come una delle voci più lucide e coerenti della sperimentazione sonora italiana.
CAESAR
https://gianlucabecuzzi.bandcamp.com/