06-03-2007
DER BLAUE REITER
"Le Paradise Funèbre - L'Envers Du Tristesse"
(Caustic/Masterpiece)
Time: (64:12)
Rating : 7
Alcuni di voi conosceranno abbastanza bene l'artista spagnolo Sathorys Elenorth, già a capo dei disciolti Ordo Funebris, del side-project Lugburz ed oggi leader dei Narsilion, questi ultimi tornati sul mercato giusto lo scorso anno col positivo "Arcadia" su Caustic Records. E proprio l'etichetta iberica si premura di ristampare in una veste più consona (impreziosita da una pregevole confezione digipack) l'esordio dell'altro side-project di Sathorys, Der Blaue Reiter, precedentemente edito in formato CD-R ad inizio 2006 dalla misconosciuta Earendil Records. Il mastermind spagnolo, qui coadiuvato dalle comparsate dei suoi due compagni d'avventure nei Narsilion (Morpheus e Lady Nott), descrive il suo progetto come industrial neoclassical ambient, mentre la Caustic si premura di segnalare quest'album ai fans di Predella Avant, Sophia, Raison D'Être e Les Joyaux De La Princesse, e tutto sommato ci sentiamo abbastanza d'accordo su queste linee-guida: il suono di DBR pesca infatti a piene mani tanto dall'ambient quanto dalle suggestioni neoclassiche, senza scordare un mai invadente sostrato industrial che conferisce austerità all'intera opera, alla maniera di certi Ordo Rosarius Equilibrio. L'album, strutturato come una sorta di opera neoclassica, si compone dei due capitoli facenti capo al titolo stesso e si divide in undici tracce (più una bonus-track, remixata da Morpheus) nelle quali si fondono rarefatte e possenti percussioni, rulli marziali, suadenti sezioni di archi, sfuggenti ed eterei tappeti di synth ed un piano spesso e volentieri toccante, per un suono capace di esprimere a dovere la freddezza del colore blu che caratterizza l'intero concept di DBR. Siamo di fronte ad un debutto piuttosto elegante negli arrangiamenti e curatissimo in fase di produzione, capace di regalare momenti davvero convincenti (L'opener "Underworld Dreams", la neoclassica "Words Of Silence", la toccante e liturgica "Garden Of Solitude") ma talvolta ripetitivo negli schemi e nelle soluzioni, e quindi impossibilitato a coinvolgere pienamente per tutta la sua considerevole durata. È un debutto che, pur palesando una certa mancanza d'esperienza nel settore da parte del suo creatore (sinora impegnato con sonorità più organiche), si dimostra ben strutturato su di un concept interessante (nel quale si incastrano campionamenti dalle opere di Bach, Purcell e Delibes) e capace di evocare sensazioni e visioni suggestive: magari non sorprenderà più di tanto i cultori di queste sonorità (un act come The Protagonist, in confronto, è di un altro pianeta...), ma di sicuro potrà trovare estimatori sia fra gli ascoltatori meno 'navigati' che fra coloro i quali già apprezzavano le gesta artistiche di un musicista intellettualmente onesto come Sathorys. Merita almeno un ascolto.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://derblauereiterspace.blogspot.com/
http://www.causticrecords.com/