13-08-2007
KAMMER SIEBEN
"Unfinished Movies "
(Eis & Licht/Audioglobe)
Time: (72:25)
Rating : 6.5
La label tedesca Eis & Licht ha saputo creare nel corso del tempo un tipo di sound che fosse in grado di distinguere i propri prodotti da quelli di qualsiasi altra etichetta, sia grazie alla nascita ed affermazione del cosiddetto neofolk germanico, sia per la promozione di suoni più synth-pop, spesso contraddistinti col neologismo 'pop apocalittico'. Il duo tedesco (non poteva essere altrimenti) Kammer Sieben rientra in pieno nelle direttive che da sempre hanno contraddistinto la Eis & Licht, casa di produzione che li ha - in un certo qual modo - cresciuti e tenuti a battesimo pubblicando prima il loro brano più significativo ("Dismembered Memories" in demo version) nel proprio sampler promozionale "Eisiges Licht 2", poi dando alle stampe il loro debut-album "Unfinished Movies". Le tastiere e i campionamenti orchestrali caratterizzano tutto l'album, rimandando spesso alle sonorità di Leger Des Heils, forse in assoluto il progetto più famoso della label di Dresda. La matrice pop, accattivante e attraente, spadroneggia ovunque con picchi di malinconia dati dalla voce 'very dark' di Herr Twiggs: svettano brani come "Black Sun", "Flamme Empor" (decisamente marziale grazie al cantato tedesco e alle trombe campionate), la suddetta "Dismembered Memories" e "Blood". Tra le tracce più maestose si fanno largo diversi momenti di passaggio che hanno una chiara connotazione da colonna sonora, temi definitivi e apocalittici in cui il canto muta a volte in uno spoken-word declamatorio. La vena marziale emerge spesso grazie alle ritmiche, frequente è infatti l'uso di snare-drum e timpani campionati; curiosamente fanno capolino anche momenti più industriali ("Anywhere", "Zweite Allianz" e "Wintermute"), che creano nell'album una sorta di parentesi rumoristico-bellica. Se amate le sonorità della Eis & Licht, sappiate che questo album le raccoglie e recupera quasi tutte (eccezion fatta per il neofolk à la Forseti): "Unfinished Movies" ha una vena che definirei 'dark pop' altamente orecchiabile, ma al tempo stesso fortemente triste e malinconica. Unico limite è la durata: oltre 70 minuti risultano essere eccessivi per quel che contiene il disco, e forse le vecchie produzioni su 10" avrebbero valorizzato di più i brani cruciali risparmiandoci quei pezzi dal forte sapore 'unfinished' che rendono a volte ripetitivo il disco. A tratti accostabili agli In The Nursery da soundtrack (come suggerisce la stessa label), i Kammer Sieben trovano il loro punto di riferimento nella tradizione germanica, vuoi per i testi (alcuni addirittura tratti da autori classici quali Goethe, o minori come Dehmel e Nonne) che per la musica intesa sia sul piano tradizionale e storico (svetta al proposito la reinterpretazione dell'antico inno prussiano "Ostpreussenlied" di Herbert Brust), nonché - soprattutto - sul piano moderno, laddove nei momenti migliori è forte la vicinanza ai brani più tristi, intimisti e orchestrali dei Deine Lakaien.
Michele Viali