23-07-2007
INANNA
"Day Ov Torment"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (65:03)
Rating : 7.5
L'inglese Cold Spring è fra le etichette più attive nel recupero di opere del passato ormai fuori catalogo, specialmente in ambito industrial e dark ambient, e stavolta si preoccupa di ristampare l'ennesimo classico del catalogo Staalplat, ovvero l'album "Day Ov Torment" del progetto Inanna, ormai risalente a 14 anni fa. La storia inizia dallo split avvenuto nel '93 in seno al seminale duo svedese Archon Satani, che ha portato da una parte Tomas Pettersson a concentrarsi sui suoi Ordo Equilibrio (inizialmente il termine 'Rosarius' era assente) e dall'altra Mikael Stavöstrand alla creazione di Inanna, progetto decisamente più allineato alle sonorità mortifere degli stessi Archon Satani, forse proprio per via del fatto che questi ultimi sono stati portati avanti in solitaria per un breve periodo dallo stesso Mikael (oggi in tutt'altre faccende affaccendato, musicalmente parlando). Quel che è certo è che gli Archon Satani furono fra i pionieri del cosiddetto suono 'death ambient', ovvero la frangia più opprimente e 'nera' della scuola dark ambient di stampo esoterico (forti, in tal senso, i riferimenti a divinità, simbolismo e cabala), ed Inanna divenne col tempo l'ideale continuazione di un simile discorso artistico, inanellando una serie di lavori ormai considerati alla stregua di oggetti di culto nella scena. Fra essi c'è anche questo "Day Ov Torment", oggi riproposto in formato opportunamente rimasterizzato e fornito di un nuovo artwork: un'opera nera come la pece, assolutamente mortifera ed opprimente nelle sue spesse trame dark ambient, scandita dall'ossessivo clangore delle sferraglianti percussioni e resa solenne da una serie di inquietanti arrangiamenti dal taglio sinfonico perfettamente adattati ad un contesto così oscuro e ferale. Che la vogliate definire death ambient o meno, quest'opera centra in pieno l'obiettivo di ricreare un'atmosfera gelida, maligna ed oscura, dove la luce non può penetrare: la summa di tutto ciò sta negli oltre 17 minuti del mastodonte "Submission To Solitude 1-3", esemplificativi dell'abilità di Mikael nel ricreare alla propria maniera le intuizioni fondamentali di Archon Satani, peraltro spinta ai massimi livelli di creatività verosimilmente proprio con l'album in questione. Se dalla musica cercate sensazioni opprimenti e mortifere e vi eravate persi questo caposaldo del suono death ambient, ora avete la possibilità di rimediare e/o di completare la vostra collezione, ancora una volta grazie all'attenta opera di recupero dell'ottima Cold Spring. Facendo sempre attenzione a non 'scherzare troppo' con vibrazioni potenzialmente (e spesso volutamente) pericolose...
Roberto Alessandro Filippozzi