19-04-2007
ROME
"Nera"
(Cold Meat Industry/Audioglobe)
Time: (44:35)
Rating : 6.5
La Cold Meat Industry ha ormai aperto le frontiere, arma a doppio taglio che porta una ventata di novità (e di denaro) nella label di Karmanik, ma porta anche alla perdita del marchio di fabbrica dark ambient rigorosamente 'made in Sweden', oggi tenuto in piedi (nemmeno tanto bene) da poche sporadiche realtà. Rome è un esempio palese di questo cambiamento: il progetto tedesco segue con puntualità una ricetta di sicuro successo, sostenuta e promossa da una label che trova acquirenti a prescindere dai dischi pubblicati. I dodici brani dell'album sono costruiti partendo da una base di chitarra acustica molto semplice e minimale su cui sono incastonati una miriade di samples: strumenti classici filtrati dal computer, litanie d'epoca, oscure declamazioni, immancabili spari e percussioni marziali. Su tutto si staglia una voce cavernosa che canta/recita i testi e che, a tratti (lato senz'altro positivo), ricorda la malinconia di Leonard Cohen. Copertina con immancabili statue in stile Death In June e all'interno la solita frase un po' scorretta, un po' sibillina, ma che alla fine non dà fastidio a nessuno (questa volta addirittura in italiano, ma con un errore grafico che rischia di sminuire la pantomima). Shakerando il tutto vien fuori un album marziale, un po' industrial ma non troppo rumoroso, insomma un prodotto che può raggiungere un pubblico molto ampio senza disturbare (dopo i fattacci legati alla produzione dei Puissance, Karmanik sarà stato bene attento!). La formula è risultata vincente: gran successo di vendite e un secondo album di lunga durata già nelle vetrine degli store alternativi. Il problema è che "Nera" è stato concepito troppo con la mente e poco con l'animo e tutto l'ardore che si vorrebbe mettere in mostra è studiato, premeditato e, alla fine, assolutamente poco aggressivo. In ultimo il disco non risulta malvagio, è solo un lavoro che va ridimensionato e che segna la decadenza del genere marziale, che va collassando su sé stesso. D'altro canto la Cold Meat Industry mostra una flessione della qualità artistica, in concomitanza con un aumento della quantità produttiva e degli introiti.
Michele Viali
http://www.myspace.com/romecmi