04-02-2007
INADE
"Samadhi State"
(Loki Foundation)
Time: (55:48)
Rating : 9
Parlare degli Inade in campo dark ambient significa approdare in un concetto spazio/tempo evolutivo e personalissimo che solo il duo tedesco ha saputo comporre e tradurre in musica in maniera così efficace. Dopo il capolavoro "Colliding Dimensions Live 1995 - 2002", box di 4 CD uscito nel 2005 che racchiudeva set dal vivo e registrazioni poi selezionate e rimasterizzate, esce ora sempre per l'etichetta Loki "Samadhi State", edizione che raccoglie materiale del 2001 e 2002, ricostruito e rieditato nel 2005. Questo materiale era già contenuto nell'edizione limitata giapponese "Spring Equinox Tokyo 2006", CD-R del primo live show degli Inade in Asia il 21 marzo 2006. Questo lavoro conferma la grandezza del gruppo - un disco compatto e senza sbavature, che proietta i tedeschi tra i nomi che contano nel genere - ed è caratterizzato da una perizia compositiva miracolosa. Lo 'stato di Samadhi' è uno stato dell'estasi e di autocoscienza, uno stato mentale in cui la persona e l'oggetto della concentrazione si fondono in una perfetta trascendenza; uno stato dell'essere che va al di là della veglia, del sonno e del sonno profondo e che si autocelebra nel vuoto cosmico. Ho riportato quanto sopra per comprendere appieno il disco, che si rifà apertamente a questo stato psichico e proietta l'ascoltatore in lidi emozionali che disorientano. Basta concentrarsi sulle prime tracce, in particolare "Samadhi State II", per approdare nel baratro siderale degli Inade, con aperture di suono totalizzanti e avvolgenti, trance meditativi ripetuti, voci inquietanti su un tappeto tribale che ti comprime lentamente, anticamera oscura e vorticosa e preludio allo stato di Samadhi caratterizzante il lavoro. Ambient profonda con suoni bellissimi ed introspettivi, che sa farsi musicale e non invasiva, ma al contrario quasi trascendentale pur nella cupezza delle composizioni; un mondo tratteggiato agghiacciante e consapevole della brutalità umana ma miracolosamente sospeso, come la traccia "Cages", impreziosita da una cantilena celestiale lontana e un equilibrato dosaggio di tastiere. A chiusura del disco i due stati di "Samadhi III e IV", più cupi, scuri e duri rispetto alle premesse iniziali, un claustrofobico inferno dipinto in musica che lascia annichiliti, un lento sprofondare nelle tetre lande degli Inade e di quello che creiamo con la nostra psiche, con la caduta di ogni genere di tensione e con la realizzazione interiore di un assoluto stato di abbandono. Senza dubbio uno dei tre lavori migliori del 2006 in campo dark ambient. Difficile fare meglio.
Piercarlo Tiranti (Feed the Pier)