26-04-2008
FALSE MIRROR
"North"
(Thonar Records)
Time: (71:08)
Rating : 6.5
Negli ultimi tempi i poli e le basse temperature sono stati fonte di ispirazione per tantissimi progetti dark ambient che hanno sviluppato il tema in questione in modi differenti, sia partendo da una strumentazione, sia usando samples, field recordings o sintetizzatori. Il tedesco Tobias Hornberger, titolare dell'act False Mirror, con all'attivo due sole produzioni (di cui una in formato CDr), utilizza tutti i mezzi a propria disposizione per creare "North": l'album nasce in misura eguale da marchingegni elettronici e da strumenti (chitarra acustica, gong, fisarmonica, armonica), tanto violentati in studio da apparire irriconoscibili all'udito. Oltre a ciò si hanno un gran numero di registrazioni dirette dei rumori più svariati, il tutto rielaborato fino a giungere alla creazione di un suono che rimane a metà tra una dark ambient prominente e un noise che emerge a sprazzi. Le cinque lunghe tracce, che si susseguono senza interruzioni, presentano caratteristiche diverse: "Drift Ice" rende in pieno il senso del freddo, con suoni piatti e taglienti, mentre la successiva "Bft" è un gigantesco drone monocorde che si muove compatto tramite minime variazioni impercettibili, ed è forse il momento più rumoroso dell'intero lavoro. I brani successivi si attestano su coordinate più squisitamente ambientali: interessante "Novaya Zemlya", che nasce chiaramente da registrazioni subacquee (ricordate il recente lavoro di Olhon a tal proposito?) con effetti di calma amniotica e rassicuranti rumori di sottofondo; più prevedibile "Tracepath" divisa tra un primo momento ambient e una seconda fase noise, mentre la conclusiva "Blurred Visions" si attesta per tutta la durata su un'unica atmosfera gelida e cosmica. La chiusura dell'album è affidata alla pericolosissima (sebbene autoreferenziale) ghost-track "Kyrill": si tratta, in pratica, dell'audioregistrazione diretta dell'omonimo terribile uragano che ha colpito l'Europa centrale all'inizio del 2007. "North" non tocca in pieno il tema delle terre artiche e del gelo perenne, ma lo prende solo come presupposto per elaborare ricerche sonore concepite nei modi più svariati. L'album, senz'altro audace, non è per tutti i gusti: indicato soprattutto a chi segue le nuove sperimentazioni ambient costruite mettendo in gioco (a volte) la propria esistenza, e non solo 'giocando' a casa con i software.
Michele Viali